Lo strano confine dell’isola di Märket

In Confini, Fari, Isole, Ma veramente è successo? di Silvio DellʼAcqua

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1 – l’Attuale confine tra Svezia e Finlandia sull’isola di Märket.

La politica accademica è la forma più feroce ed amara di politica, perché la posta in gioco è così bassa.[1] Wall Street Journal, 20 dic. 1973.
Märket (che in svedese si pronuncia: [ˈmærkə(t)] e significa marca) è un’isola di appena tre ettari che si trova nel mar Baltico al centro del passaggio di Understen–Märket tra la costa svedese e l’arcipelago finlandese di Åland, all’imbocco del mare di Botnia. L’unica costruzione sull’isola brulla e disabitata, nota per essere uno dei luoghi più ventosi di tutta la Finlandia,[2] è l’edificio dell’omonimo faro costruito nel 1885.
Märket (Islander, CC-BY-3.0/GNU FDL)

2 – L’isola di Märket, nel mare di Botnia, vista da Est, con il faro e gli edifici accessori.

Null’altro ci sarebbe da dire su Märket se non si trovasse proprio sulla invisibile linea di confine tra le acque territoriali finlandesi e quelle svedesi, che la divide in due parti pressoché uguali. Il che, già di per sé, ne farebbe una delle più piccole isole del mondo ad essere divisa tra due nazioni sovrane;[3] ma a rendere questa linea di confine davvero singolare è anche l’andamento decisamente insolito: se sul mare è una linea retta per miglia e miglia, in poco meno di cento metri di superficie emersa diventa invece incredibilmente tortuoso, formando una lingua di territorio finlandese che si protrae in terra svedese e viceversa dall’altra parte, come in un incastro di geografia politica. Una suddivisione apparentemente insensata su un’isola così piccola e disabitata, ma che è invece la conseguenza di eventi storici, fattori politici ed economici, nonché di un grossolano errore topografico.
L’isola ha una storia piuttosto recente: emerse dalle acque del baltico solo intorno al XVI secolo,[4] a causa di un lento processo geologico noto come “isostasia dello scudo baltico”[5] che la porta a sollevarsi di circa 5 mm all’anno aumentando così la propria superficie, che in quasi due secoli (tra il 1810 ed il 1980) si è espansa del 30% circa. Non si trova menzione dell’isola sino al XVIII secolo quando, probabilmente con l’aumento del traffico navale, divenne teatro di naufragi dovuti alla scarsa visibilità delle rocce appena affioranti.
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3 – Estensione dell’impero russo dopo la Grande Guerra del Nord (1700 – 1721).

La situazione geopolitica del Baltico all’epoca era diversa dall’attuale: il territorio dell’attuale Finlandia, per lungo tempo dominio svedese, nel XVIII secolo era stato oggetto di una lunga contesa tra la Svezia e la Russia, apertasi con la Grande Guerra del Nord del 1700 – 1721 e conclusasi solo all’inizio dell’ottocento con gli accordi che portarono alla pace di Tilsit del 1807 e quella di Hamina (o “trattato di Fredrikshamm”) del 1809. Quest’ultimo accordo sanciva la cessione all’Impero Russo dello zar Alessandro I di tutta la Finlandia incluso l’arcipelago delle isole Åland, stabilendo in una linea equidistante tra queste ultime e la costa continentale svedese il limite delle rispettive acque territoriali. Il confine fu tracciato, come si dice, “a tavolino” e solo due anni dopo, nel 1811, ci si accorse che la linea tagliava praticamente in metà un isolotto che probabilmente in quell’occasione si guadagnò il nome di Märket, ovvero marca, pietra di confine:[4][6] in effetti le parole “pietra” e “confine” erano ampiamente sufficienti a descrivere l’isola, sulla quale non esisteva nient’altro.

Märket_1810-1980

4 – Crescita di Märket tra il 1810 ed il 1980, con il confine tra la la Svezia e l’Impero Russo (fino al 1917), poi Finlandia.

Per limitare i danni alla navigazione nel passaggio di Understen–Märket che collega il bacino principale Baltico con il mare di Botnia, verso la fine del XIX secolo i russi decisero di costruirvi un faro. Il progetto fu affidato al giovane architetto finlandese Georg Schreck (1859 — 1925), in seguito noto per alcuni importanti edifici liberty soprattutto nella zona di Tampere (Finlandia).[7] Nessuno allora si era ancora preoccupato di definire con esattezza la posizione della linea di confine e quando nel 1885 il faro fu ultimato, per errore o meno che fosse, l’edificio finì col trovarsi dal lato sbagliato dell’isola.
Märket lighthouse (T. Koski CC-BY-2.0)

5 – Il faro visto da lato finlandese.

