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semi essicati di Pimpinella anisum


Asia, coltivata in tutto il mondo.


anetolo.


carni, verdure, formaggi, dolci e dolciumi, liquori.

spezia ricavata dai semi essicati di anice comune o anice verde (Pimpinella anisum); con lo stesso nome comune sono indicate anche altre piante accumunate dall'aroma molto simile dei semi o frutti ma che non hanno parentele botaniche, come l'anice stellato o badiana (Illicium verum), l'anice pepata o pepe di Sichuan (Zanthoxylum piperitum) o l'anice dei Vosgi o carvi (Carum carvi). L'anice comune è una erbacea annuale della famiglia delle ombrellifere (Apiaceae) cui appartengono anche l'assafetida, il carvi, l'ajowan, il cumino, il coriandolo, il levistico , il radhuni; ma anche piante eduli come carota, pastinaca, sedano e finocchio.

In alto: pianta in fiore di anice comune (Pimpinella anisum). Foto di A1online2020 [CC BY-SA 4.0] Commons.

semi di radhuni

frutti essicati di Psammogeton involucratus


India, Sri Lanka.


limonene, a-terpene, dipentene, d-linallolo, terpineolo, dl-piperitone, timoquinolo, timolo, acido chetonico.


cucina etnica bengalese e asiatica più in generale, miscele di spezie.

dal bengalese, spezia ottenuta dai frutti (schizocarpi) essicati di Psammogeton involucratus (sinonimimi: Trachyspermum roxburghianum, Trachyspermum involucratum), pianta erbacea annuale nota come ajmoda appartenente alla famiglia delle apiacee (comunemente dette ombrellifere) cui appartengono anchel'ajowan, il carvi, il cumino, il coriandolo, l'assafetida ma anche piante eduli come carota, pastinaca, sedano e finocchio. È molto simile all'ajowan, spezia ricavata dall'omonima pianta strettamente imparentata (Trachyspermum ammi). Spezia dal forte sapore di prezzemolo, è utilizzata nella cucina bengalese (es. nello shukto, piatto di riso e verdure) e più in generale asiatica e indonesiana, o come ingrediente principale del panch phoron, una miscela di spezie bengalese (insieme a fieno greco, nigella, cumino, senape e semi di finocchio).

Altri nomi: wild celery ("sedano selvatico", inglese), ajmod (hindi), kant-balu (burmese), phak chi lom (thai), asamodagam (Sri-Lanka).

Immagine: semi di radhuni con moneta da un centesimo di dollaro USA per confronto. Badagnani [CC BY-SA 3.0] Commons.

frutti essicati di ajowan (Trachyspermum ammi)

frutti essicati di Trachyspermum ammi


subcontinente indiano, medio oriente, Africa nord-orientale.


timolo, paracimene e -terpinene.


cucina indiana, africana e mediorientale, berberé.

spezia nota anche con i nomi di carambola, carom, cumino di ajowan, erba del vescovo, semi di timolo; anche ajwain in inglese o omam in lingua tamil. Spezia piuttosto rara, è ottenuta dai frutti (schizocarpi) essicati di Trachyspermum ammi, nota come ajowan, pianta della stessa famiglia (Apiaceae, comunemente dette ombrellifere) del carvi, dell'anice e del cumino (è detta anche infatti "cumino di ajowan"), del coriandolo, dell'assafetida; ma anche piante eduli come carota, pastinaca, sedano e finocchio. L'ajowan o "erba del vescovo" è originaria del Medioriente ed Africa nord occidentale, poi diffusa anche al subcontinente indiano e al corno d'Africa (Eritrea ed Etiopia); la spezia è utilizzata nelle cucine etniche indiane ed africane. Il sapore leggermente amaro e piccante ricorda il timo (per la presenza di timolo) ed il cumino; le molecole aromatiche di questa spezia sono timolo, paracimene e -terpinene.

In Europa è spesso sostituita dal più comune levistico, spezia molto simile ricavata da una piante della stessa famiglia, Levisticum officinale. Molto simile è il randhuni, spezia utilizzata quasi esclusivamente in India, Indonesia e nel Sud-est asiatico, ricavata da una pianta della stessa famiglia (Psammogeton involucratus), nota come ajmoda in sanscrito e wild celery (sedano selvatico) in inglese.

Immagine in alto: Sanjay Acharya [CC BY-SA 3.0] Commons.

mbongo, ose oji, hepper pepper

baccelli o semi essicati di Aframomum danielliA. citratum o A. exscapum


Africa occidentale


chetoni aromatici


zuppe e stufati della cucina etnica dell'Africa occidentale

Baccelli o semi essicati di tre diverse specie del genere Aframomum, cui appartiene anche la pianta A. melegueta da cui si ottiene il pepe di Guinea o grani del paradiso, una spezia molto simile e strettamente imparentata. Il genere Aframomum appartiene alla famiglia delle zingiberacee, di cui fanno parte anche il cardamomo, la curcuma e lo zenzero, la galanga e la korarima.

Si utilizzano i bacelli interi soprattutto della specie Aframomum exscapum, mentre dalle specie A. danielli e A. citratum si utilizzano più comunemente solo i grani (semi), detti mbongo. La spezia di queste due ultime specie ha un aroma più floreale di quella di A. exscapum.

