Sanganeb, l’isola del faro

In Fari, Ferrovie, Isole di Silvio DellʼAcqua

Faro di Sanganeb

1 – Il faro di Sanganeb ed il pontile sud con la ferrovia. (© Fotolia)

Sanganeb Reef (o “Sanganeab”[1]) è un atollo sommerso, una delle numerose formazioni che costituiscono le barriere coralline del Mar Rosso, situato circa 25 chilometri in direzione est-nord-est da Port Sudan (o Bur Sudan, بورتسودان in arabo). Di per sé, non presentando superfici emerse, non potremmo nemmeno definirlo isola senonché sul largo pianoro corallino a sud, tra il mare e la laguna interna, fu realizzato un suggestivo faro: una sorta di minuscolo villaggio sperduto tra le madrepore, con tanto di piazzetta e una piccola ferrovia, a 18 chilometri dalla costa.

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Un po’ di storia

Dopo l’apertura del Canale di Suez nel 1869, il Mar Rosso divenne un’importante via di comunicazione attraverso cui transitavano le rotte che, dall’Europa, raggiungevano l’Asia e le colonie britanniche dell’Africa orientale. La sicurezza del traffico navale era però minacciata dalla presenza delle barriere coralline, sulle quali naufragarono ad esempio i piroscafi SS Carnatic nel 1869 e SS Dunraven nel 1876. La seconda metà del XIX secolo vide quindi il sorgere di fari offshore a segnalare il pericolo invisibile, come quello di Abu el-Kizan[2] (noto anche come “Daedalus Reef”) in Egitto e, appunto, di Sanganeb.

2 – inaugurazione del Canale di Suez: arrivo dello yacht imperiale francese Aigle a Ismailia (da L’Illustration, 11 dicembre 1869).

Sanganeb Reef

3 – Sanganeb: il faro metallico del 1906
China, © S. Dell’Acqua (DeviantArt)

Un primo faro sull’atollo di Sanganeb risalirebbe al 1897[1] mentre un successivo fu edificato dai britannici nel 1906[2] quando il Sudan era colonia anglo-egiziana (1899-1956). Si trattava di una meraviglia dell’epoca: una struttura metallica reticolare di forma piramidale, alta 180 piedi (55 metri),[2][3] una tipologia simile a quella tipica dei fari al largo della Florida. La luce bianca intermittente aveva una portata di 19 miglia nautiche. Nel 1957, a seguito dell’indipendenza, la gestione del faro fu trasferita dalle autorità egiziane a quelle sudanesi,[4] ed il faro fu ricostruito in pietra, nella forma in cui appare oggi.

L’isola del faro

Sanganeb è di fatto un isolotto artificiale, costituito da una “piazzetta”, una piattaforma costruita sui coralli intorno alla quale si trovano l’edificio principale del faro ed alcuni edifici ancillari ad un solo piano (alcuni dei quali oggi abbandonati[5]).

sanganeb 2012 Silvio Dell'Acqua

4 – l’isolotto di Sanganeb. Acquerello, © S. Dell’Acqua
(DeviantArt)

Il faro è una torre a pianta circolare in blocchi di pietra grigia[6]alta 165 piedi[4] (59 metri c.a). Al suo interno una scala metallica a spirale composta da 257 gradini,[7], consumati dal continuo salire e scendere dei faristi, porta in cima, alla lanterna metallica circondata dalla “galleria” (la balconata di servizio) da cui si può ammirare il mare a perdita d’occhio in ogni direzione.

Ottica e segnale

L’ottica rotante, di tipo Fresnel, genera un segnale ottico caratterizzato da un lampo bianco in un periodo di 5 secondi. L’elevazione sopra il livello medio del mare di è di 165 piedi (50,30 metri). Il faro dispone anche di un segnale acustico (“segnale da nebbia”) che emette un suono di 3 secondi ogni 30.

La torre è annessa all’edificio principale, a due piani, all’interno del quale ci sono le stanze per il personale, con bagni, cucine e persino una piccola biblioteca.[5] Dall’isolotto si dipartono due lunghi pontili, uno verso nord e l’altro verso sud. Il primo raggiunge la laguna, meta di pescatori, mentre l’altro raggiungere la cosiddetta “parete sud” della barriera corallina: qui, dove la profondità scende improvvisamente a circa 70 metri[8] e le imbarcazioni non rischiano di incagliarsi sul fondale basso del pianoro, si trova l’approdo, il punto di ingresso a Sanganeb.

rotaie a Sanganeb

5 – la “ferrovia” sul pontile di Sanganeb (foto: Paolo Colombo)

