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mandrogno

In dizionario, localismi di Silvio DellʼAcqua

sinonimo di alessandrino, abitante di Alessandria e dintorni; regionalismo piemontese che può portare diverse accezioni a seconda del contesto. Il termine deriva da Mandrogne (di etimologia incerta), un nucleo abitato nei pressi di Alessandria preesistente alla città (fondata nel 1168) i cui abitanti erano considerati, scrive Umberto Eco, «un’isola razziale, non si sa se di origine zingara o saracena (e ne avevano i tratti somatici, belli, alti, capelli crespi e naso aquilino). Praticavano il commercio di pelli di coniglio, e vigeva tra loro un’omertà quasi siciliana. Per metonimia o sineddoche, e per indicare un carattere chiuso, astuto e testardo, il termine mandrogno è stato esteso a tutti gli alessandrini in genere». Mandrogno si riferisce quindi a tutte le caratteristiche stereotipicamente attribuite agli alessandrini, che non sono necessariamente negative: il giornalista Giovanni Arpino (1927 – 1987) scrisse infatti che l’alessandrino è «uomo concreto, sodo, pieno, in cui difetti e qualità si mantengono in un equilibrio tanto raro quanto inevitabile». Il mandrogno è quindi –a seconda del contesto– una persona dai modi spicci (forse per assonanza con mandriano, con il quale però non sono accertate origini comuni), oppure una persona abile nel condurre gli affari, scaltra. Un po’ come accade per l’americano rednex o il terrone riferito agli italiani del meridione, nonostante tenda a prevalere dall’esterno una accezione dispregiativa, il termine mandrogno è spesso utilizzato dagli stessi alessandrini con una punta di orgoglio, per dire “vero alessandrino”, legato e fedele alla terra natale. Il regalo del mandrogno è un romanzo di Pierluigi ed Ettore Erizzo, ambientato tra Piemonte e Liguria del Risorgimento italiano.