Forse gli svedesi non se ne accorsero, o forse –visti i disastrosi risultati della Grande Guerra del 1700– ritennero opportuno non contraddire nuovamente l’Impero, sta di fatto che la situazione di violazione di territorialità fu tollerata senza incidenti, proseguendo anche con l’indipendenza della Finlandia conseguente alla rivoluzione bolscevica del 1917. Solo nel 1981, quasi un secolo dopo la costruzione del faro, più accurate misurazioni topografiche dimostrarono inequivocabilmente lo sconfinamento e i due paesi decisero quindi di risolvere definitivamente la questione: invece di spostare fisicamente la struttura (operazione tecnicamente fattibile,[8] ma decisamente costosa) o trasferirne la competenza all’altro paese, si preferì la soluzione di modificare il confine in modo da farla ricadere sul territorio finlandese. Spostare la linea di confine non era però una operazione così semplice, almeno non sull’acqua, poiché ciò avrebbe avuto conseguenze sui diritti di pesca dei due paesi nel Mare di Botnia e le exclave,[9] si sa, pongono sempre qualche problema (Kaliningrad docet[10]). Si trovò così una soluzione cervellotica ma tutto sommato pratica: il confine avrebbe seguito una linea spezzata, protendendosi in territorio svedese, in modo da ricomprendere l’edificio senza creare exclave, per poi rientrare con una lingua sul lato finlandese restituendo così alla Svezia la superficie sottratta. In questo modo il faro sarebbe “tornato a casa”, lasciando però invariate le superfici, la territorialità delle linee costiere e quindi lo sfruttamento economico delle risorse marine. Il nuovo confine entrò in vigore il 1º agosto del 1985 e fu istituita una commissione bilaterale con il compito di verificare ogni 25 anni lo stato dell’isola e proporre eventuali rettifiche. Solo dieci fori nella roccia marcano i vertici dell’insolita frontiera, poiché una recinzione esposta ai forti venti del Baltico richiederebbe continua manutenzione (come del resto ne richiede il faro) e poi, in fondo, a foche e gabbiani non interessano granché i confini tracciati dall’uomo.
Märket-map

6 – Il confine adottato nel 1985 tra Svezia e Finlandia e quello tra i län (contee) svedesi di Uppsala e Stoccolma.

Ma non è finita: se una situazione tanto insolita può essere giustificata dal mantenimento di equilibri internazionali, sembra invece puro accanimento l’ulteriore divisione dalla parte svedese, che risulta a sua volta spartita tra due diversi län (contee[11]), quelle di Stoccolma (ricade nel territorio comunale di Norrtälje) e di Uppsala (comune di Östhammar) in conseguenza della ridefinizione dei limiti amministrativi attuata il 1º gennaio 1968. Curiosamente però, se l’isola fosse abitata (e non lo è), sarebbe unita almeno dal punto di vista linguistico: il lato finlandese ricade infatti nella provincia autonoma delle isole Åland, che adotta anch’essa lo svedese come lingua ufficiale (per questo motivo Märket non ha anche un nome finlandese) ed ha qui l’unico tratto di confine terrestre poiché il resto del territorio è costituito dall’omonimo arcipelago. Per i radioamatori, in virtù del suo particolare status, Märket è invece un’entità a sé: le spedizioni che una o più volte l’anno, compatibilmente con le condizioni meteorologiche, raggiungono l’isola per mettersi in contatto con il resto del mondo (le cosiddette DX–peditions) possono utilizzare il prefisso ITU[12] “OJ0” specifico di Märket,[13] invece di quello finlandese “OH” (OH0 per le Åland) o svedese “SM”. 
Märket (T.Koski CC-BY-2.0)

7 – L’edificio del faro, opera dell’architetto Georg Schreck.

Il faro

Unico edificio presente sull’isola, consiste in un edificio a due piani dipinto a strisce orizzontali bianche e rosse, sormontato da una torre alta complessivamente 46 piedi; la costruzione comprende alcuni edifici accessori ed una barriera di protezione dalle onde verso nord. Ininterrottamente presidiato dal personale fino al 1979, fu in seguito automatizzato e da allora, privo di manutenzione ed in balia degli agenti atmosferici, iniziò un rapido processo di degrado. Nel 2007 la Finnish Lighthouses Society (in finlandese “Suomen Majakkseura”) ottenne dallo stato un contratto per il ripristino (costato cinque anni di lavoro) e la conservazione della struttura, opera portata avanti in gran parte da appassionati volontari. Tutt’ora attivo, emette un segnale lampeggiante[14] con una luce bianca ogni 5 secondi ad una elevazione[15] di 17 metri. 
The_Märket_Lighthouse_and_accommodation_September_1942

8 – Il faro nel 1942. (SA-Kuva)

Märket (Esquilo CC-BY-SA-3.0)

9 – L’edificio nel 2013, dopo il restauro.

