
1 – Il Sergente Schultz (John Banner) ed il Colonnello Hogan (Bob Crane) in una scena di Hogan’s Heroes, 1965

2 – Il Colonnello Hogan (Bob Crane) mostra una pizza ad un ufficiale italiano in visita al campo (Hans Conried) in Hogan’s Heroes.
Chi si ricorda di quella vecchia serie TV umoristica americana che aveva come protagonisti un gruppo di soldati alleati prigionieri di un alquanto improbabile campo di prigionia nazista durante la seconda guerra mondiale, famoso per essere l’unico da cui non era mai riuscito ad evadere nessun prigioniero? In realtà, nella fiction, i militari tedeschi di guardia al campo erano dei perfetti idioti mentre i prigionieri di guerra alleati erano così scaltri e ligi al dovere che, piuttosto che evadere facilmente, preferivano prendersi gioco dei nazisti dedicandosi ad un servizio di spionaggio e sabotaggio per conto del proprio Paese: stiamo parlando de Gli Eroi di Hogan, serie comedy della CBS che in patria andò in onda tra il 1965 e il 1971. L’attore che interpretava il simpatico colonnello Robert Hogan, leader dei prigionieri alleati, era Bob Crane. Nato nel Cunnecticut nel 1928, la sua carriera artistica prese il via come disc-jockey negli anni ‘50, prima a New York e nel Cunnecticut, infine a Los Angeles. Qui inizia a dedicarsi anche alla recitazione ricoprendo ruoli secondari in varie serie TV, tra le quali Alfred Hitchcock presenta (realizzata tra il 1955 ed il 1962) e la celebre Twilight Zone del 1959, serie di culto nota in italia come Ai confini della realtà
. Nel 1965 ottenne finalmente il ruolo del colonnello Hogan in Hogan’s Heroes, ruolo che gli avrebbe cambiato la vita e la carriera.
3 – Bob Crane nei panni del Colonnello Hogan con la futura seconda moglie Sigrid Valdis (che interpretava Fräulein Hilda) sul set di “Hogan’s Heroes” il 5 settembre 1969.
Crane, da sempre appassionato di fotografia e adultero impenitente, sfruttava la sua fama per portarsi a letto numerose modelle e donne affascinanti, che spesso si facevano ritrarre da lui in foto piuttosto scabrose. Lui stesso poi, sebbene sposato da quasi 20 anni, amava farsi fotografare durante gli amplessi con le sue amanti. Durante la lavorazione della serie inizia a frequentare l’attrice Sigrid Valdis, co-protagonista nel telefilm, che sposerà dopo aver divorziato dalla prima moglie Anne. Contemporaneamente Crane conobbe[1] tale John Carpenter: non il famoso regista, ma un omonimo venditore di attrezzature video della Sony che lo convinse a provare alcune telecamere per l’home video; tecnologia all’epoca ancora agli albori e della quale Crane fu notevolmente impressionato. I due fecero amicizia ed iniziarono a frequentarsi assiduamente. Seppur sposato una seconda volta, l’attore non aveva perso certo il vizio per le scappatelle, anzi: anche Carpenter finì spesso per rimanere invischiato nelle scorribande notturne di Crane e i due facevano spesso coppia durante gli “abbordaggi” di giovani donne avvenenti. Bob Crane si faceva riprendere da Carpenter durante le sue performance erotiche e ci prese tanto gusto da mostrare ad amici e conoscenti le sue prodezze in video, cosicché in poco tempo la voce di questa sua passione per il porno amatoriale si diffuse tra le star di Hollywood.
4 – Bob Crane con una ragazza sconosciuta in un uno dei suoi video amatoriali.
Quando la serie TV giunse al termine Crane era pronto a fare il salto verso il grande schermo e fu ingaggiato dalla Disney per il ruolo di Charlie McCready nel film per famiglie Superdad[2] (1973). Purtroppo però le voci sui video erotici che l’attore amava girare finirono per arrivare anche alle orecchie della produzione e -visto anche il clamoroso fiasco al botteghino- la Disney lo scaricò. Fu l’inizio del tragico e triste declino della star: dopo questa esperienza infatti, erano in pochi a voler Crane come attore. Nel 1975 ci riprovò con The Bob Crane Show, cancellato però dopo sole 12 puntate. Dopo alcune comparsate in Police Woman (in Italia Pepper Anderson agente speciale), Quincy M.E. e Love Boat, all’ex colonello Hogan non resta che riciclarsi ai cosiddetti dinner theatre, spettacoli dal vivo che si svolgevano mentre gli spettatori erano intenti a cenare. Nel frattempo Carpenter era andato a lavorare per la Akai ma non aveva smesso di frequentare l’amico attore e di partecipare alle orge notturne che Crane continuava a immortalare su video.
5 – Victoria Ann Berry accompagnata dalla polizia lascia la scena del crimine, l’abitazione di Crane ai Winfield Apartments di Scottsdale, Arizona
(Findadeath).
