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calzolaio

–aio

In dizionario, suffissi di Silvio DellʼAcqua

(femminile –aia) suffisso nominale utilizzato nella lingua italiana per formare, a partire da un sostantivo, un “nome di agente” (nomen agentis) ossia un altro sostantivo riferibile a persona che svolge un’attività correlata con il nome di base. Ad esempio, aggiungendo al sostantivo latte (categoria merceologica) il suffisso –aio si ottiene lattaio che significa “persona che vende il latte”.

Deriva dal suffisso latino arius con il significato di «persona addetta a», come in asinarius, vinarius, ecc. Il suffisso -aio/-aia si è sviluppato in area toscana ed è generalmente collegato a nomi di attività manuali tradizionali e considerate umili (es: asinaiovinaio, tabaccaio), specialmente nell’ambito del lavoro di bottega, del commercio ambulante o dell’artigianato (ad eccezione di notaio).  In alcuni casi questi nomi hanno solo la desinenza maschile o femminile in quanto tradizionalmente appannaggio alle donne o degli uomini; o ancora le uscite maschile o femminile hanno significati diversi (es. bambinaio/bambinaia; occhiellaio/occhiellaia). Analogo è il suffisso -aro/-ara di origine romanesca con il quale è spesso, ma non sempre, intercambiabile (vaccaio/vaccaro).

Altri suffissi per la formazione di mestieri e professioni sono ad esempio –aiolo, -ario, -ante, -iere, -ino, -ista.

Il suffisso -aio/-aia si usa anche nella formazione dei nomi di luogo riferiti spazi delimitati entro cui è contenuto quanto suggerito dal nome di base (es: bagagliaio, ghiacciaia, legnaia, pollaio, ecc).

Nomi di attività o mestieri formati con il suffisso -aio/-aia:

