Denominazioni stradali generiche in catalano

In Città, Elenchi, Toponomastica di Silvio DellʼAcqua

Carrer Barcellona [CC BY-SA 3.0]

1 – Targhe stradali a Barcellona (foto: E. Fontvila)

Non ovunque, in Spagna, le vie si chiamano calle e le piazze plaza (): nelle regioni autonome della Catalunya, della Comunitat Valenciana  e delle isole Baleari, oltre che nel Principato di Andorra sui Pirenei orientali, sulle targhe stradali si leggono termini come carrer, avinguda, plaça e simili. Sono le denominazioni stradali generiche in lingua catalana, ovvero quei vocaboli che, analogamente ai nostri via, viale, piazza…() suggeriscono la tipologia di spazio pubblico cui si riferisce un odonimo,[1] il nome ufficiale di una strada. Vediamo quanti sono e qual è il loro significato.



  • Avinguda: viale, corso.[2] Indica una via ampia ed alberata, un viale () o un boulevard (), anche a carreggiate separate. Equivalente del castigliano Avenida ().
Janbanjo, València, [CC BY-SA 3.0]

2 –Avinguda del Primat Reig” a València.

  • Baixada [basciada]: discesa.[] Una strada in pendenza; ci sono diverse baixadas a Barcellona. Denominazioni equivalenti sono, in castigliano, cuesta () ed in italiano discesasalita e simili ().

    “Baixada de la Glòria”, Barcellona.
  • Camí: cammino,[2]strada, sentiero.[3] Come l’analogo castigliano camino () si applica a diversi tipi di strada, dal sentiero al viale (“Camí des Castell“, Mahon).
  • Carrervia, strada.[2][3] Il termine più diffuso in catalano, è l’equivalente del castigliano calle ed indica genericamente una via () o strada ().
  • Carrer Gran: via grande. Indica una via, importante, un corso (): a Barcellona “Carrer Gran de Gràcia” è l’asse principale, insieme a “→Travessera de Gràcia”, dell’omonimo distretto. “Carrer Gran de Sant Andreu” e “Carrer Gran” de la Sagrea costituiscono un lungo corso che attraversa da nord a sud il distretto di Sant Andreu, perpendicolarmente alla “→Rambla de Fabra i Puig”.
  • Carreró:  vicolo. Una via stretta tra edifici: equivalente del castigliano callejon () e dell’italiano vicolo, vico e simili ().
Carreró del Porxo a Llers

3 –Carreró del Porxo”, un vicolo di Llers, nelle provincia catalana di Girona.

  • Carretera: stradavia, corsia.[3][2] Termine piuttosto generico, può riferirsi a diversi tipi di strada, dal viale (“Carretera de la Bordeta” a Barcellona)  al sentiero (“Ctra. Sarrià a Vallvidrera”, sempre a Barcellona). “Carretera Arenal” a Palma de Mallorca è un’ampio viale lungomare pedonale. Una carretera d’enllaç è un raccordo autostradale.[3] Il termine carretera si trova identico nella toponomastica di lingua spagnola ().
  • Disseminat: diramazione. È una strada (in genere extraurbana o comunque periferica) che si “diffonde” (disseminar = diffondere) da un’altra. Ad esempio, “Disseminat Can Bosch” a Rubì è una diramazione di “→Camì dell’Ullastrell”.
  • Drecera [dressera]: sentiero,[3] o strada che ne segua il percorso (es: Drecera de Vallvidrera, Barcellona).
  • Moll: [mogl’] molo, banchina.[3] Strada che corre sopra un molo o una banchina portuale; si trova a Barcellona e València. Termine equivalente in castigliano è muelle () mentre in italiano troviamo mololungomolo, ma anche banchina o calata ().
  • Partidapartita (nel senso di suddivisione). Termine tipico della regione di València per indicare una strada rurale; da partida rural che, tanto in catalano quanto in castigliano, è un insieme di fondi delimitati da strade o corsi d’acqua[4] Deriva da partir (dividere[3]) e risale all’epoca della “Reconquista” (VIII – XV secolo), quando cioè i cristiani riconquistarono i territori sotto il dominio dei musulmani. Le terre liberate venivano suddivise in ripartimientos ed assegnate ai nobili o alle comunità locali in ricompensa del contributo allo sforzo militare.
Partida de Dalt de Campanar, Valencia [CC BY-SA 4.0]

4 –Partida de Dalt”, una strada rurale di València.

