Ha una lunga barba bianca e guance rosse, un lungo abito orlato di pelliccia, viene d’inverno e porta i regali ai bambini. Ma arriva qualche giorno dopo Babbo Natale e veste di blu o azzurro: è Nonno Gelo.
Il mistero del Passo Djatlov
“Urali – Inverno del 1959” poteva essere il titolo dell’album fotografico di dieci giovani intenti ad allenarsi per una spedizione artica, purtroppo andò diversamente: la macchina fotografica è stata abbandonata nella tenda che fu ritrovata squarciata per una fuga precipitosa. Su cosa li abbia spinti a fuggire dalla tenda in tutta fretta nel cuore della notte non si può far altro che fare ipotesi, ed è per questo che da anni la domanda rimane senza risposta: cosa è davvero successo sul Passo Djatlov nell’inverno del 1959?
Il disastro di Černobyl’, 26 aprile 1986
La notte tra il 25 ed il 26 aprile 1986 il reattore numero 4 della centrale elettronucleare di Černobyl’ esplose, proiettando nell’atmosfera vapori e polveri altamente radioattive: fu il più disastroso incidente mai verificatosi in una centrale nucleare e uno degli unici due classificati al massimo livello della scala INES dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica: l’altro, è quello di Fukushima del 2011.
Kiipsaare Tuletorn, il faro pendente
All’imbocco dell Golfo di Riga, al confine tra Estonia e Lettonia, si trova una grande isola che divide le acque della baia del Mar Baltico: è l’isola di Saaremaa, la più grande dell’arcipelago estone. Un paradiso naturale che vanta località termali e suggestivi edifici come mulini a vento, fortezze teutoniche e fari. Uno di questi ultimi è davvero particolare: è pendente, come la celeberrima torre di Pisa, ma -a differenza di quest’ultima- si è in parte raddrizzato. Da solo.
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