(localismo) a Bologna, (pulsante di) apertura della porta; nell’espressione “dare il tiro”, cioè “aprire la porta”. L’origine della parola risale alla diffusione già dal settecento, nelle case bolognesi, di un sistema meccanico di chiamata (campanello) ed apertura della porta. Una corda, azionata da un pomello, permetteva a chi arrivava di annunciarsi facendo suonare una campanella all’interno della casa. Uno spioncino o una finestrella permetteva di vedere chi si presentava alla porta e un altro meccanismo, tramite un rinvio di carrucole, permetteva di sganciare la serratura dando un secco e deciso “tiro” ad una apposita corda o catena. Da ciò, era detto tiro il comando di apertura della porta: l’espressione fu tanto radicata da sopravvivere alla scomparsa della corda, sostituita dai pulsanti elettrici nei quali non vi è nulla da “tirare”. Ancor oggi a Bologna i suddetti pulsanti sono spesso contrassegnati dalla dicitura “tiro” ed è comune l’espressione “dare il tiro” per dire “aprire la porta”.
Legge i nomi sulla placca, preme il campanello intestato a Gianluca dottor Ferriani e al «Chi è?» risponde: «Dottor Ferriani sono Veggetti e ho dimenticato le chiavi. Mi può dare il tiro per favore?»
L. Macchiavelli, I sotterranei di Bologna (Mondadori, 2014)
Suona il campanello, vado al citofono e dico: «Chi è?» Lui fa: «Renzo». «Ti do il tiro» ribatto io e premo il bottone.
G. Comaschi Certo che voi di Bologna… (Pendragon, 2010)
L’uso del termine è tanto localizzato da essere pressoché sconosciuto, ad esempio, nella vicina città di Modena.
- Comaschi, Giorgio Certo che voi di Bologna… Bologna: Pendragon, 2010. Pag. 33.
- Cremonini, Gabriele Bo Stik — cento riscoperte bolognesi Bologna: Pendragon, 2007. Pag. 45.
- “Terminologia locale: il pulsante: TIRO“. Terminologia etc. 27 Lug. 2010. Web.
Foto: pulsanti nell’androne di un palazzo nel centro di Bologna (© 2016 Silvio Dell’Acqua).