 

rizoma di Zingiber officinale


originario del sud-est asiatico ed estremo oriente, coltivato in tutta la fascia tropicale e subtropicale


olio essenziale (in prevalenza zingiberene), gingeroli e shogaoli (principali responsabili del sapore pungente), resine e mucillagini


cucine indiana ed indocinese (salse, zuppe, curry); dolci (specialmente della cucina nordeuropea); bevande, birra, tisane

Rizoma di Zingiber officinale, pianta erbacea della famiglia delle zingiberacee (Zingiberaceae) della quale fanno parte anche cardamomo, curcuma, galanga, korarima e le specie del genere Aframomum da cui si ottengono il pepe di Guinea e il pepe alligatore.

Il rizoma è utilizzato fresco, tagliato a fettine o grattugiato, oppure essicato e macinato. È oggi ampiamente utilizzato in cucina in tutto il mondo, principalmente nelle preparazioni delle cucine indocinesi (zuppe e salse), come ingrediente del curry; è presente anche tipicamente nei dolci tradizionali del nord Europa (es. pan di zenzero) e può essere consumato anche candito. Infine, è impiegato in tisane, bevande, liquori e birra (ginger ale).

Da non confondersi con lo "zenzero thailandese", che è un altro nome della galanga.

 

Zingiber officinale, tavola botanica da Franz Eugen Köhler, Köhler's Medizinal-Pflanzen (1883)
falso zafferano, zafferano bastardo, zafferano dei poveri, zafferanone

petali essicati di Carthamus tinctorius


zone temperate dell'Asia, ora diffuso anche nel sud Europa


succedaneo dello zafferano
Il cartamo (Carthamus tinctorius) è una pianta della famiglia delle Asteracee che comprende diverse specie utilizzate a scopi alimentari, come lattuga, tarassaco, radicchio, carciofo, camomilla, girasole ed altre. Il cartamo è utilizzato principalmente per la produzione di oli, coloranti ed addensanti per l'industria alimentare. Dall'essicazione dei petali si ricava l'omonima spezia, nota anche come zafferanone, utilizzata in cucina come succedaneo economico dello zafferano.
Carum carvi, da "Köhler's Medizinal-Pflanzen", 1897

zafferano vero

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pistilli di Crocus sativus


Asia Minore


safranale (aroma), picrocrocina (gusto)


pietanze di riso o pasta, bevande, colorante

Si ottiene dallo stimma di Crocus sativus, pianta della famiglia delle Iridacee, coltivata in Asia minore e in molti paesi del bacino del Mediterraneo tra cui l'Italia penisulare. Il nome zafferano deriva dall'arabo za῾farān.

Utilizzata nella produzione di pietanze a base di riso (risotto, paella) o di pasta nella cucina italiana e spagnola; viene anche impiegato nella produzione di bevande per infusione.

Lo zafferano è la spezia più costosa in commercio, seguito dalla vaniglia. Per questo è spesso sostituito dal più economico cartamo o "falso zafferano".

Crocus sativus by HeiWu
Fiore di zafferano (foto HeiWu CC BY-SA 3.0)

bacelli di Vanilla planifolia


Messico, Madagascar, Indonesia


vanillina (4-idrossi-3-metossibenzaldeide), altri composti aromatici


dolci e bevande

Spezia dolce prodotta dai bacelli dell'orchidea Vanilla planifolia. Il nome vaniglia deriva dallo spagnolo vaina, a sua volta dal latino vagina che significa "guaina", "baccello".

Originaria delle foreste tropicali umide della costa orientale del  Messico, che ne ha detenuto il monopolio della produzione fino al XIX secolo, la coltivazione della vaniglia si è poi estesa a Reunion, Madagascar, Indonesia, Thaiti e Papua Nuova Guinea.

Spezia dall'aroma caratteristico e complesso, dato principalmente dalla vanillina, è impiegata per la produzione di dolci, bevande e profumi. La preparazione inizia con l'immersione in acqua calda del bacello raccolto e prosegue con varie operazioni di essicazione e smistamento che possono durare fino a dieci mesi, il che ne fa la seconda spezia più costosa dopo lo zafferano.

I tipi di vaniglia possono essere suddivisi per qualità e varietà:

Vanilla planifolia, da Franz Eugen Köhler, Köhler's Medizinal-Pflanzen 1897

qualità

vanille ménagère

vaniglia casalinga
destinata alla vendita al dettaglio, i bacelli devono essere lunghi almeno 15 cm, non spezzati né lesionati e non troppo secchi

vanille givrée

vaniglia brinata

qualità molto pregiata, presenta la vanillina cristallizzata in escrescienze superficiali; ha un aroma particolarmente intenso e delicato

vaniglia

le qualità meno pregiate sono destinate alla produzione di estratti, polvere di vaniglia o alla produzione alimentare industriale.

varietà

vaniglia Bourbon

prodotta sull'isola di Reunion, è caratterizzata da un metodo produttivo particolarmente complesso.

vaniglia Thaiti

prodotta a Thaiti, ha un profumo caldo e delicato, zuccherato, ricorda il pan di spezie ma con una nota fruttata che richiama la prugna.

vaniglia Thaitensis

prodotta in Papua Nuova Guinea dal profumo caldo e speziato con una nota di anice.