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giudici attenti

nappista

In acronimi, dizionario di Silvio DellʼAcqua

sostantivo: militante dei Nuclei Armati Proletari (NAP), organizzazione terroristica di estrema sinistra italiana attiva dal 1974 al 1977 soprattutto nel meridione; come aggettivo: che agisce o ha luogo nell’abito dei Nuclei Armati Proletari (es. “propaganda nappista“).

Presunto “nappista” arrestato

La Stampa, 3/6/1975. pag. 11

Questi compagni si sono costruiti una loro immagine delle nappiste

Care compagne cari compagni. Lettere a Lotta Continua (1978) pag. 186

Deriva dall’acronimo N.A.P. (Nuclei Armati Proletari) con il suffisso –ista, che si trova frequentemente in “nomi d’agente” relativi ad individui  che svolgono una attività (es. antennista, barista) o professano l’appartenenza ad una ideologia (es. comunista, femminista). In particolare, il termine nappista nacque probabilmente sulla falsariga di brigatista, nome comune del militante delle Brigate Rosse.

tazebao nappista per Luca Mantini, Firenze 1974

Firenze: dazibao dei N.A.P. che invitavano al funerale di Luca Mantini, nappista ucciso dai Carabinieri il 29 ottobre 1974 durante un tentativo di rapina.

Armi e materiali ritrovati in un covo nappista

Armi e materiali ritrovati dalle forze dell’ordine in un covo nappista (anni ’70).


Foto in alto: «giudici attenti», scritta murale dei NAP (Italia, anni ’70).

Il “nappismo” greco (XIX secolo)

Pur non avendo nulla a che vedere con gli anni di piombo italiani, il termine nappista era già utilizzato dalla stampa italiana durante il XIX secolo in riferimento agli appartenenti al cosiddetto “partito nappista” greco o “partito russo”, quelli cioè «che si eran sempre mostrati ostili al re e favorevoli alla Russia» (1854)[1] Il partito nappista greco, populista, conservatore e filorusso, in opposizione al re Ottone perseguiva l’idea di ristabilire in Grecia un governo cristiano ortodosso:

Metaxì,[2] oriondo da una distinta famiglia jonia, è tenuto come il capo del così detto partito nappista o russo, le cui tendenze sono piuttosto religiose che politiche, ed il quale poco non ha contribuito a preparare ed operare l’ultima rivoluzione…

Gazzetta di Parma, 1 gennaio 1843, pag. 412

In questo caso il termine nappista (in inglese: napist) derivò dal nome greco del partito, Napaíon, la cui origine è incerta (v. Frary, op. cit.). Secondo la Histoire diplomatique de la Grece de 1821 a nos jours (1925–26) dello storico francese Edouard Driault ebbe origine dall’acronimo N.A.P. che qui significava “Nicholas[3] Autocrate di Russia”: la “P” starebbe appunto per Russia, che in greco si scrive “Ρωσία” e in russo “Росси”. La lettera “R” dell’alfabeto greco e cirillico, rassomigliante alla “P” di quello latino, sarebbe stata interpretata dagli inviati stranieri come una “P” e da ciò “nappismo” (in inglese napism). Lo storico greco Karolidis invece sostiene che derivi da una figura mitologica chiamata Napas o da un imperatore anch’egli di nome Napas nominato da Plinio e Diodoro. John Anthony Petropulos in Politics and Statecraft in the Kingdom of Greece, 1833-1843 (1968) ipotizza che il Napas che ispirò il nome del partito fosse invece un attivista russofilo dal carattere piuttosto irascibile.


  1. [1]Rovani, Giuseppe Storia della Grecia negli ultimi trent’ anni, 1824-1854, in continuazione a quella di Pouqueville. Milano: Libreria Ferrario, 1854.  Pag. 333.
  2. [2]Metaxì: Andreas Metaxas, leader del partito nappista.
  3. [3]Nicholas: Nicola I Romanov, imperatore di Russia dal 1825 al 1855. Alla sua morte, l’Impero russo aveva raggiunto il culmine storico della sua espansione