Note

  1. [1]È una formulazione, riportata dal Wall Street Journal il 20-12-1973, della cosiddetta “legge di Sayre’s”, intitolata al prof. Wallace Stanley Sayre (1905–1972) della Columbia University: «In ogni disputa l’intensità di sentimento è inversamente proporzionale al valore delle questioni in gioco».
  2. [2]170810 The Russian Delegation at Baby Seal” Märket Diary. Suomen Majakkaseura — Finlands Fyrsällskap ry. 17-08-2010, Web.
  3. [3]Sempre in Finlandia c’è anche l’isola di Koiluoto di soli 0,03 km², divisa con la Russia.
  4. [4]Jacobs, in Opinionator (op.cit.)
  5. [5]Lo scudo baltico, come altre aree della Terra (Canada e Groenlandia) si sollevano lentamente a causa del riequilibrio della spinta isostatica: liberati dall’enorme peso dei ghiacci che li ricoprivano, accumulatisi durante l’ultima glaciazione, i blocchi di crosta stanno gradualmente “riemergendo” dagli strati subcrostali su cui galleggiano. Più o meno come una nave quando viene scaricata, ma a causa dell’elevata viscosità il processo durerà decine di millenni.
  6. [6]Un’altra ipotesi sull’etimologia del nome è che derivasse sì da marca, ma nel senso di punto di riferimento in quanto come tale sarebbe stata utilizzata dai naviganti.
  7. [7]Alcuni edifici progettati da Geoge Schrek furono a Tampere il Municipio (1890), la scuola Johanneksen (1898), il ponte Aunessilta (1899), a Villpula la chiesa (1900) in uno stile misto tra il gotico (all’esterno) ed l’art nouveau (all’interno); di nuovo a Tampere il “palazzo Schreck” in Huhtimäenkatu 5 in stile Jugend (il liberty tedesco).
  8. [8]Esempi di fari spostati sono il terzo →faro di Eddystone, smontato e rimontato a Plymouth nel 1870 (Torre di Smeaton), il piccolo →faro di Jeffrey Hook, trasportato via nave da un lato all’altro della baia di New York nel 1921, nel 1999 quello di Belle Tout nell’Est Sussex, Inghilterra (spostato di 17 metri) e quello di Cape Hatteras nel North Carolina, USA (spostato di circa 880 metri), entrambi salvati dall’erosione costiera.
  9. [9]Parte di territorio di uno stato sovrano che giace all’esterno dei confini della Nazione.
  10. [10]Smirnov, Vadom “Kaliningrad: i grandi problemi di una piccola regione” Russia Beyond The Headlines 26 Mag. 2010. Web.
  11. [11]Le contee svedesi furono introdotte nel 1634, a in seguito alle riforme attuate da Gustavo II Adolfo, in sostituzione delle province, o landskap.
  12. [12]I Prefissi radio–telecomunicazioni ITU sono prefissi utilizzati dalla “International Amateur Radio Union” (IARU) per classificare e definire i diversi paesi e territori nelle trasmissioni fra radioamatori.
  13. [13](ITU–) Callsign prefix list. QSL.net Web. 1-11-2014
  14. [14]Il segnale si definisce lampeggiante quando, nel “periodo” (ovvero l’intervallo di tempo dopo il quale si ripete la sequenza) si ha un solo lampo di durata inferiore alla “eclissi” (ovvero il tempo di oscuramento).
  15. [15]L’elevazione o altezza focale è l’altezza del segnale luminoso sul livello medio del mare.

Bibliografia e fonti

Immagini

  1. © Silvio Dell’Acqua;
  2. Islander, 24-8-2009 [CC-BY-3.0/GNU FDL] Commons;
  3. Shadowxfox [CC-BY-SA-3.0] Commons;
  4. © Silvio Dell’Acqua;
  5. Tero Koski, 6-6-2007 [CC-BY-2.0 ] Commons;
  6. © Silvio Dell’Acqua;
  7. Tero Koski, 9-6-2007 [CC-BY-2.0 ] Commons;
  8. Fenrik L. Zilliacus, Märket 1942 [PD] SA-Kuva (Finnish Wartime Photograph Archive) id 106809;
  9. Esquilo, 29-6-2013 [PD] Commons.
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Silvio DellʼAcqua

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Fondatore, editore e webmaster di Lapůta. Cultore di storia della Croce Rossa Internazionale. Appassionato di ricci.