  • Passatgepassaggio. Una via pedonale, che collega due strade più importanti. All’Eixample, distretto ottocentesco di Barcellona, i passatges sono piccole vie che tagliano alcuni degli isolati rigorosamente quadrati che ne caratterizzano l’urbanistica.
  • Passeig [passeicc’]: passeggiata, passeggio, corso, viale.[2][3] Indica in genere un viale con ampi spazi pedonali dedicati al passeggio, un boulevard (“Passeig de Misericordia“, Tarragona). Equivalente del castigliano bulevar ().
  • Plaça [plassa]: piazza, piazzale[2][3] La piazza () è un ampio spazio in ambito urbano, circondato da edifici, da cui si diramano le strade cittadine. La funzione della piazza è stata nel tempo quella di luogo di raduno per la cittadinanza, di spazio per le celebrazioni religiose, gli spettacoli ed il mercato, simbolo di potere o luogo di esercizio della democrazia; la piazza identifica quindi il centro della vita comunitaria. Oggi le piazze possono essere adibite al transito e alla sosta dei veicoli o a zone per la circolazione pedonale, spesso sono sede di eventi pubblici come feste, mercati, esposizioni, concerti. La splendida “Plaça Reial” (piazza reale), nel Barrí Gotic, è la piazza centrale di Barcellona. L’equivalente in castigliano è Plaza ().
Barcelona_-_Plaça_Reial

5 – Plaça Reial, la storica piazza di Barcellona nel Barri Gòtic (foto: J. Renalias).

  • Placeta: piazzetta, una piccola →Plaça.
  • Póligon: poligono. Come i quartieri residenziali sono detti barris, vengono definiti polígons, poligoni, le zone industriali o amministrative. Nella toponomastica stradale, è quindi una strada che serve un’area non residenziale.
  • Ramblaalveo, traccia, sia in catalano[2][3] che in spagnolo.[5] ma anche corso, viale.[3] Indica una strada (in genere un ampio viale, un boulevard) costruita sul letto di un corso d’acqua asciutto o interrato;[5] deriva infatti dall’arabo raml che significa sabbia, arenile, con riferimento appunto all’alveo del fiume o torrente. A Barcellona il nome identifica cinque ampi viali pedonali noti con il nome collettivo di “La Rambla” o “Les Rambles”, centro e simbolo della vita cittadina, che dalla fontana di Canaletes raggiungono il mare attraversando la “Ciutat Vella” da nord a sud: “Rambla de Canaletes”, “Rambla dels Estudis”, “Rambla de Sant Josep”, “Rambla dels Caputxins” (o “Rambla del Centre”) e “Rambla de Santa Mònica”.
    La Rambla, Barcellona

    6 – “La Rambla” di Barcellona.

    Prendono questa denominazione anche due estensioni della “Rambla” storica, pur non essendo considerate parte della stessa: “Rambla de Catalunya”, che si estende a nord attraverso il più recente quartiere dell’Eixample (XIX secolo) fino all’Avinguda Diagonal, e la “Rambla del Mar”, una passerella pedonale che prosegue invece a sud sino al molo, costruita negli anni ’90. Si trova poi in altri grandi viali dell’area urbana di Barcellona,[6] a Tarragona,[7] Palma di Maiorca,[8] Mollet del Vallès[9] e Sant Cugat del Vallès[10] ed altri comuni della Catalogna e delle Baleari. Un altro termine che indica la presenza di un corso d’acqua è →riera.
    Sebbene –come denominazione stradale– il termine appartenga tipicamente alla toponomastica di lingua catalana, si incontra in almeno una città dalla toponomastica castigliana: Santa Cruz de Tenerife (), nell’arcipelago delle Canarie.