  • acciugaio/a: (specialmente Piemonte e Lombardia) salaccaio, venditore ambulante di acciughe e pesce conservato (anche acciugaro, romanesco).
  • acetaio/a: (Emilia) chi produce o vende l’aceto. Al femminile, acetaia,, indica anche l’ambiente dove si produce e invecchia l’aceto.
  • acquafrescaio/a: (Napoli) chi vende acqua fresca e relativo chiosco, acquaiolo.
  • alabastraio/a: (tipico della zona di Volterra) chi produce e vende oggetti in alabastro.
  • anguriaio/a: (Italia settentrionale) chi vende angurie (cocomeri) “al gelo”, cocomeraio/a (anche anguriaro/a).
  • asinaio/s: chi conduce gli asini o ne è custode (anche asinaro/a). Al femminile, asinaia, indica prevalentemente il luogo di ricovero degli asini.
  • asolaia: lavoratrice di sartoria che confeziona asole, occhiellaia.
  • astucciaio/a: artigiano che fabbrica “astucci” ovvero, scatole, cofanetti e simili, anche con materiali pregiati.
  • baccellaio: (Toscana) chi vende “baccelli” ossia fave (ed altri legumi); può indicare anche il campo coltivato a fave.
  • balestraio/a: chi fabbrica, ripara e/o vende balestre ovvero armi da lancio (sec. XVIII, scomparso).
  • bambinaia: chi dietro compenso, si prende cura dei bambini; al contrario di altri nomi d’agente con -aio. Come nome di mestiere è utilizzato prevalentemente al femminile poiché (secondo la maggior parte dei dizionari)
  • bambinaio: “uomo che sta volentieri con i bambini” (De Mauro, Hoepli).
  • bandaio/a: lattoniere, stagnino; originariamente chi fabbrica e/o vende bande metalliche.
  • banderaio/a: chi fabbrica o vende bandiere (dalla variante antica bandera) o paramenti in genere; può indicare anche il soldato portabandiera.
  • barrociaio: (anche barocciaio o birocciaio) carrettiere; da barroccio o biroccio, carro a due ruote per il trasporto di oggetti.
  • basolaio/a: basolatore, addetto alla “basolatura” ossia alla posa delle lastre di roccia o “basoli” per la pavimentazione stradale (a. 1965).
  • bastaio/a: chi fabbrica o vende i “basti”, ossia selle di legno per le bestie da soma, adatte al trasporto di ceste o altri carichi.
  • beccaio/a: (Toscana) macellaio (XI sec.). L’Arte dei Beccai era una delle corporazioni di arti e mestieri di Firenze e faceva parte delle quattordici Arti Minori. Ironicamente, anche chirurgo. Variante romanesca è beccaro/a.
  • berrettaio/a: chi fabbrica o vende berretti, in Toscana anche berrettinaio.
  • bestiaio/a: chi cura il bestiame.
  • benzinaio/a: chi vende benzina e carburanti per autotrazione (in romanesco anche benzinaro/a).
  • braciaio: chi produce o vende brace (anche braciaiolo, desueto, o braciaro, romanesco).
  • broccaio/a: (anche broccaro), chi produce, vende o ripara (“concia”) brocche in coccio o in metallo. Chi ripara le brocche era anche detto conciabrocche.
  • bibliotecaio/a: addetto al servizio di una biblioteca; si differenza dal bibliotecario che è invece una professione qualificata.
  • bicchieraio/a: chi fabbrica o vende bicchieri.
  • biciclettaio/a: chi costruisce, vende o ripara biciclette (anche biciclettaro/a).
  • bilanciaio/a: chi fabbrica, vende o ripara bilance.
  • biliardaio/a: chi fabbrica o vende biliardi.
  • bigliettaio/a: chi vende biglietti per mezzi di trasporto, spettacoli o lotterie.
  • birocciaio/a: variante regionale di barrocciao, carrettiere; da barroccio o biroccio, carro a due ruote per il trasporto di oggetti.
  • birraio/a: chi produce o vende birra.
  • borchiaio/a: chi produce, vende o applica borchie.
