bottega di alimentari in genere, per lo più sfusi, in particolare salumi, riso, burro, pane e vino;[1] «rivendugliolo di cose mangerecce»:[2] vernacolare milanese e lombardo, attestato dal 1794. Deriva da posta, nell’antico significato di stallo, ossia “luogo del mercato riservato ad un mercante”, con il suffisso derivativo -erìa usato nella formazione dei nomi di negozi e botteghe. Il negoziante della posteria è detto postaio (in milanese posteè) o postaro che corrisponde al più generico bottegaio.[1]
- “posteria” in Il Nuovo De Mauro; in L’internazionale, Web.
- “posteria” in Garzanti Linguistica. Web.
- Arrighi, Cletto Dizionario milanese-italiano: col repertorio italiano-milanese Hoepli, 1977 (1ª ed. 1896). pag. 638 (nota nº 1 alla voce salsamentari)
- Panzini, Alfredo Dizionario moderno – supplemento ai dizionari italiani. Hopeli, 1905. Pag. 381.
Foto: bottega di alimentari a Firenze, Charles Büchler/Unsplash