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black friday (shopping)

In dizionario, voci dall'inglese di Silvio DellʼAcqua

Grandi magazzini Macy’s a Herald Square, New York, nel 1907.

termine della lingua inglese (utilizzato anche in italiano) che significa letteralmente “venerdì nero” ed indica il quarto venerdì di novembre, giorno in cui tradizionalmente molti negozi on-line e siti di e-commerce, ma anche negozi “fisici” (soprattutto in USA) offrono sconti consistenti sui prodotti e vengono per questo presi d’assalto dai consumatori.

La tradizione del black friday nasce negli Stati Uniti D’America, dove corrisponde al giorno successivo al Giorno del Ringraziamento (quarto giovedì di novembre) ed è tradizionalmente considerato il primo giorno del periodo di shopping natalizio, una sorta di “avvento commerciale”. Il primo grande magazzino a proporre una parata per l’apertura dello shopping natalizio fu Macy’s nel 1924.

L’associazione del termine black friday con il giorno seguente al Ringraziamento venne molto dopo, inizialmente in relazione all’assenteismo. Un articolo dai toni sarcastici intitolato “Black Friday (day after Thanksgiving)” pubblicato sulla rivista Factory Management and Maintenance nel 1951, descriveva infatti come black (nero, con accezione negativa) il venerdì seguente alla festività, a causa del danno economico causato alle aziende dal fatto che molti operai si dessero malati:

 “Friday-after-Thanksgiving-itis”[1] is a disease second only to the bubonic plague in its effects. At least that’s the feeling of those who have to get production out, when the “Black Friday” comes along. The shop may be half empty, but every absentee was sick — and can prove it.
Il “Venerdì-dopo-il-Ringraziamento” è una malattia seconda solo alla peste bubbonica come piaga. Almeno questa è la sensazione per coloro che devono assicurare la produzione, quando il “Black Friday” arriva. I negozi potranno essere mezzi pieni, ma ogni assente è ammalato — e può provarlo.


da Factory Management and Maintenance, 1951[2]

L’uso del termine black friday in riferimento allo shopping si diffuse però solo all’inizio degli anni ’60, quando tra i poliziotti di Philadelphia si affermò l’uso di chiamare “venerdì nero” e “sabato nero” i due giorni dopo il Ringraziamento per via del traffico, che diventava improvvisamente congestionato a causa dello shopping natalizio e costringeva gli agenti a turni anche di 12 ore:

 For downtown merchants throughout the nation, the biggest shopping days normally are the two following Thanksgiving Day. Resulting traffic jams are an irksome problem to the police and, in Philadelphia, it became customary for officers to refer to the post-Thanksgiving days as Black Friday and Black Saturday.
Per i commercianti del centro città, i giorni di maggiore shopping sono normalmente quelli che seguono il Ringraziamento. I conseguenti ingorghi di traffico sono un grosso problema per la polizia e, a Philadelphia, è diventata abitudine per gli agenti riferirsi ai giorni post-ringraziamento come “venerdì nero” e “sabato nero”.


Public Relations News, 18 dicembre 1961, p. 2.[3]

Women's Wear Daily, 28 novembre 1960

Trafiletto sul Women’s Wear Daily del 28 nov. 1960 

La stampa, che si avvaleva di giornalisti che lavoravano a stretto contatto con la polizia, si appropriò ben presto di questi termini rendendoli molto popolari. Black Friday compare per la prima volta in questo senso il 28 novembre del 1960, in un breve articolo del Women’s Wear Daily sul fenomeno dello shopping a Philadelphia e i relativi problemi di congestione del traffico «sia veicolare che pedonale». Sempre all’inizio degli anni ’60 giornalisti Nathan Kleger e Joseph P. Barret scrissero un articolo per l’Evening Bulletin, usando i termini Black Friday e Black Saturday per descrivere il caos per le strade della città nei giorni successivi al Ringraziamento. Ciò fece però infuriare i commercianti i quali temevano che l’uso del’aggettivo black, nero, trasmettesse un’immagine eccessivamente negativa del traffico, scoraggiando la gente a venire in centro a fare acquisti. Come racconta lo stesso Barret in articolo sul Philadelphia Inquirer del 1994:

 I was worried that maybe Kleger and I had made a mistake in using such a term, so I went to Chief Inspector Albert Trimmer to get him to verify it.
Trimmer, tongue in cheek, would say only that Black Friday was used to describe the Valentine’s Day massacre of mobsters in Chicago.
Ero preoccupato che forse io e Kleger potevamo avere commesso un’errore usando questo termine, così andai dall’ispettore capo Albert Trimmer per farglielo verificare. Trimmer, scherzosamente, disse solo che Black Friday era stato utilizzato per la strage di San Valentino dei gangster di Chicago.[4]



da Philadelphia Inquirer, 25 novembre 1994.[5]