  • borsaio/a: chi produce o vende borse in genere.
  • borsettaio/a: chi produce o vende borsette per signora, borsellini e accessori (anche borsettaro/a).
  • bottaio/a: chi produce, vende e ripara botti (anche bottaro/a).
  • bottegaio/a: in generale, chi conduce una bottega di qualsiasi tipo (anche bottegaro).
  • bottigliaio/a: chi produce e vende bottiglie, o acquista bottiglie ed altri oggetti usati (anche bottigliaro/a).
  • bottinaio: chi svuota i pozzi neri, da bottino (pozzo nero); detto anche vuotacessi (anche bottinaro).
  • bottonaio/a: chi produce e vende bottoni (anche bottonaro/a).
  • bozzolaio: chi commercia bozzoli di baco da seta (anche bozzolaro). Al femminile, bozzolaia, è anche il locale dove si conservano i bozzoli dei bachi da seta.
  • bufalaio: chi accudisce bufali (anche bufalaro).
  • burattinaio/a: artista che muove i burattini, anche figurato (romanesco burattinaro/a).
  • burraio/a: chi produce e vende il burro. Al femminile, burraia, è anche l’ambiente dove si prepara o si conserva il burro.
  • bustaio/a: chi produce e vende buste (Hoepli) o chi confeziona busti (Garzanti).
  • caciottaio/a: chi produce o vende caciotte (anche caciottaro/a).
  • calcaraio: chi cava o lavora il calcare (anche calcararo)
  • caldarrostaio: chi arrostisce e vende le castagne (anche caldarrostaro/a).
  • calderaio/a: chi fabbrica e ripara pentole e caldaie (anche calderaro).
  • calzettaio/a: chi fabbrica, vende o ripara calze (anche calzettaro/a).
  • calzolaio/a: chi produce, vende o ripara calzature (anche calzolaro/a). L’Arte dei Calzolai (sec. XIII-XVI) era una delle corporazioni di arti e mestieri di Firenze e faceva parte delle quattordici Arti Minori.
  • camiciaio/a: chi confeziona o vende camicie (anche camiciaro/a).
  • candelaio/a: chi fabbrica o vende candele.
  • canestraio/a: chi fabbrica canestri o altri oggetti con materie vegetali da intreccio (cesteria) come vimini, midollino e simili; sinonimi  cestaio, cestinaio (anche canestraro).
  • cappellaio/a: chi confeziona o vende cappelli (anche cappellaro/a).
  • capraio: chi accudisce le capre, pastore (anche capraro).
  • caramellaio/a: chi produce o vende caramelle e dolciumi (anche caramellaro/a).
  • carbonaio: chi produce il carbone vegetale dalla legna; mestiere molto diffuso in Italia fino alla metà XX secolo nelle località di montagna e di collina dove c’era abbondanza di legna (anche carbonaro).
  • carrettonaio: (piemontese e toscano[1]) chi trasporta calcinacci, sabbia e simili con i “carrettoni”[2] (in dialetto cartoné).
  • carrozzaio/a: chi fabbrica o aggiusta carrozze, carrozziere.
  • cartaio/a: chi produce o vende carta (anche cartaro).
  • cartolaio/a: chi vende articoli di cartoleria (anche cartolaro).
  • cavallaio/a: chi custodisce o commercia cavalli; chi guida cavalli da tiro, cavallante (anche cavallaro/a).
  • cascinaio/a: chi conduce una cascina, in quanto proprietario o sovrintendente (famiglio).
  • cenciaio/a: straccivendolo, da cencio, straccio (anche cenciaro/a). Al femminile, cenciaia, indica anche un ammasso di stracci o in senso figurato una cosa di nessun valore.
  • ceraio/a: chi fabbrica o vende candele di cera (anche ceraiolo), modellatore di cera (ceroplasta), chi porta il cero nelle processioni.
  • cerchiobottaio/a: ironico, variante meno comune di cerchiobottista.
  • cestaio/a: chi fabbrica canestri, o altri oggetti con materie vegetali da intreccio (cesteria) come vimini, midollino e simili; sinonimi  canestraio, cestinaio.
