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panorama di Negrar, Valpolicella

negrarizzazione

In dizionario di Silvio DellʼAcqua

cementificazione selvaggia, speculazione edilizia, eccessivo sfruttamento urbanistico di un luogo con conseguente degrado ambientale e paesaggistico dello stesso. Deriva dal toponimo di Negrar[1], località della Valpolicella in provincia di Verona, con il suffisso deverbale –izzazione. Il termine, ricalcato sui precedenti e più noti rapallizzazione (fine anni ’50) e riminizzazione (anni ’80), risale al 2007 ed è attribuito ad «un architetto veronese»[2], riferito in origine allo sfruttamento edilizio nel paese di Negrar e più in generale della Valpolicella, colpita a partire dagli anni da un processo di urbanizzazione incontrollata a seguito del →boom economico italiano, al pare di note località di mare come la riviera ligure e romagnola.

In principio fu la negrarizzazione. Le lottizzazioni residenziali crebbero come funghi in tutta la vallata, tra gli anni Settanta e Novanta, frutto di una politica urbanistica di espansione che ancora oggi poggia le sue basi nel Piano regolatore generale del 1990.

L’Arena, 31 ottobre 2014.[3]

Politiche urbanistiche più attente e maggiore sensibilità ambientale hanno determinato nel XXI secolo una inversione di tendenza, che ha preso il nome di «de-negrarizzazione»[] (con l’aggiunta del prefisso negativo de–).

Sinonimi:

Foto in alto: panorama di Negrar (Adert/Commons CC BY-SA 4.0)


  1. [1]Dal 22 febbraio 2019 il comune di Negrar ha assunto la denominazione di Negrar di Valpolicella con Legge Regionale n. 7 dell’8 febbraio 2019.
  2. [2]L’Arena, 27 marzo 2007, cit. in Treccani (op. cit.)
  3. [3]Madinelli, C. “Edilizia, ora si cambia strada con la «de-negrarizzazione»” in L’Arena, 31 Ottobre 2014. Web.