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Reparto Celere Polizia di Stato, 1949

celerino

In dizionario di Silvio DellʼAcqua

(popolare) agente dei reparti mobili della Polizia di Stato; per estensione, un agente di polizia o gendarmeria in funzione antisommossa. Deriva da “la Celere”, soprannome generico dei “reparti celeri” (dall’aggettivo cèlere, “rapido”) costituiti nel 1946, al termine della seconda guerra mondiale, come reparti autotrasportati di pronto impiego della polizia italiana. L’impiego dei reparti celeri (oggi “reparti mobili”) in funzione antisommossa fece del celerino un’icona delle contestazioni giovanili degli anni ’70 e della guerriglia tra facinorosi delle tifoserie calcistiche (anni ’70 – 2000):

Celerini e ultras, la febbre dell’odio

Corriere della Sera, 25 gennaio 2009. Pag. 31

Sebbene il termine si riferisca, almeno in origine, specificamente agli agenti dei reparti mobili della Polizia di Stato, è talvolta utilizzato in senso esteso per l’agente antisommossa in genere, anche se appartenente ad altre forze di polizia diverse dalla “Celere” (ad esempio, i militari del CIO dei Carabinieri):

 Consistente anche lo schieramento delle forze dell’ordine: erano presenti i celerini dei carabinieri in assetto anti–sommossa e uomini della polizia stradale.

L’arena, 7 dicembre 2016. Web

Talvolta è utilizzato, giornalisticamente e a scopo esemplificativo, per indicare gli agenti di analoghe formazioni antisommossa di forze di polizia straniere:

 …gente trascinata a forza fuori dalle scuole, presa a calci dagli scarponi dei celerini spagnoli.

Ansa, 2 ottobre 2017. Web

alle cinque del mattino decine di CRS e BAC, i celerini francesi, hanno fatto irruzione nell’ateneo…

Radio Onda d’Urto 20/04/2018. Web.

Celerotti e scelbini

Nel clima di contrapposizione ideologica degli scontri di piazza, il termine celerino, attestato dal 1948, veniva spesso usato in tono polemico o anche dispregiativo da parte degli agitatori per indicare gli appartenenti alle forze dell’ordine, visti come antagonisti e strumenti della repressione statale. Ancor più spregiativa era la variante celerotto:

L’amico è un poliziotto del reparto celere della questura di Firenze (un celerino, insomma; o, se si voleva essere un po’ più dispregiativi, un celerotto).

Franco Valleri, Brevi di cronaca nera, (Stampeditore, 2015). Pag. 14

Altro nome con cui venivano chiamati, spregiativamente, i celerini era scelbini da Mario Scelba, ministro dell’interno dal 1947 al 1953 sotto il cui mandato i reparti celeri vennero perfezionati:

 Gli “scelbini“, li chiamiamo noi. Armati di tutto punto: elmetti, manganelli, camionette, autoblindo, idranti. Tre scelbini per ogni crumiro.

A. Chàppori, Franco destino. Un’infanzia d’artista (Marsilio 2004) pag. 103

 …le jeep della Polizia, gli «scelbini» come venivano chiamati allora i poliziotti, che caricavano i manifestanti; i cortei; i comizi…

G. Fasanella, A. Franceschini Cosa sono le BR (BUR, 2013) Pag. 25

I suffissi –ino e –otto

Come abbiamo visto, per motivi politico–ideologici il termine celerino è stato utilizzato anche in senso spregiativo o denigratorio. Il suffisso –ino di celerino e scelbino è utilizzato in questo caso in funzione derivativa, ad indicare un rapporto di appartenenza (come ad esempio in garibaldino, sessantottino) e di per sé non rappresenta un peggiorativo. Tuttavia essendo utilizzato nella formazione di nomi di agente relativi a mestieri considerati umili o deprecabili (es. galoppino), sembra suggerire anche una diminuzione qualitativa, un effetto sminuente che si riscontra nei nomi attribuiti in senso polemico agli appartenenti ad alcuni gruppi politici o ideologici (grillino, ciellino, berluschino…). Il suffisso –otto in celerotto è anch’esso diminutivo ma con valore più dispregiativo (Treccani), come infatti è usato in stupidotto, sempliciotto, provincialotto ecc…