  • Rambleta: piccola →rambla, un viale alberato breve (“Rambleta del Pare Alegre” a Terrassa) o non particolarmente ampio (“Rambleta de Joan Miró” a Rubí).
  • Raseta: (probabilmente) piccolo fosso. A Reus, una raseta era un sentiero che costeggiava un fosso (rasa = fosso[2]), ad esempio “Raseta de la Selva”.[11] Oggi resta solo “Raseta de Sales”, una via del centro storico.

7 – Una piazzetta nel “Raval” (sobborgo) di Elx, nella provincia Valenciana.

  • Raval: suburbio,[2]sobborgo. Il termine raval, in lingua catalana, indicava originariamente un agglomerato di case, un borgo, al di fuori delle mura cittadine (come l’italiano →borgo), sorto in genere a ridosso della strada come conseguenza dell’espansione dell’insediamento urbano; l’equivalente quindi dei moderni suburbi. Come l’equivalente castigliano arrabal,[12] deriva dall’arabo Al-Rabad, termine con cui i musulmani (che occuparono la penisola iberica nel VIII secolo) indicavano la parte civile di un insediamento fortificato, quella costruita all’esterno del perimetro militare, ma anche il quartiere delle prostitute o dei lebbrosi. Alcuni quartieri delle città catalane conservano ancora questo nome, come “El Raval” a Barcellona (noto anche in passato come quartiere “a luci rosse”) o il “Raval de Sant Joan” a Elx. Nella toponomastica stradale il termine raval indica la strada di un sobborgo: a Sabadell “Raval de Fora” (letteralmente “sobborgo di fuori”) è un piccolo corso che costituiva l’asse di un agglomerato di case costruito nel XVII secolo, appunto, fuori dalle mura[13] (de fora = “di fuori”); mentre analogamente il parallelo “Raval de Dins”  (“sobborgo di dentro”) era interno alle mura. Il termine si trova anche a Terassa (un corso del centro) e Vall (due vicoli a fondo chiuso); a Reus i ravals sono invece i corsi () che costituiscono la →ronda (circonvallazione) del nucleo storico centrale (quindi, probabilmente, sempre in riferimento ad una cinta muraria): in senso orario, “Raval de Santa Ana”, “– Pallol”, “– de Sant Pere”, “– Robuster”, “de Martí Folguera”, “–de Jesus”. In altri casi, in ossequio al significato originale di sobborgo, la denominazione raval è stata attribuita anche strade che servono zone di recente espansione residenziale (es. a Cambrilis,[14] e di nuovo a Reus[15]).
  • Riera: rio, torrente, fiumiciattolo.[3][2] Una strada che corre sul tracciato di un torrente (analogamente a →Rambla, ma non necessariamente ampia ed alberata). A Reus, “Riera de Miró” e “Riera d’Aragó” sono i due tratti del viale principale che attraversa il centro, corrispondente al percorso di uno dei numerosi torrenti intorno ai quali è sorta la città (detti appunto riera o barranc). Anche a Barcellona ci sono due riera (“de Marcel·li” e “de Sant Andreu”), che sono invece strade secondarie.


