minaccia costante ed incombente. L’espressione ha origine da una leggenda tramandata da Cicerone nelle Tusculane (libro V, capitoli 61 – 62) secondo la quale tale Dàmocle, membro della corte del tiranno di Siracusa Dionigi I detto “il Vecchio” (430 a.C. – 367 a.C.), disse a quest’ultimo che lo riteneva una persona molto fortunata perché poteva disporre di tanto potere. Dionigi gli propose allora di prendere il proprio posto per un giorno, proposta che naturalmente fu accettata. La sera si tenne un banchetto luculliano e verso la fine della cena Dàmocle, tiranno pro tempore, si accorse di una pesante spada che pendeva sopra la sua testa, sostenuta solo da un esile crine di cavallo: Dionigi l’aveva preventivamente fatta appendere in quel modo per fargli capire che la sua posizione lo esponeva a costanti minacce. Solo allora Dàmocle comprese lo stato di perenne inquietudine in cui vive chi detiene il potere e, perso l’interesse per il banchetto, chiese al tiranno di terminare lo scambio.
- Castoldi, Massimo e Ugo Salvi Parole per ricordare — Dizionario della memoria collettiva. Bologna: Zanichelli, 2003. Pag. 432. ISBN 88–08–08878–2
- “Damocle” in Dizionario dei modi di dire Hoepli. Web (Corriere.it).
Richard Westall, Sword of Damocles (dettaglio): olio su tela, 1812. Ackland Museum, Chapel Hill, North Carolina, USA (Commons).