nell’antica Grecia, canto corale in onore del dio Dioniso, a carattere tumultuoso e orgiastico; nella letteratura moderna, componimento lirico concitato e gioioso, dal metro vario.
Nell’uso figurato, il ditirambo è una lode o esaltazione particolarmente enfatica, smaccata, sperticata, ampollosa; panegirico; discorso o scritto elogiativo; utilizzato anche nel senso di inno:
Dal «rafforzamento dell’unità con l’Urss», Honecker ha tratto spunto per un ditirambo senza precedenti sull’Unione Sovietica, il pcus, e sullo stesso Leonid Breznev (citato cinque volte), definiti esempio e guida per la Rdt e gli altri Paesi socialisti.
da La Stampa, mercoledì 19 Maggio 1976
L’universo pittorico di Bellini è un inno, un ditirambo alla gioia di vivere.
da Repubblica 13 dicembre 2018
Il termine ditirambo è attestato in italiano dal 1551 e deriva dal latino dithyrambu(m) a sua volta dal greco antico διθύραμβος (dithýrambos) di etimo incerto e di origine probabilmente preellenica (pelasgica). Quest’ultimo compare per la prima volta in Archiloco[1] che lo descrive come un canto a Dioniso ispirato dal vino. Inizialmente si trattava di una composizione che includeva musica, poesia e danza; eseguita da un coro diretto da un corifeo che rappresentava Dioniso.
- “ditirambo” in Vocabolario Online, Treccani. Web.
- “ditirambo” in Il Sabatini Coletti, in Corriere della Sera. Web.
- “ditirambo” in Dizionario Hoepli, in Repubblica. Web.
- “ditirambo” in Il nuovo De Mauro, in L’Internazionale. Web.
- “il ditirambo” (fr. 120 West) in Lurikoi, 26 aprile 2016. Web.
Immagine: La giovinezza di Bacco (1884), dipinto di William-Alphonse Bouguereau (1825 – 1905), Nationalmuseum (Stockholm) / Commons.