Una piccola ferrovia decauville,[9] lungo tutto il pontile sud, collega l’approdo alla piazzetta centrale. Un solo veicolo la percorre: un piccolo carrello spinto a braccia, per il trasporto dei rifornimenti che arrivano via mare. L’isolotto è infatti permanentemente presidiato dal personale della Sudan Sea Ports Corporation (l’autorità portuale sudanese) incaricato del mantenimento del faro — un guardiano, un elettricista, un cuoco[5] — e dai fucilieri della marina militare sudanese,[6] che oltre alla funzione di proteggere la struttura dai pirati hanno quella di ribadire la sovranità dello stato subsahariano sulla barriera corallina.[2] Il piccolo “villaggio” del faro di Sanganeb non è però solo un avamposto militare sperduto nella solitudine del mare come la Fortezza Bastiani nel Deserto dei Tartari, ma una importante postazione scientifica: sin dagli anni 1950 è sede di studi di biologia marina e nel 1976 fu meta di una spedizione di ricerca dell’Università di Varsavia e dell’Accademia polacca delle scienze,[5] la “Polska Akademia Nauk”. Dal 1978 ospita permanentemente anche una stazione scientifica dell’Istituto di ricerche marine della Red Sea University sudanese.[10] Di Sanganeb si innamorò anche Leni Riefenstahl (1902-2003), attrice, regista e fotografa tedesca, che dopo la caduta del regime nazista —per il quale fu autrice di film di propaganda— si dedicò alla documentaristica sulle culture africane e la biologia marina. Durante un soggiorno a Sanganeb la Riefenstahl volle fermarsi per due settimane per scattare fotografie, arrivando a simulare un malore per convincere il suo gruppo a prolungare la permanenza.[5] Nonostante la condizione di isolamento e le due ore di navigazione che lo separano dalla città, il complesso è visitabile grazie anche alle numerose escursioni organizzate dai tour operator, ed è addirittura consentito pernottare a chi si vuole accampare nella piazzetta.[8] Il sito è considerato infatti uno dei migliori del mondo per le immersioni subacquee,[11] sia notturne che diurne, in particolare per le spettacolari formazioni coralline e la ricca fauna sottomarina. Anche la fauna di superficie riserva però delle sorprese: nel maggio 1984 fu scoperto,[12][13] grazie al ritrovamento di un esemplare morto, una rara specie di passeriformi fino ad allora sconosciuta, successivamente classificata come Hirundo perdita (Fry & Smith, 1985). Non furono mai più trovati altri esemplari del cosiddetto “passero del mar rosso” e si ritiene che attualmente la specie possa essere estinta. Dal 1990 l’atollo di Sanganeb è un parco marino protetto. La sua parte emersa, l’isolotto con il faro, continua ad essere uno dei luoghi più insoliti e suggestivi al mondo.

Sanganeb, molo settentrionale

6 – il pontile settentrionale, sulla laguna interna all’atollo (© Fotolia).

Note

  1. [1] come recita il cartello posto all’ingresso della piazzetta dal pontile sud (foto)
  2. [2]Rowlett, “Lighthouses of Egypt: Red Sea.” (cit.)
  3. [3]vedere questa cartolina postale sul sito leuchtturm-welt.net di Klaus Huelse
  4. [4]“Manufacturers’ Announcements.” The Dock and Harbour Authority, Volume 43. London: Foxlow Publications, 1962. Pag. 101.
  5. [5]Pulliero, M. (cit.)
  6. [6]Clammer, Paul. Sudan. 2° ed. Chalfont St. Peter: Bradt Travel Guides, 2009. Pag. 176.
  7. [7]Totti, M. “Sanganeb Reef Light, il faro.” mato.jimdo.com. Web. 13 Apr. 2013.
  8. [8]Jackson, Jack. Dive Atlas of the World New Holland Pub. Ltd, 2008. Pag. 76.
  9. [9]Decauville: è una ferrovia a scartamento ridotto (in genere fino a 0,60 m) costruita specificamente per le esigenze di una attività (es. una torbiera, una cava, un complesso industriale): in questo caso, di un faro. Il termine, che deriva dal nome dell’inventore, l’ingegnere francese Paul Decauville (1846-1922), indicava inizialmente le ferrovie smontabili e trasportabili, ma è oggi genericamente utilizzato anche per impianti fissi.
  10. [10]Fieldwork Facilities.” Institute of Marine Research. Red Sea University, Web. 21 Apr. 2013.
  11. [11]Dive Sites In Sudan.” Scuba Diving Point. Web.
  12. [12]Hume, Julian P. and Michael Walters. Extinct Birds. London: Bloomsbury Pub. 2012. Pag. 355.
  13. [13]Red Sea Swallow (Hirundo perdita).” Species Factsheet. BirdLife International. Web. 13 Apr. 2013

Bibliografia

  • Rowlett, Russ. “Lighthouses of Sudan.” The Lighthouse directory. The University of North Carolina at Chapel Hill, 6 Lug. 2005. Web. 18 Apr. 2013.
  • Pulliero, Mariacristina. “Sanganeb.” Sherazade News, novità ed acquarelli. Web. 13 Apr. 2013.
  • Gli uomini di Sanganeb.” La Compagnia del Mar Rosso. Web. 21 Apr. 2013

Immagini

  1. © Vladimir Melnik – fotolia.com
  2. Marc Auguste, 1869 [PD] da L’Illustration del 11 Dicembre 1869 (Commons)
  3. © Silvio Dell’Acqua, 2013. Disegno a china (Deviantart).
  4. © Silvio Dell’Acqua, 2012. Acquerello (Deviantart).
  5. © Paolo Colombo, per gentile concessione dell’autore (da sanganeb.it)
  6. © Vladimir Melnik – fotolia.com
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Silvio DellʼAcqua

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Fondatore, editore e webmaster di Lapůta. Cultore di storia della Croce Rossa Internazionale. Appassionato di ricci.