La notte del 28 giugno del 1978, l’attore finì il proprio spettacolo serale al Windmill Dinner Theatre a Scottdale, in Arizona,[3] e come al solito abbordò un paio di ragazze assieme all’inseparabile amico. Ma la serata, come racconterà più tardi Carpenter, si rivelò un totale fallimento per entrambi, così a Crane non restò che tornare a casa. Il pomeriggio del giorno seguente l’attore non si presentò per il pranzo e la collega Victoria Ann Berry, co-protagonista dello spettacolo dal vivo Beginner’s Luck, si recò al suo appartamento: trovò il suo corpo senza vita, colpito a morte da un oggetto contundente -forse un treppiede- ed un cavo elettrico stretto attorno al collo. Con la notizia della morte di Crane la stampa scandalistica diede ampio risalto alla sua abitudine di girare video scabrosi, che divenne così ampiamente nota al grande pubblico.
6 – La stampa scandalistica getta la vita privata di Crane in pasto al pubblico.
7 – Bob Crane e la moglie Sigrid Valdis sono sepolti al Westwood Village Memorial Park Cemetery di Brentwood, California.
Le prime indagini della polizia portarono a sospettare quasi subito di John Carpenter: nella sua auto furono infatti rilevate tracce di sangue presumibilmente appartenute a Crane. A quei tempi però il test comparativo del DNA non era ancora disponibile e[4] e non fu quindi possibile verificare se quel sangue appartenesse o meno all’attore assassinato. Così la polizia, incapace di dimostrare il reale coinvolgimento di Carpenter nell’omicidio, lo rilasciò facendo cadere ogni accusa. I funerali di Crane furono celebrati il 5 luglio a Westwood, Los Angeles.
Ma la storia non era ancora finita. Nel 1990 il caso fu riaperto a seguito del ritrovamento di una foto degli interni dell’auto guidata da Carpenter nei giorni dell’assassinio, nella quale si notava, a detta degli esperti dell’accusa, quella che poteva essere una traccia di materia cerebrale o altro tessuto del cranio.[5] I campioni di sangue raccolti nella stessa auto nel 1978 erano però andati perduti e quindi ancora una volta non fu possibile eseguire il test dell’impronta genetica, che già da qualche anno era stato introdotto nelle analisi investigative.[4] Carpenter viene comunque arrestato ed accusato di omicidio: sebbene risultasse che la notte della tragedia il sospettato avesse chiamato più volte la vittima al telefono e che probabilmente l’arma del delitto era un treppiede per videocamera, nel 1994 -al termine del dibattimento- l’uomo viene scagionato dall’accusa di omicidio di primo grado. Morì 4 anni dopo, mentre il caso della morte di Bob Crane è tutt’ora irrisolto.
Nel 2002 il regista Paul Schrader girò un film sulla vita e morte di Bob Crane dal titolo Auto Focus, con Greg Kinnear nel ruolo di Crane e Willem Dafoe nella parte di John Carpenter. La trama del film, tratto dal libro Auto Focus: The Murder of Bob Crane, vede Carpenter bisessuale ed attratto dall’amico attore. La decisione di quest’ultimo di porre fine a quella ambigua amicizia avrebbe potuto essere il movente per il delitto, ma secondo una delle tesi più accreditate la realtà potrebbe essere un’altra: Crane sarebbe stato ucciso per mano della criminalità organizzata, come punizione per essere finito a letto con la fidanzata o moglie di qualche malavitoso. Così terminava la vita dissoluta di Bob Crane, attore dal volto simpatico e dai tanti scheletri nell’armadio. ∎
Note
- [1]presentatogli da Richard Dawson, un altro attore della serie.↩
- [2]Regia di Vincent McEveety, in Italia: Dai papà… sei una forza!↩
- [3]Il locale si trovava tra Shea Boulevard e Scottsdale Road. L’edificio ora ospita il “Buzz”, un night club. Kinnear, Greg. “Bob Crane.” Around Arizona. Doney, 15 luglio 2012. Web. 9-4-2014.↩
- [4]Andreoli, Alice. Identità alla prova. La controversa storia del test del DNA tra crimini, misteri e battaglie legali
1. ed. Milano: Sironi, 2009.↩
- [5]Katz, pag.295 (op. cit.)↩
Bibliografia e fonti
- Katz, Hélèna. “No Hero: The Murder of Actor Robert Crane (1978).” in Cold Cases: Famous Unsolved Mysteries, Crimes, and Disappearances in America
. Santa Barbara, Calif.: Greenwood, 2010. Pagg. 287-297.
- Newton, Michael. The Encyclopedia of Unsolved Crimes
. New York: Facts on File, 2004.
- Michaels, Scott. “Bob’s Cranium.” Findadeath. n.d. Web. 4-4-2013.
Immagini
- 13-9-1965, CBS Television [PD] Commons.
- 1965-1971, CBS Television [PD] Commons.
- 5-11-1969, CBS Television [PD] Commons.
- da Documenting Reality (attenzione: immagini violente e/o di natura sessuale).
- 29-6-1978, © Schott Michaels (courtesy of), Findadeath.
- Testata sconosciuta, fair use via Documenting Reality (attenzione: immagini violente e/o di natura sessuale).
- 16-12-2011, Meribona [CC-BY-SA-3.0] Commons.