  • cestinaio/a: v. cestaio/a.
  • chiavaio: chi fabbrica o vende chiavi, serrature e simili (anche chiavaro).
  • chiocciolaio/a: chi raccoglie e vende chiocciole (anche chiocciolaro/a).
  • chiodaio/a: chi fabbrica e vende chiodi (anche chiodaro).
  • ciabattaio/a: chi fabbrica o vende ciabatte.
  • cioccolataio/a: chi produce o vende cioccolato e simili (anche cioccolataro); utilizzato anche nell’espressione piemontese “figura da cioccolataio” che significa “brutta figura”, “figuraccia”.
  • cocomeraio/a: chi coltiva o vende cocomeri (anche cocomeraro); nel nord Italia è detto “anguriaio”.
  • coltellinaio/a: artigiano armaiolo specializzato nella produzione della coltellineria, ovvero di strumenti da taglio (anche coltellinaro/a).
  • corallaio/a: chi lavora il corallo o vende coralli lavorati (anche corallaro/a).
  • coramaio: chi lavora il cuoio (da corame, cuoio lavorato e decorato), chi lavora in una corameria (anche coramaro).
  • cordaio/a: chi fabbrica o vende corde e spaghi (anche cordaro).
  • corniciaio/a: chi fabbrica cornici.
  • crestaia: sartina.
  • cuoiaio/a: chi lavora e vende il cuoio (anche cuoiaro). L’Arte dei Cuoiai e dei Galigai era una quattordici Arti Minori di Firenze.
  • edicolaio/a: edicolante, gestore di un’edicola per la vendita di giornali, periodici o libri.
  • ferraio/a: chi lavora il ferro (anche ferraro), oggi usato solo come aggettivo nella locuzione fabbro ferraio che designa il fabbro che fa piccoli lavori in ferro battuto.
  • fiammiferaio/a: venditore ambulante di fiammiferi.
  • filandaia: lavoratrice di filanda.
  • fioraio/a: chi vende fiori.
  • formaggiaio/a: chi produce o vende formaggi (anche formaggiaro/a).
  • fornaciaio/a: chi conduce o lavora in una fornace (anche fornaciaro/a).
  • fornaio/a: chi produce pane e prodotti da panificazione; titolare di un forno o panetteria; panettiere (anche fornaro/a).
  • galigaio: conciatore di pelli, cuoiaio. Da galiga, scarpone in pelle. L’Arte dei Cuoiai e dei Galigai era una quattordici Arti Minori di Firenze.
  • gattaia: persona che nutre ed accudisce i gatti randagi (variante meno comune di gattara).
  • gazzosaio/a: venditore o piccolo produttore di gazzosa.
  • gelataio/a: chi produce e vende gelati (anche gelataro/a).
  • gessaio: chi lavora il gesso o vende manufatti in gesso.
  • ghiaiaio/a: chi raccoglie, trasporta e vende la ghiaia.
  • giocattolaio/a: chi produce o vende giocattoli (anche giocattolaro/a).
  • giornalaio/a: chi vende giornali, edicolante (anche giornalaro/a).
  • giostraio/a: addetto al funzionamento e manutenzione della giostra, oggi “esercente spettacoli viaggianti”.
  • gommaio/a: chi vende pneumatici, gommista (toscano).
  • grappaio: chi produce grappa.
  • guantaio/a: chi confeziona o vende guanti (anche guantaro).
  • lattaio/a: chi vende latte e derivati, attestato dal 1803 (anche lattaro o lattarolo).
  • lampionaio/a: addetto alla pulizia e all’accensione dei lampioni a gas; chi fabbrica e vende lampioni e lampade (anche lampionaro).
  • lavandaio/a: chi lava indumenti altrui (anche lavandaro/a).
  • libraio/a: chi vende libri (anche libraro/a).
  • liutaio/a: artigiano esperto nella liuteria, ossia l’arte della costruzione, riparazione e restauro degli strumenti musicali a corda (anche liutaro). Deriva dal liuto, strumento a pizzico molto usato fino all’epoca barocca.
  • lumaio/a: fabbricante o venditori di lumi e lampade.
  • luminaio/a: chi era incaricato di accendere i lumi nei teatri.
