Bishop Rock: l’isola più piccola del mondo?

In Isole, Leggende contemporanee di Silvio DellʼAcqua

Bishop Rock, o “Men an Eskob” in cornico, è uno scoglio situato circa 3 chilometri ad ovest delle Isole Scilly, al largo della punta occidentale della Cornovaglia. L’unica costruzione sullo scoglio è omonimo faro, il terzo costruito dal 1858 per segnalare il pericolo delle Western Rocks, un gruppo di rocce sparse ed isolotti disabitati che si frappongono tra lo stesso scoglio e le Scilly, teatro in passato di numerosi naufragi.


Isola o scoglio?

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Bishop Rock (Men an Eskob) con il faro: l’edificio è alto 49 m. Foto: © P. Jordan, 1996 (CC-BY-SA-2.0, via Geograph)

Una leggenda tutt’ora molto in voga e spesso riportata dai media[1][2][3] asserisce che il celebre libro dei primati Guinness World Records avrebbe individuato nello scoglio di Bishop Rock l’isola più piccola del mondo sulla base di una norma britannica del 1861, la quale avrebbe stabilito due requisiti minimi perché un’isola fosse considerata tale: cioè che fosse abitata oppure che avesse un’estensione sufficiente per assicurare il «pascolo estivo di almeno una pecora» («the summer’s pasturage of at least one sheep»[3]) condizione soddisfatta, secondo i burocrati, da una superficie di due acri.

La superficie

Curioso ma, da topografo, già “ad occhio” la cosa non mi convince: a parte il fatto che a Bishop Rock non c’è erba, e una ipotetica pecora avrebbe ben poco da brucare, un acro corrisponde infatti a 4 840 iarde quadrate; posto che una iarda corrisponde a 0,9144 metri lineari (quindi 1 yd² ≈ 0,84 m²), due acri equivalgono a:

2 ac = 2 x 4840 yd² = 2 x 4840 x (0,9144 m x 0,9144 m) = 8093,72 m²

ovvero circa 0,81 ettari (1 ettaro = 10.000 m²): non serve essere esperti agrimensori per accorgersi, guardando la foto e utilizzando come riferimento l’altezza del faro (49 metri[4]), che quella superficie è assolutamente inverosimile. L’isolotto è inaccessibile, pertanto non è possibile misurarlo direttamente, ma secondo Trinity House, l’authority generale britannica per i fari d’Inghilterra, Galles ed isole del Canale, sarebbe «lungo 46 metri e largo 16»,[4] quindi non più esteso di 736 m². Ma lo scoglio non è certo un rettangolo, pertanto dovrebbe essere un poco più realistico considerare un’ellisse i cui assi corrispondano alla “larghezza” e “lunghezza” forniteci dall’ente. Quindi, con larga approssimazione, possiamo stimare:

π x 16/2 m x 46/2 m = 578,05 m²

ovvero solo 0,14 acri o -se preferite- 0,06 ettari. Tale misura appare di gran lunga più verosimile dei due acri richiesti dalla presunta norma vittoriana. È anche vero che il valore dell’acro variava localmente,[5] ma le diverse unità di misura utilizzate nel Regno Unito erano già state unificate con il “Weights and Measures Act” del 1824: una eventuale norma del 1861 avrebbe quindi dovuto fare riferimento all’acro come definito dal sistema imperiale britannico.

Il record

Il Guinness World Records non poteva incorrere in un così grossolano errore: basterebbe consultarlo per scoprire infatti che sul celebre libro non vi è traccia di questo presunto primato. Per toglierci ogni dubbio abbiamo controllato pressoché tutte le edizioni italiane dal 1968 fino ad oggi[6] in nessuna compare il presunto primato dello scoglio Bishop Rock e, trattandosi di primati “mondiali”, le edizioni in inglese non dovrebbero essere -a rigor di logica- diverse. Inoltre, Bishop Rock non è citata nemmeno sul sito web ufficiale della pubblicazione. Perché allora tutti riportano come fonte il Guinnes World Records?

La norma

Non avendo trovato riscontro sul libro dei primati passiamo oltre, verificando l’esistenza della norma. Non è necessario spulciare tutti gli archivi del Regno Unito: il governo britannico ha infatti messo online la legislazione, di tutti i livelli (anche locale), prodotta del 1271 ad oggi sul sito legislation.gov.uk. Ebbene, anche ampliando la ricerca a tutto il XIX secolo ed ai documenti in lingua gallese, sembra non esistere alcuna legge, decreto, regolamento che fissi in due acri la misura minima di un’isola. Il che, di per sé, non è sufficiente ad affermare che non sia mai esistita (del resto sul sito non risultano nemmeno i “Weight and Measures Acts”), però sicuramente non ne dà conferma. È altresì indicativo che la stessa Trinity House, sul proprio sito ufficiale, dedichi una pagina[4] alla storia del faro senza però menzionare tale primato; mentre J. Calder, autore del sito World Island Information interamente dedicato alla geografia delle isole, liquida la faccenda definendola una «affermazione non verificata».[7]

Conclusione

Tirando le somme si possono individuare tre premesse su cui si regge la storia della presunta isola più piccola del mondo, che non reggono ad una sommaria verifica:

  1. «una vecchia norma burocratica fissa in due acri la superficie minima di un’isola».
    Dubbio, non se ne trova traccia (anche se normative bizzarre non sono certo una rarità);
  2. «Bishop Rock ha una superficie di due acri».
    Falso, come abbiamo visto è circa quattordici volte più piccolo se non meno;
  3. «di conseguenza, il Guinnes World Records individua in Bishop Rock l’isola più piccola del mondo»
    Falso, possiamo affermare con ragionevole certezza che nessuna edizione del libro dei primati contiene questa affermazione.

