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benaltrismo

In dizionario, lessico politico di Silvio DellʼAcqua

tendenza a sminuire o deviare la discussione di un problema specifico e contingente mettendola pretestuosamente a confronto con argomentazioni più generiche e sostenendo la priorità di queste ultime rispetto all’argomento iniziale: deriva dall’espressione “ben altro”, rafforzativo di altro,  con il suffisso –ismo che evoca dottrine, atteggiamenti e comportamenti. Il termine benaltrismo è stato diffuso dal giornalista e scrittore Gianni Mura che ne fece ampio uso nella sua rubrica sportiva domenicale “Sette giorni di cattivi pensieri” pubblicata dal 1976 sul quotidiano La Repubblica.

Ebbi contro i cosiddetti “benaltristi”, quelli che qualsiasi cosa tu voglia fare ti dicono “Ci vuole ben altro!”.

Corriere della Sera – Magazine 08/09/2005

Nel dibattito socio–politico la retorica benaltrista consiste nel sostenere ottusamente (o faziosamente) l’inutilità della soluzione di un determinato problema rinviandone la causa a un generico “ben altro”, ovvero che il problema in questione non sia altro che la conseguenza di una problematica più ampia su cui sarebbe quindi prioritario intervenire. Esistendo sempre, di fatto, un problema più importante o una soluzione più radicale, il benaltrismo sposta indefinitamente la discussione su argomenti sempre più generici e teorici (v. anche supercazzora) portando inevitabilmente all’inerzia e al “nulla di fatto” (→gattopardismo). In politica è anche un modo per sviare un discorso sgradito, o anche di ottenere maggiore consenso portando la discussione su argomenti qualunquisti e populisti, più sentiti dalla “pancia” del paese (→ggente), senza dover arrivare necessariamente ad una soluzione.


Immagine: succo/Pixabay.