  • lupinaio/a: venditore ambulante di lupini bagnati e salati (anche lupinaro/a); anche calpo coltivato a lupini  (raro).
  • macellaio/a: chi lavora e vende le carni (anche macellaro).
  • magliaio/a: chi esegue o vende lavori a maglia. La variante regionale magliaro ha una accezione maggiormente dispregiativa.
  • manzolaio/a: (Lombardia) salariato a contratto annuale addetto all’allevamento dei bovini.
  • marinaio/a: membro dell’equipaggio di una nave (anche marinaro). È detto marinaio anche il “comune di seconda classe”, primo grado dei militari di truppa della Marina Militare Italiana (equivalente a quello di soldato semplice dell’Esercito).
  • mascheraio/a: chi produce o vende maschere.
  • materassaio/a: chi confeziona o rinnova materassi, trapunte imbottite, cuscini (anche materassaro/a).
  • merciaio/a: chi vende articoli di merceria (anche merciaro/a).
  • mugnaio/a: chi opera in un mulino per la trasformazione dei cereali in farina (anticamente mugnaro/a).
  • muscolaio: a La Spezia, allevatore di “muscoli”, ossia cozze.
  • nocciolaio: venditore, specialmente ambulante, di nocciole e frutta secca in genere.
  • notaio: o notaro, soggetto al quale è affidata la funzione di garantire la validità dei contratti e, più in generale, dei negozi giuridici  (da nota, “scritto”). Professione considerata socialmente elevata, è l’unica eccezione in questo senso tra quelle il cui nome termina in –aio. Variante antica tuttora usata è notaro.
  • occhialaio/a: chi produce, vende e ripara occhiali, oggi detto “ottico” (in romanesco occhialaro/a).
  • occhiellaia: lavoratrice di sartoria che confeziona asole, asolaia.
  • occhiellaio: operaio che fa occhielli alle vele.
  • oliaio: chi produce o vende olio. Al femminile, oliaia, indica solitamente il luogo dove si produce l’olio.
  • ombrellaio/a: chi fabbrica, vende o ripara ombrelli (anche ombrellaro).
  • operaio/a: chi esegue un lavoro manuale in genere, da opera, “lavoro”.
  • orciaio/a: chi fabbrica e vende orci, orcioli e altre terraglie.
  • orciolaio/a: v. orciaio.
  • orologiaio/a: chi fabbrica, vende e ripara orologi (anche orologiaro/a).
  • orpellaio/s: artigiano che esegue gli “orpelli”, ossia indora cuoi e pelli (anche orpellaro/s).
  • ostricaio: allevatore e venditore di ostriche (anche ostricaro).
  • ottonaio/a: artigiano che lavora l’ottone.
  • padellaio/a: chi fabbrica, vende e ripara padelle (anche padellaro/a).
  • pallonaio/a: chi fabbrica o vende palloni (anche pallonaro/a).
  • panaio/a: (Toscana, antico) venditore di pane.
  • panettaio/a: addetto alla panettatrice in un burrificio.
  • panieraio/a: chi fabbrica o vende panieri, cesti e simili.
  • pantalonaio/a: sarto, o lavorante di una sartoria, specializzato nella fabbricazione di pantaloni (anche pantalonaro/a).
  • pantofolaio/a: chi produce o vende pantofole; ha assunto anche il significato di persona che ama il vivere casalingo, comodo, mediocre (cioè indossa abitualmente le pantofole).
  • parruccaio/a: chi fabbrica o vende parrucche.
  • pastaio/a: chi produce o vende paste alimentari (anche pastaro).
  • pastasciuttaio/a: (scherzoso, sulla falsariga dei mestieri in –aio) chi mangia molta pastasciutta, ingordo (anche pastasciuttaro/a).
  • pattonaio/a: venditore ambulante di “pattona”, ossia castagnaccio.
  • pecoraio/a: chi accudisce le pecore (anche pecoraro).
  • peracottaio/a: venditore ambulante di pere cotte (anche peracottaro); ha assunto anche il significato di incapace, buono a nulla soprattutto nell’espressione “figura da peracottaio”, figura meschina (analoga a “figura da cioccolataio”).