Due postulati falsi ed uno incerto (ma con buona probabilità infondato) sono un indizio sufficiente a ritenere che si tratti di una leggenda, resa forse più credibile da una data (1861) ed una fonte autorevole come il Guinnes World Record che tanto nessuno si preoccuperà di verificare. Del resto, copiare ed incollare notizie su internet è molto più comodo e le bufale generano più traffico che le rispettive disamine.

Qual è allora l’isola più piccola del mondo?

Non è possibile definire l’isola “più piccola del mondo”, in quanto manca la definizione di “isola minima” (→isole) al di sotto della quale ci troviamo di fronte ad uno scoglio. Inoltre, potrebbero esistere centinaia o migliaia di isolotti dalle caratteristiche simili, senza contare la difficoltà di definire con precisione la superficie di una superficie irregolare e spesso soggetta alle maree. Quello che è certo è che esistono sicuramente isole abitate molto più piccole dello scoglio di Bishop Rock (che oltretutto è disabitato). Dalle parti di Noank, Connecticut, esiste un’isoletta nota come Mouse Island (o Muse island) di un acro e mezzo (ca. 0,6 ettari) su cui esistono tre case e lì vicino, alla foce del fiume Thames, ve n’è un’altra detta Hobs Island di appena mezzo acro (ca. 0,2 ettari) con sopra una casa.[8] Un’isolotto noto con l’eloquente nome di Just Room Enough nell’arcipelago fluviale delle Thousand Islands, lungo il Lawrence River sul confine tra Canada e Stati Uniti, ha una superficie di appena poco più di 500 m² ed ospita una casa.[9]

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L’isolotto di Just Enough Room, sul fiume Lawrence tra Stati Uniti e Canada.
Foto: Omegatron/Commons 2006 (CC-BY-SA 3.0)

Note

Bishop_Rock_from_Periglis_Bay_-_geograph.org.uk_-_355576Immagine anteprima: “Bishop Rock from Periglis Bay”, © John Davey [CC-BY-SA-2.0], via Geograph.

  1. [1]Sowden, Mike. “World’s 7 most dangerous and remote islands.” CNN.com – Breaking News, U.S., World, Weather, Entertainment & Video News. Cable News Network (CNN). Turner Broadcasting System, Inc., 31 Jan. 2012. Web. 5-3-2013.
  2. [2]alcuni esempi: “Lighthouses and light vessels around the coast of Cornwall and the Isles of Scilly. “Visiting Cornwall – A guide to this beautiful county for tourists, business people and anyone else interested in Cornwall. (Web. 17 Mar. 2013). Qualche anno fa ne ho sentito parlare anche nel programma radiofonico Pinocchio, su Radio Deejay. Si provi a fare una ricerca su internet utilizzando come chiave le parole “bishop + rock + guinness + record” per verificare quanto la leggenda sia diffusa.
  3. [3]Biggest and smallest islands.” Did you know? 7 Feb. 2010. Web. 17-3-2013.
  4. [4]Bishop Rock Lighthouse.” Trinity House. Web. 6-3-2013.
  5. [5]acre (unit of measurement).” Britannica Online Encyclopedia. ©2013 Encyclopædia Britannica, Inc. Web. 5-3-2013.
  6. [6]edizioni consultate (tra parentesi le indicazioni delle pagine dove si citano le isole):

    Guinness dei primati 1968, 1971 (pp98-99), 1981 (pp.69-70), 1982 (pp.69-70), 1983 (pp.68-69):, 1984 (pp.68-69), 1985, 1986, 1989 (pp.69-70), 1990 (pp.69-70), 1991 (pp.69-70), 1992 (pp.81-82), 1994 (pp.79-80), 1996 (pp.20, 22), 1997 (pp.21-22), 1998 (pp.19-20). Dal 1999 cambia nome in Guinness World Record: controllate le edizioni 1999 (pp.27,167,254), 2000 (p.68), 2001 (157,254), 2003 (pp.77, 94, 132, 135), 2004 (pp. 43, 79), 2005 (56-57), 2006 (nessuna isola), 2007 (p.25), 2008 (pp 26, 27-28), 2009 (p. 272), 2010 (pp. 33-34, 36, 149), 2011 (40-41), 2012 (pp. 36, 42, 72, 263), 2013. Nessuna traccia di Bishop Rock. Essendo la pubblicazione iniziata nel 1955 e tradotta in italiano dal 1967, sono state controllate il 65% delle edizioni italiane. Ringrazio Giorgio Castiglioni di Bibliotopia (Biblioteche di Drezzo, Gironico, Moltrasio e Parè), Francesco Bianchi e Gianluca Gattelli per la ricerca.

  7. [7]Calder, Joshua. “Island Superlatives.”World Island Information – The Geography of the World’s Islands. Web. 17 Mar. 2013.
  8. [8]Streeter, James L. “Noank’s “Muse” Island.” Groton: historical bits and pieces. New York: iUniverse Inc., 2009. Pag. 217.
  9. [9]Beres, Naomi. “The world’s 10 tiniest houses on tiny islandsHub Pages. 13 Nov 2014. Web. 26-4-2015.
Grazie a Bibliotopia (Biblioteche di Drezzo, Gironico, Moltrasio e Parè) per la ricerca sul Guinnes World Records

Revisionato il 26-4-2015

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Silvio DellʼAcqua

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Fondatore, editore e webmaster di Lapůta. Cultore di storia della Croce Rossa Internazionale. Appassionato di ricci.