La vera origine dell’8 marzo
La “festa della donna” nacque negli USA nel 1909 ma non ha nulla a che vedere con la macabra storia dell’incendio di una fabbrica come si sente raccontare ogni anno in occasione di questa ricorrenza. Il 3 maggio del 1908 la socialista Corinne Brown presiedette infatti la conferenza domenicale del Partito socialista di Chicago nel Garrick Theater. Quella giornata, cui parteciparono moltissime donne, fu chiamato “Women’s Day”. Visto il successo dell’evento, alla fine dell’anno il Partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali di riservare l’ultima domenica di febbraio 1909 ad una manifestazione in favore del diritto di voto alle donne (women’s suffrage): fu così che la prima “giornata della donna” si tenne il 23 febbraio di quell’anno negli Stati Uniti. Da allora, questa data fu fissata appunto il 23 febbraio di ogni anno – non l’8 marzo – e divenne a poco a poco internazionale. Nel 1913 arrivò anche in Russia per iniziativa del partito bolscevico e fu qui che slittò all’8 marzo, data oggi conosciuta, per una “confusione” di calendari: era il 23 febbraio del 1917, proprio nella giornata internazionale della donna, quando a San Pietroburgo si tenne una grande manifestazione delle donne che invocavano la fine della prima guerra mondiale (foto). I cosacchi tentarono con scarso successo di reprimere la manifestazione, scatenando per reazione una serie di sollevazioni popolari con l’appoggio delle forze armate, che portarono al crollo dello zarismo. Quella giornata della donna del 23 febbraio 1917 fu così associata all’inizio della rivoluzione russa, ma in Russia vigeva il calendario giuliano, per cui il loro 23 febbraio coincideva con l’8 marzo del calendario gregoriano in vigore nel mondo occidentale: ecco perché questa data divenne così celebre. La celebrazione dell’8 marzo nacque quindi come una festa antifascista ante litteram e non come la commemorazione di una tragedia come vorrebbe la leggenda. Infatti, l’associazione di questa data con l’incendio di una fabbrica nella quale morirono solo donne operaie, addirittura – secondo alcune versioni della leggenda – appiccato da un padrone caifasso e maschilista mentre le stesse protestavano per i propri diritti, è un falso storico: probabilmente negli anni si fece confusione con il disastroso incendio (realmente avvenuto) della fabbrica Triangle Shirtwaist Factory di New York del 25 marzo 1911 nel quale morirono 123 donne e 23 uomini, ma che non ha nulla a che vedere con la storia della ricorrenza e di cui fu oltretutto esclusa l’origine dolosa. Nella narrazione femminista, la storia della fabbrica bruciata divenne un tearjerker propagandistico di sicuro effetto che, ripetuto ogni anno nelle assemblee, finì per fissarsi nell’immaginario collettivo. Anche i vari significati simbolici che legano la mimosa all’8 marzo sono inventati ex post: questa tradizione nacque in Italia nel 1946 da una proposta delle deputate comuniste Teresa Noce, Lidia Montagna e Teresa Mattei, che scelsero la mimosa semplicemente perché fiorisce tra febbraio e marzo e perché, essendo poco costosa, era adatta a tutte le estrazioni sociali. ∎