  • pellaio/a: chi concia, lavora o vende le pelli (anche pellaro/a, pellaiolo/a).
  • pellicciaio/a: chi concia, lavora o vende pellicce (anche pellicciaro/a).
  • peltraio/a: artigiano che lavora il peltro (anche peltraro). Il peltro è una lega metallica composta di stagno ed altri metalli tra i quali il piombo, oggi non più utilizzata per la tossicità.
  • pentolaio/a: chi fabbrica, vende o ripara pentole (anche pentolaro/a).
  • pettinaio/a: chi fabbrica o vende pettini.
  • piattaio/a: chi fabbrica piatti. Al femminile, piattaia, indica anche un mobile domestico per il ricovero dei piatti.
  • pifferaio/a: suonatore di piffero (anche pifferaro).
  • pipaio/a: chi fabbrica e vende pipe ed altri articoli per fumatori.
  • polentaio/a: chi prepara e vende polenta (anche polentaro/a).
  • portinaio/a: addetto alla custodia di una porta (anche portinaro); si differenza dal “portiere” che ha mansioni più ampie (es. la custodia e la piccola manutenzione di un edificio) ma i termini sono spesso usati come sinonimi.
  • postaio/a: (Lombardia, Italia settentrionale) gestore di una “posteria” (anche postaro/a).
  • prestinaio/a o pristinaio/a: (Lombardia, Italia settentrionale) panettiere, fornaio/a; dal dialetto prestìn, “panificio”, a sua volta dal latino tardo pristinum, mulino (anche pristìno o prestinaro).
  • ramaio/a: chi fabbrica, vende o ripara oggetti in rame (anche ramaro).
  • rottamaio/a: chi raccoglie e commercia rottami (anche rottamaro/a).
  • sabbionaio/a: operaio addetto alla cavatura della sabbia. Al femminile, sabbionaia, indica una vasca di sabbia.
  • salaccaio/a o saraccaio/a: venditore ambulante di “salacche”, ossia pesce conservato sotto sale. Nell’uso toscano indica anche un libro logoro, buono solo per incartarci le salacche (Olivetti).
  • salinaio/a: operaio addetto alla raccolta del sale in una salina (anche salinaro/a).
  • salsicciaio/a: chi fa o vende salsicce ed altri insaccati (anche salsicciaro/a).
  • saponaio/a: chi fabbrica o vende sapone (anche saponaro/a).
  • scopaio: fabbricante di scope.
  • sellaio/a: chi fabbrica o vende selle per cavalcature, o manufatti in pelle in genere (anche sellaro/a).
  • sigaraio/a: addetto alla lavorazione del sigaro.
  • scarpaio: venditore ambulante di calzature; calzolaio; ciabattino (anche scarparo/a).
  • solfataio/a: minatore di zolfo (anche solfataro).
  • stagnaio/a: artigiano che esegue stagnature, lavori in latta e lamiera (anche stagnaro/a o stagnino/a).
  • tabaccaio/a: chi vende tabacchi e simili (anche tabaccaro/a).
  • talpaio: cacciatore di talpe, disinfestatore. Al femminile, talpaia, indica la tana della talpa.
  • tubaio: (reg. toscano): operaio addetto ai tubi in una miniera.
  • vaccaio/a: chi accudisce le vacche (anche vaccaro/a).
  • vaiaio: conciatore e venditore di pellicce di “vaio”, ossia scoiattolo,[3] particolarmente pregiate: quella del vaiàio era una delle sette arti maggiori del COmune di Firenze. Per estensione: conciatore in genere, pellicciaio.
  • vasaio/a: artigiano che fabbrica e vende vasi (anche vasaro/a).
  • velinaio: funzionario preposto alla stesura di “veline”, ossia comunicazione inviata da fonte governativa alla stampa perché venga pubblicata. La forma velinaro ha una accezione più spregiativa.
  • vinaio/a: chi vende vini (soprattutto sfusi).
  • vongolaio/a: ci pesca o vende vongole (anche vongolaro/a).
  • zoccolaio/a: chi fabbrica o vende zoccoli (anche zoccolaro/a).

