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casello

In dizionario, Emilia Romagna, voci desuete di Silvio DellʼAcqua

(s.m.)

  1. piccolo edificio funzionale a un’infrastruttura o a una specifica attività, casa cantoniera; anche casino di caccia (raro). Il termine, attestato dal 1798, è derivato da casa (dal latino casa) con il suffisso alterativo diminutivo -ello e cambio del genere da femminile a maschile. Il termine conserva una connotazione funzionale e tecnica, riferita a edifici di piccola scala legati a funzione di servizio o controllo di  infrastrutture. Un casello può ospitare il personale addetto all’infrastruttura stessa (uffici e/o alloggi), le apparecchiature per il suo funzionamento (ad esempio lo strumento di blocco in un casello ferroviario o le pompe in casello idraulico) e le attrezzature per la manutenzione. A seconda dell’infrastruttura o attività cui l’edificio afferisce, si parla di:
    • casello autostradale: struttura che regola l’accesso e l’uscita dalle autostrade e dove si effettua la riscossione del pedaggio. Ormai completamente automatizzati, sono solitamente delle semplici tettoie che coprono le piste di accesso ed uscita, dove si trovano le sbarre mobili, le casse automatiche e le apparecchiature per il telepedaggio. In precedenza ospitavano anche le postazioni dei casellanti, ovvero gli addetti alla riscossione del pedaggio.
    • casello daziario: edificio dove si effettuava il controllo delle merci in entrata e in uscita da una città e il pagamento dei relativi  dazi interni, ossia tra comuni dello stesso paese. Simili come funzionamento ad una dogana, erano presidiati dalle guardie daziarie (o dazieri) che facevano parte della polizia municipale. I caselli daziari sono scomparsi per effetto della legge 30 aprile 1930 n. 432, che ha abolito le cinte daziarie pur lasciando immutato il fondamento economico e giuridico delle imposte comunali sul consumo.
    • casello doganale: edificio dove si effettua il controllo delle merci in entrata ed in uscita da un paese, presidiato dai doganieri. In Italia tale funzione è svolta dal personale della Guardia di Finanza.
    • casello ferroviario: detto anche casa cantoniera ferroviaria, è l’edificio preposto all’alloggio del personale ferroviario addetto alla manutenzione ed al controllo di un tratto di linea ferroviaria; solitamente in prossimità di passaggi a livello, bivi, ponti o posti di blocco intermedi. L’addetto che presidiava il casello era detto casellante; i caselli presidiati sono praticamente scomparsi a seguito dell’ implementazione di nuove tecnologie come il blocco automatico e i sistemi di controllo remoto che rendono non necessaria la presenza stabile di personale.
    • casello idraulico: detto anche casello di bonifica, è un edificio preposto al funzionamento di una infrastruttura idraulica, solitamente un sistema di bonifica o irrigazione. Può ospitare gli uffici amministrativi, alloggi del personale e anche macchine idrauliche come pompe o chiuse e relative apparecchiature di controllo. L’addetto alla sorveglianza e controllo di una infrastruttura idraulica era talvolta chiamato guardiano idraulico.
    • casello di caccia: piccolo edificio (casino) di caccia, roccolo.

    Il termine casello è oggi utilizzato quasi esclusivamente per i caselli autostradali e ferroviari. Un casello adibito alla manutenzione della rete stradale prende il nome di casa cantoniera.

  2. (regionale) in Emilia Romagna, caseificio: attestato dal 1892, dal latino caseus “formaggio” con il suffisso -ello, in questo caso privo dell’usuale valore diminutivo.

Si tratta di un caso di omonimia convergente (talvolta detta anche “convergenza etimologica”), ossia di due etimi diversi che — forse anche per motivazione semantica affine (edificio) — convergono nella stessa forma (casello): sebbene le due parole condividano l’identità formale, i loro ambiti semantici e la loro origine restano del tutto indipendenti.


In alto: casello ferroviario 28 posto alla progressiva 182+585 della ferrovia Milano-Bologna, all’interno della stazione di Lodi (foto Arbalete/Wikimedia [CC BY-SA 3.0]