crocevia, trivio, incrocio di due o più strade, solitamente piccolo o angusto (es. un incrocio di vicoli o di stradine). Deriva dal latino cruciculus, forma diminutiva di crux, “croce”.
Arrivato al crocicchio, vide da una parte una moltitudione confusa che s’avanzava, e si fermò li, per lasciarla passare.
Alessandro Manzoni, I promessi sposi (1827)
Denominazione urbanistica generica
Si trova come denominazione stradale generica solo a Lugano (Svizzera) dove esiste “crocicchio Cortogna”, un vicolo costituito da diverse diramazioni che si intersecano formando appunto un “crocicchio” piuttosto angusto.
“Crocicchio Cortogna” a Lugano. © OpenStreetMap contributors [ODbL]
- “crocicchio” in Pianigiani, Ottorino Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana, 1907.
- “crocicchio” in Vocabolario online. Treccani.
- “crocicchio” in il Sabatini Coletti — Dizionario della lingua italiana. Web.
- “crocicchio” in Dizionario delle parole perdute. 19–6–2015. Web.
In alto: crocicchio di “caruggi” (vicoli) a Genova (L.Magri/Commons CC BY-SA-3.0).
o krumiro (s.m. ingiurioso) lavoratore che, in occasione di scioperi, o non fà causa comune con gli scioperanti o accetta di sostituirli, favorendo così i datori di lavoro. Deriva dalla bellicosa tribù tunisina dei Khrumir (resa in francese come Kroumirs da cui l’italiano Krumiri), bèrberi arabizzati abitanti della regione montuosa della Crumiria, ai confini con l’Algeria. Gli atti di banditismo dei Khrumir, dediti principalmente al contrabbando, fornirono ai francesi il pretesto per l’intervento militare in Tunisia che portò al “Trattato del Bardo” del 12 maggio 1881 (noto anche come “Schiaffo di Tunisi”), con cui la Francia impose il protettorato esautorando di fatto il “bey” (governatore) locale.
Trattato del Bardo del 12 maggio 1881 tra Francia e il “bey” (governatore) di Tunisi Muhammad III al-Sadiq.
I “crumiri” scortati dagli agenti della polizia privata Pinkerton durante durante i disordini alle miniere della Hocking Valley (Ohio) nel 1884 (incisione).
Biscotti
Sono anche detti crumiri o krumiri i biscotti tipici di Casale Monferrato, nati nel 1878 su invenzione del pasticciere casalese Domenico Rossi e premiati con la mediaglia di bronzo all’Esposizione Universale di Torino del 1884. Il nome fu scelto per il sapore esotico, senza alcun collegamento con i fatti di Tunisi.
Biscotto “krumiro”.
(D. Vizzini/Flickr CC-BY-SA 2.0)
- “crumiro” in Vocabolario Online. Roma: Treccani. Web.
- “Crumiria” in Enciclopedia online. Roma: Treccani. Web.
In alto: vignetta che raffigura l’evoluzione dei “krumiri” da banditi a “non scioperanti”, da La Lettura, 1908.
(dispregiativo) tirchio, avaro, localismo pavese dal dialetto cü verd (culo verde), di etimologia incerta. Cü verd era anche il pollo stantìo, dal colore verdastro che assume il pollame all’inizio della decomposizione, forse esteso alle persone in senso dispregiativo. Deriva però più probabilmente dal francese culvert, che significava anticamente “perfido”, “vile”.
Non è improbabile sentire da un Pavese, indicando un noto avaraccio: «Quello è un culo verde! »
M. Cortelazzo in Memoria di parole… 1982 (op. cit.)
Una credenza popolare vi vedrebbe invece un riferimento ai pantaloni sporchi di erba (quindi, di verde) di chi allo stadio si siede sul prato per non pagare il biglietto.
- Cortelazzo, Memoria di parole. Dialetto fra vita e letteratura.
Valverde CT: Edizioni del Girasole, 1982. Pag. 62.
- Formignani, Federico Parlarlombardo. Storia e realtà delle parlate lombarde.
Firenze: Edizioni del Riccio, 1978. Pag. 58.
Immagine: una pera della varietà “abate fetel” (Angela Parszyk/Fotolia).