…è il traffico! Troppe macchine! è un traffico tentacolare, vorticoso, che ci impedisce di vivere e ci fa nemici, famigghia contro famigghia, troppe macchine! Johnny Stecchino (1991)

Per via della connotazione negativa che ha il colore nero nella cultura occidentale (è associato alla morte e al lutto), l’aggettivo black era infatti usato per definire una giornata particolarmente infausta. Si ricordi ad esempio il black tuesday (martedì nero) del crollo della borsa di Wall Street il 29 ottobre del 1929 che segnò l’inizio alla Grande Depressione. In particolare proprio il termine black friday era già presente nella memoria collettiva per il venerdì 24 settembre 1869, quando il crollo del prezzo dell’oro innescò una crisi economica, e per altre giornate particolarmente tragiche che caddero di venerdì: paragonare il traffico di Philadelphia a questi eventi significava trasmetterne un’immagine apocalittica. Per rimediare, l’anno successivo fu emanato un comunicato stampa del commissario della polizia Albert N. Brown in cui si usavano i meno “infelici” eufemismi Big Friday e Big Saturday (grande venerdì e grande sabato). Tuttavia l’operazione non ebbe successo e il “venerdì nero” continuò ad essere usato allargandosi ad altre città, durante tutti gli anni ’70 e soprattutto ’80 grazie alla crescita dei consumi e quindi della corsa allo shopping.

Traffico a Chicago durante il periodo natalizio, 1962.

Traffico a Chicago durante il periodo natalizio, 1962.

Furono allora i pubblicitari a trovare una soluzione: anziché arginare l’uso del termine, inventarono una nuova etimologia in grado di sviare l’attenzione dai problemi del traffico. Sia Ben Zimmer (linguista e pubblicista per il Wall Street Journal) che Bonnie Taylor-Blake (neuroscienzata ricercatrice alla University of North Carolina at Chapel Hill e appassionata di folklore) concordano sul fatto che fu una riuscita operazione di marketing a far circolare la storia “positiva” secondo la quale l’origine del black friday fosse nei profitti dei negozi: dal quel giorno, infatti, grazie agli acquisti i bilanci tornavano sicuramente “sul nero” (back on black) ossia in attivo, scritti quindi con inchiostro nero[5] in contrapposizione al rosso con cui venivano registrate le uscite. Questa storia iniziò a circolare infatti solo negli anni’80, ma ebbe il risultato sperato: ossia “oscurare” nell’immaginario collettivo l’origine negativa del termine e l’associazione dello shopping con l’inferno del traffico cittadino.

Johnny Stecchino

«… lei ha già capito, è inutile che io glielo dica… mi veggogno a dillo… è il traffico! Troppe machine! è un traffico tentacolare, vorticoso, che ci impedisce di vivere e ci fa nemici, famigghia contro famigghia, troppe machine!»
(da Johnny Stecchino, 1991)

Oggi il termine si è diffuso in tutto il mondo soprattutto grazie ad internet e vive di vita propria rispetto al giorno del Ringraziamento cui era in origine legato, non esistendo questa festività al di fuori degli USA. Le statistiche delle vendite rilevate durante il black friday sono considerate un importante indicatore della propensione agli acquisti per la stagione successiva. Sulla falsariga di black friday è nato il termine cyber monday (lunedì cibernetico), coniato nel 2005 dalla Shop Organization della National Retail Federation per indicare la prosecuzione online fino al lunedì successivo degli sconti del black friday. Anche cyber monday fu tuttavia oggetto di polemiche in quanto l’aggettivo cyber è spesso associato a termini negativi come criminalattackbullying. In opposizione al black friday alcuni celebrano lo stesso giorno (o il seguente) il Buy Nothing Day, proposto nel 1992 dall’artista canadese Ted Dave, un giorno cioè in cui “non comprare nulla” per dimostrare di non essere schiavi del consumismo.[6]


  1. [1]Espressione scherzosa traducibile più o meno come “Giorno-dopo-il-Ringraziament-ite”, nella quale si utilizza il suffisso –itis (–ite) comune ai nomi di molte malattie (es. bronchitis, dermatitis…).
  2. [2]Articolo “ritrovato” da Bonnie Taylor-Blake e postato in una mailing list della American Dialect Society. Cfr. Zimmer (op. cit.)
  3. [3]Articolo trovato da Bonnie Taylor–Blake e citato in B. Zimmer (op. cit.)
  4. [4]Il massacro della banda del gangster Bugs Moran e della sua gang, compiuto dagli uomini di Al Capone a Chicago il 14 febbraio 1929.
  5. [5]B. Zimmer, (op. cit.)
  6. [6]buy nothing day” in Encyclopædia Britannica. Web.