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"Coscienza, Giuda" dipinto di Nikolai Ge (1891)

iscariota

In dizionario di Silvio DellʼAcqua

(sostantivo) traditore, ipocrita.

Passano ancora confidenti-arlicchini e caifassi e iscarioti e maléfici scribi…

A. M. Ripellino, Praga Magica (1973). Cap. 85.
Deriva per antonomasia da Giuda soprannominato l’Iscariota, l’apostolo che secondo il Nuovo Testamento tradì Gesù consegnandolo ai sommi sacerdoti in cambio di trenta sicli d’argento.

Ipotesi etimologiche

Sull’origine del soprannome Iscariota, da cui deriva antonomasticamente il termine, sono state avanzate diverse ipotesi:

  1. Il soprannome “Iscariota” dato a Giuda potrebbe essere un aggettivo demotico, che ne indicava cioè la provenienza:[1][2] potrebbe riferirsi alla città di Qeriòt menzionata da Geremia (21, 24), che si trovava nel territorio di Horma a sud di Hebron (identificata con le rovine di el-Kureitein), oppure alla città di Kerioth nel Moab (attuale Giordania) che secondo Giosuè (15, 25) sarebbe una delle città del Neghev, all’estremità del territorio di stanziamento della tribù di Giuda. Il vocabolo īsh in ebraico infatti significa “uomo” ed era utilizzato anche come prefisso per indicare la provenienza: īsh Qĕriyyōt, «uomo di Qeriòt». Il termine Qĕriyyōt in ebraico è però anche il plurale di città, per cui l’aggettivo “iscariota” potrebbe indicare la provenienza da un territorio identificato da un gruppo di città.[1] Tale ipotesi, riportata anche dal teologo Tommaso d’Aquino (1225 – 1274) nella Catena Aurea, è la più accreditata presso gli studiosi.[1] Il termine iscariota è tuttora riportato da alcuni dizionari anche come demotico degli abitanti o nativi di Kerioth in Giordania, ma nel linguaggio corrente non è più utilizzato in tal senso.
  2. In alternativa all’ipotesi demotica (1), Tommaso d’Aquino suggerisce che iscariotes potrebbe derivare dal nome di  Issachar, nono figlio di Giacobbe avuto con la moglie Lia, sulla base un versetto della Genesi (30, 18): «Dio mi ha dato la mia ricompensa perché ho concesso la mia ancella a mio marito (come concubina)”, e lo chiamò Issachar». Dall’intepretazione di questo versetto si è ricavata la correlazione tra “Issachar” e il significato di “ricompensa”, “compenso”. Secondo questa ipotesi quindi Iscariotes (da Issachar) alluderebbe alle capacità amministrative. Ciò non sarebbe incompatibile né con il fatto che fosse chiamato Iscariotes anche il padre Simone, in quanto i mestieri si tramandavano spesso da padre in figlio, né con quanto afferma Giovanni e cioè che «Giuda teneva la borsa» (13, 29).[1]
  3. Un’altra ipotesi, basata su una diversa traslitterazione dall’aramaico al greco, attribuisce al termine iscariota il significato di sicarios, dal latino sicarius, termine con cui nella Palestina del I secolo si indicava un gruppo rivoluzionario antiromano all’interno degli zeloti. Siccome però, secondo quanto riportato da Giovanni, era detto Iscariota anche il padre di Giuda (6, 71: «Gesù parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota») questa ipotesi appare improbabile, perché il Simone Iscariota sarebbe vissuto molto tempo prima che il gruppo dei sicari fosse costituito. Inoltre non si rilevano nei Vangeli riferimenti ad eventuali aspirazioni rivoluzionarie di Giuda.[1]
  4. Infine, secondo alcuni, deriverebbe dall’aramaico palestinese išqaryā che significa ipocrita, traditore; o ancora dall’aramaico sheqarya‘ o shiqrai che significava “colui che froda”.[1] Queste ipotesi però non spiegherebbero perché anche suo padre Simone fosse chiamato così.

  1. [1]Savelli, F. (op. cit.)
  2. [3]Treccani (op. cit.) Treccani (op. cit.)

In alto: Coscienza, Giuda, dipinto di Nikolai Ge (1891).