“Riera de Miró” a Reus

“Riera de Marcel·lí” a Barcellona

  • Ronda: circonvallazione, cammino di ronda,[3] boulevard. Dal francese ronde, giro, si riferisce alla “cammino di ronda”, ovvero il sentiero che circondava le mura (o il camminamento sopra di esse), percorso dai soldati durante la “ronda” (dal francese ronde), ovvero il giro di pattuglia; è quindi una strada che segue il percorso delle mura. Le Ronda di Barcellona sono infatti i boulevard che circondano la “Ciudad Vella” (Città Vecchia). Il termine si trova identico in castigliano () mentre in italiano le strade di ronda sono in genere chiamate circonvallazione ().
  • Travessera: trasversale. A Barcellona, le travessera sono lunghe vie esterne alla “Ciudad Vella” (il centro storico) che vanno da approssimativamente da est a ovest e prendono nome dal barri (quartiere) che attraversano. Il termine deriva dal latino via transversalis[16] (via trasversale), nome attribuito dai romani all’attuale “Travessera de Gràcia”, che con il perpendicolare “→Carrer Gran de Gràcia”, entrambe vie di comunicazione molto antiche,[16] costituivano gli assi urbanistici di Gràcia che dal 1626 secolo fino al 1897 era una municipalità separata ed indipendente da Barcellona. Sempre a Gràcia, “Travessera de Dalt” è ampio viale che costituisce un tratto della circonvallazione veicolare detta “Ronda del Mig” o “Primer Cinturón de Ronda”, pianificata nel 1907. Altre travessera sono, “– de Les Corts”, “– de Collblanc” e “– de Montigalà” rispettivamente nei barris omonimi.
Travessera De Dalt a Barcellona [CC BY-SA 3.0]

8 –Travessera De Dalt”, a Gràcia (Barcellona).

  • Travessia: traversa.[3] Indica una strada, che ne interseca perpendicolarmente un’altra più importante (ad esempio “Travessia de la Creu” e “Carrer de la Creu” a Girona). Solitamente si tratta di strade secondarie ma non necessariamente: anche la “Travessia Industrial” a Barcellona, un ampio viale a carreggiate separate che serve l’area industriale di L’Hospitalet de Llobregat, è in effetti la traversa perpendicolare di “Rambla de la Marina”. L’equivalente in castigliano è travesía ().
  • Urbanizacióurbanizzazione,[3]lottizzazione. Indica una strada di lottizzazione, ovvero una strada secondaria realizzata contestualmente all’urbanizzazione di un area. Ad esempio, la realizzazione di una località a villette (“Urbanizació Valle de Túria” a Benaguasil).
  • Veïnal: vicinale. Sono le strade rurali, che accedono ai fondi o collegano due strade principali; come l’italiano strada vicinale ().
  • Vénda: gruppo di case. Questa denominazione si trova solo alle isole Pitiusas,[17] ovvero Ibiza e Formentera, e deriva dalla peculiare organizzazione territoriale delle stesse. Storicamente ad Ibiza esisteva un unico centro urbano, La Villa (l’attuale capoluogo, Eivissa o “Ibiza”[18]) la cui municipalità si estendeva su tutta l’isola: in pratica, l’intera isola era un unico comune. Il resto del territorio era disseminato di case rurali sparse, chiamate casamentos, che potevano essere organizzati in raggruppamenti detti véndes. A partire dal 1785 le véndes si raggrupparono ulteriormente in parroquias. Il modello organizzativo fu replicato a Formentera (che è tutt’ora un unica municipalità) con la ripopolazione dell’isola avvenuta a partire dal XVIII secolo. Il termine vénda alle isole Pitiusas indica quindi un gruppo di case,[19] similmente alle località () o case sparse () della geografia amministrativa italiana.


Vénda des Pí des Catalá, Formentera

  • Via: via, strada.[3] Tra l’8 a.C. ed il 2 a.C i romani costruirono la “Via Augusta”, una strada lunga 1500 km, dal Colle di Panissars sui Pirenei a Gades sulla costa Atlantica della Hispania Baetica: la “Via Augusta” esiste ancora e corrisponde alla superstrada N-340 che collega Barcellona con Cadice. La via Augusta non è l’unica a fregiarsi di questa denominazione: a Barcellona sono denominate via alcune strade (Via Júlia, Via Favéncia) che fanno parte della grande circonvallazione della “Ronda de Dalt” o B-20, completata nel 1992; “Via Laetiana” è un importante corso che costituisce l’asse principale del Barri Gotic. “Via de Ronda” a Mollet del Vallès è un boulevard.
  • Gran Via: una via particolarmente importante. A Barcellona “Gran Via de les Corts Catalanes” è un’ampio viale lungo circa otto chilometri che attraversa pressoché tutta la città da L’Hospitalet de Llobregat a sud-ovest fino a Sant Adrià de Besòs a nord-est; sempre a Barcellona “Gran Via de Carles III” è un ampio boulevard.
  • Vial: strada,[2] viale.[3] Si trova solo a Montmelò, in Catalogna, dove designa le vie del →poligono industriale Riera-Marsà.