Nomi di spazi o luoghi formati con il suffisso -aio/-aia:

  • acetaia: (modenese e reggiano) ambiente dedicato alla produzione ed invecchiamento dell’aceto.
  • bagagliaio: spazio delimitato (vano, stanza) atto a contenere i bagagli; vagone ferroviario adibito al trasporto dei bagagli.
  • barbatellaio: parte del vivaio in cui si tengono a radicare le barbatelle, ovvero talea di vite o di altra pianta che ha emesso le barbe ed è quindi pronta per essere trapiantata.
  • bietolaio: campo di bietole.
  • bozzolaia: locale dove si conservano i bozzoli dei bachi da seta.
  • braciaio: recipiente dove i fornai tenevano la brace spenta per riutilizzarla.
  • calcinaio: vasca o fossa per la calce. Nella conciatura, dove si macerano le pelli nel latte di calce; nell’edilizia, dove si spegne la calce viva.
  • canapaio: campo coltivato a canapa.
  • carciofaio: campo di carciofi.
  • carnaio: luogo destinato alla carni in una macelleria, più comune in senso figurato per luogo, ambiente eccessivamente affollato.
  • ceneraio: nel forno, vano ove cade la cenere.
  • cipollaio: terreno coltivato a cipolle.
  • cocomeraio: terreno coltivato a cocomeri.
  • colombaia: locale adibito all’allevamento delle colombe, solitamente nel sottotetto di un edificio o in una apposita torretta.
  • concimaia: vasca dove si conserva il concime (letame o altri fertilizzanti).
  • ghiacciaia: ambiente dove veniva prodotto ed immagazzinato il ghiaccio e dove venivano conservati gli alimenti nei mesi estivi prima dell’invenzione del frigorifero.
  • ghiacciaio: grande massa di ghiaccio delle regioni montane o polari.
  • ginepraio: macchia di ginepri, fig. per situazione spinosa, spiacevole.
  • granaio: locale dove si immagazzina il grano.
  • immondezzaio o mondezzaio: luogo dove si accumula l’immondizia, fig. per luogo sudicio.
  • letamaio o letamaia: vasca dove si accumula il letame prodotto dagli animali, fig. per luogo sudicio.
  • lombricaio: terreno pieno di lombrichi; contenitore per l’allevamento dei lombrichi.
  • lupinaio: campo coltivato a lupini.
  • mattonaio: chi produce mattoni e laterizi.
  • medicaio: prato ad erba medica.
  • merdaio: luogo pieno di merda, fig. per luogo sudicio o situazione spiacevole.
  • nevaio: luogo ricoperto di neve.
  • oliaio: luogo dove si produce l’olio.
  • olivaio o ulivaio: luogo dove si conservano le olive prima di portarle al frantoio.
  • orticaio: terreno ricoperto di ortiche.
  • ostricaio: allevamento di (o luogo dove abbondano le) ostriche.
  • ovolaio: terreno in cui si riproducono piante di olivo piantandone gli ovoli.
  • pagliaio: mucchio di paglia.
  • pallaio: campo da bocce.
  • piccionaia: locale addibito all’allevamento dei piccioni, solitamente nel sottotetto della casa, colombaia; per similitudine (spregiativo) luogo angusto o mansarda.
  • pisellaio: terreno coltivato a piselli.
  • pollaio: piccolo fabbricato o recinto dove si tiene il pollame.
  • porcaio: porcile.
  • prunaio: luogo incolto pieno di pruni, pruneto.
  • pulcinaio: luogo dove si tengono i pulcini in un allevamento.
  • rovaio: luoghi pieno di rovi.
  • sterpaio: macchia di sterpaglie.
  • vespaio: luogo pieno di vespe, (figurato) putiferio.

  • Grossman, Maria, Franz Rainer et al. La formazione delle parole in italiano. De Gruyter, 2004.
  • Iacobini, Claudio “denominali, nomi” in Enciclopedia dell’italiano Roma: Treccani. Web.
  • Lo Duca, Maria G. “nomi d’agente” in Enciclopedia dell’italiano Roma: Treccani. Web.
  • Pianigiani, Ottorino. Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana in etimo.it, Web.
  • Dizionario online. Treccani. Web.
  • Sabatini Coletti, Dizionario della lingua italiana. in <corriere.it> Web.
  • Dizionario Il Nuovo De Mauro in Internazionale <dizionario.internazionale.it> Web.
  • Dizionario Hoepli in La Repubblica <repubblica.it> Web.
  • Dizionario Italiano Olivetti <www.dizionario-italiano.it> Web.

Foto: calzolaio (Gellinger/Pixabay)

  1. [1]carrettonaio“in Dizionario di italiano Hoepli.
  2. [2]Lingua Nostra, Vol. XXXVIII Fasc. 3-4, settembre-ottobre 1977. Pag. 89.
  3. [3]cfr. vaio (Treccani).