(s. m. inv.) dal francese parterre, propriamente «sul terreno», composto di par "per, sopra" e terre "terra". Il termine, nell’evoluzione dell’uso in italiano, ha assunto significati distinti ma connessi, frutto di una stratificazione semantica tra linguaggi tecnico, teatrale e figurato:
In origine, termine dell’architettura e dell’arte dei giardini, con il significato di superficie piana e livellata, spesso ornata da aiuole geometriche, viali o siepi basse: parterre all’italiana, parterre fiorito.
Per estensione, nella terminologia teatrale, indica la parte della platea più vicina al palcoscenico, o più genericamente l’insieme degli spettatori che occupano la platea. Per similitudine, i posti in piedi vicino al palco in un concerto; i posti in piedi a livello dell'area di gioco negli stadi sportivi e simili; l'area occupata dai cavalli in un ippodromo prima della gara; l'arena di un circo.
In senso figurato, l’insieme del pubblico o dei partecipanti a un evento, specie se noti o importanti: un parterre di ospiti illustri, un parterre internazionale di relatori, un parterre di esperti. Per indicare un gruppo di autorità o persone particolarmente illustri si usa talvolta anche la locuzione derivata parterre de roi ("parterre di re"), utilizzata solamente in senso ironico. Al contrario, l'espressione parterre può essere utilizzata in senso ironico o sarcastico per indicare un gruppo eterogeneo di persone con una certa enfasi retorica, quando cioè quando l'importanza evocata dal termine contrasta con la realtà modesta o convenzionale del gruppo descritto (un parterre di amici e parenti).
Può talvolta riferirsi per estensione poetica o ironica a oggetti o entità inanimate, ma sempre con tono giocoso o metaforico, per esempio: un parterre di bottiglie d'annata, un parterre di auto d'epoca, un parterre di tulipani (in quest'ultimo caso, curiosamente, si riavvicina al significato originario di "aiuola ornamentale").
L’italiano ha accolto il termine come prestito diretto dal francese, mantenendone la grafia e il genere maschile invariabile. Il termine francese parterre, originariamente locuzione avverbiale par terre «a terra, sul terreno», è attestato nel XVI secolo con il significato di “suolo piano” e poi di “parte ornamentale del giardino”. Per estensione, nel francese dei secoli successivi il termine passò a indicare la “parte inferiore della sala teatrale”, quindi il “pubblico” stesso e, infine, per ulteriore evoluzione figurata, l’“insieme di persone o cose poste in mostra”. L’evoluzione semantica del termine in italiano ricalca fedelmente quella del francese:
1542: «sol, plancher» → «pavimento, suolo».
1579: «partie d’un parc, d’un jardin d’agrément…» → il significato di “aiuola ornamentale”.
1668: «partie du rez-de-chaussée d’une salle de théâtre…» → il senso teatrale di "platea".
1660 (Molière): «public du parterre» → il senso figurato di "pubblico".
Importato come prestito integrale, parterre è stato accolto con l’intero spettro di significati già sviluppatosi nella lingua d’origine: dapprima nel linguaggio dei giardini e dell’architettura, poi in quello teatrale e infine nel figurato. Non si tratta dunque di un adattamento morfologico o semantico autonomo, ma di un vero e proprio prestito completo, che conserva sia la forma grafica e fonetica sia la progressiva stratificazione di significati ereditata dal francese.
"PARTERRE" in Trésor de la Langue Française informatisé <stella.atilf.fr/>
"parterre" in Pianigiani, Ottorino Vocabolario etimologico della lingua italiana, 1907
"parterre" in Il Nuovo De Mauro. L'Internazionale. Web.
"parterre" in Dizionario italiano. Repubblica. Web.
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