Note

  1. [1]L’odonomastica, dal greco hodós “via, strada” e onomastikòs “atto a denominare”, è l’insieme dei toponimi stradali e il loro studio dal punto di vista storico-linguistico.
  2. [2]Dizionario Catalano-Italiano. Glosbe.com.
  3. [3]Avallardi (op. cit.)
  4. [4]Gómez, Antonio. Estudios sobre regadíos valencianos. Valencia: Servei de Publicacions, Universitat de València, 1989. Pag. 33.
  5. [5]Vox. Diccionario para la enseñanza de la lengua española. 2000. Ristampa. Bologna: Zanichelli, 2003. pag. 904
  6. [6]Come “Rambla del Poblenou”, “Rambla de Guipúscoa” e “Rambla de Prim” nel distretto di Sant Martí; “Rambla della Marina” e “Rambla de Badal” in quello di L’Hospitalet de Llobregat; “Rambla de Fabra i Puig” a Sant Andreu.
  7. [7]A Tarragona: “Rambla Vella”, “Rambla Nova”, “Rambla President Lluís Companys” e “Francesc Macià”.
  8. [8]“Rambla dels ducs de Palma de Mallorca”
  9. [9]“Rambla nova”
  10. [10]“Rambla de Can Móra”, “Rambla del Celler”, “Rambla Ribatallada”
  11. [11]El agua como trasfondo.” Aigües de Reus. n.d. Web. 1-10-2014.
  12. [12]Vox. Diccionario para la enseñanza de la lengua española.” 2001. Bologna: Zanichelli, 2003. P. 97.
  13. [13]Come riporta la targa stradale (vedi): «Aplec de cases construït el segle XVII fora muralles».
  14. [14]“Raval de Gràcia”, un viale in zona residenziale.
  15. [15]“Raval Sol i Vista”.
  16. [16]Lafarga i Oriol, Joan. “Itinerari geografic per l’anriga vila de Gracia.Treballs de la Societat Catalana de Geografia n°49 vol XV: 253-255
  17. [17]Le Isole Pitusas (o Pitiuse, in italiano) è l’arcipelago, parte del più ampio arcipelago delle Baleari, formato da Ibiza, Formentera e gli isolotti che si trovano nei paraggi.
  18. [18]Eivissa” è il nome catalano di “Ibiza“. Città ed isola hanno lo stesso nome.
  19. [19]Sant Josep recupera sus ´véndes´.” Diario de Ibiza. N.p., n.d. Web. 10 Oct. 2014.

Trascrizioni fonetiche da Avallardi (op. cit.)

Bibliografia e fonti

Immagini

  1. E. Fontvila (Enfo), Barcelona 23-11-2013 [CC BY-SA 4.0] Commons;
  2. Joanbanjo, València 8-11-2013 [CC BY-SA 3.0] Commons;
  3. AlbertBJ, Llers 4-9-2012 [CC BY-SA 3.0] Commons;
  4. Joanbanjo, València 24-7-2014 [CC BY-SA 4.0] Commons;
  5. Josep Renalias, Barcelona 30-6-2008 [CC BY-SA 4.0] Commons;
  6. Danny M. (Djm1279), Barcelona 10-2004 [PD] Commons;
  7. Espencat, Elx 15-5-2009 [PD] Commons;
  8. Salvi Solà, Barcelona 7-6-2009 [CC BY-SA 3.0] Commons;

Ultimo aggiornamento: 24-05-2016 — Ultima revisione completa: —

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Silvio DellʼAcqua

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Fondatore, editore e webmaster di Lapůta. Cultore di storia della Croce Rossa Internazionale. Appassionato di ricci.