Fontana dell'angelo caduto, Madrid

La fontana del diavolo

In Arte, Città, Geografia insolita, Monumenti, Speciale Halloween di Silvio DellʼAcqua

Fontana dell'angelo caduto, Madrid


1

…what time his pride had cast him out from Heaven, with all his host of rebel angels
…quando l’insano orgoglio suo dal ciel cacciato l’ebbe con tutta l’oste de’ rubelli Spirti

John Milton, Lost Paradise (1674)[1]


Il parco del Retiro si estende per oltre un chilometro quadrato sull’area che fu quella del Palacio del Buen Retiro, un complesso di edifici e giardini voluto dal Re Felipe IV come residenza estiva e luogo di svago della corte spagnola, realizzato tra il 1630 ed il 1640 alle porte di Madrid. Della favolosa reggia, in gran parte distrutta durante le guerre napoleoniche (1808–1814), rimangono solo due edifici: il Casón del Retiro, ex–sala da ballo, e il Salón de Reinos, un tempo ala del palazzo. I giardini, con il lago artificiale ancor oggi solcato da barche a remi, furono aperti al pubblico nel 1767 e divennero proprietà municipale dopo la rivoluzione “settembrina” del 1868 che portò alla detronizzazione di Isabella II.

2 – Il “Palacio del Buen Retiro” in un dipinto dl 1637.

È l’unico monumento pubblico in Europa raffigurante Lucifero e si trova a 666 metri sul livello del mare.

Via via arricchito di fontane ed edifici (tra cui il Palacio de Cristal di ispirazione vittoriana), animato da spettacoli e artisti di strada, oggi il Retiro è uno dei parchi più grandi e belli della capitale. Tra le numerose sculture che adornano i suoi viali, una in particolare attira l’attenzione di turisti e appassionati di storie occulte: quella dell’Ángel Caído, l’angelo caduto, l’unica statua pubblica in Europa raffigurante Lucifero,[2][3] posta in cima a una fontana ornata da maschere dall’aspetto demoniaco. Inoltre, la statua si troverebbe esattamente alla quota di 666 metri sul livello medio del mare ad Alicante (che in Spagna costituisce lo “zero” altimetrico ufficiale), proprio il “numero della bestia” secondo l’Apocalisse di San Giovanni, cosa in cui alcuni vorrebbero vedere un ulteriore tributo a Satana. Perché dunque fu scelto quel luogo, e di chi fu la volontà di erigere un monumento ad una figura tradizionalmente associata al male?

Fuente del Ángel Caído

3 – La “Fuente del Ángel Caído”.

Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della Bestia: infatti è numero d’uomo, e il suo numero è seicentosessantasei.Apocalisse 13,16-18

In realtà la statua dell’Angelo Caduto fu realizzata dallo scultore madrileno Ricardo Bellver, ispiratosi al celebre Paradise Lost dell’inglese John Milton, poema epico pubblicato a Londra nel 1674. Il libro primo infatti narra della caduta di Lucifero che, insorto contro Dio, viene cacciato all’inferno con le sue legioni[4] per diventare Satana (attenendosi alla tradizionale intepretazione giudaico–cristiana dell’Antico Testamento, secondo la quale Satana sarebbe Lucifero dopo la ribellione e l’esilio[5]). Milton presenta il Principe dei Demoni come un eroe romantico, tormentato da passioni umane:

“Is this the region, this the soil, the clime,”
Said then the lost Archangel, “this the seat
That we must change for Heaven?—this mournful gloom
For that celestial light? Be it so, since he245
Who now is sovereign can dispose and bid
What shall be right: farthest from him is best
Whom reason hath equalled, force hath made supreme
Above his equals. Farewell, happy fields,
Where joy for ever dwells! Hail, horrors! hail,250
Infernal world! and thou, profoundest Hell,
Receive thy new possessor—one who brings
A mind not to be changed by place or time.
«È questa la regione, questo il suolo, questo il clima»,
disse quindi, l’arcangelo caduto, «questa la sede
che in cambio del Ciel ci è destinata? Questa tetra
oscurità in cambio della celeste luce? Sia pur così,245
poiché Colui, ch’ora è sovrano, giudica e dispone
ciò che sarà giusto: quanto più lontano tanto meglio,
lungi da Chi la ragione ha reso uguale a noi, e
la forza, tra i suoi pari, lo ha fatto sommo. Addio,
campi felici, ove la gioia in eterno alberga! E, salve250
orrori! salve mondo infernale! E tu, infinito Abisso,
il nuovo tuo signore accogli, uno cui la mente
non potrà mutare a seconda del luogo o dell’età.


John Milton, Lost Paradise (1674), traduzione di F. Giacomantonio[6]

Satana/Lucifero, incisione di Gustave Doré per il Paradise Lost

4 – Satana/Lucifero in una incisione di Gustave Doré per il Paradise Lost di Milton.

Di estrazione religiosa e puritana, Milton non intendeva certo esaltare Satana quanto invece — come scrive nello stesso poema — «svelare all’uomo la Provvidenza eterna» (Libro I, verso 26). Il suo Lucifero è infatti una figura esclusivamente poetica: contraddittoria ed affascinante quanto si voglia, ma pur sempre condannatosi alla dannazione eterna senza possibilità di riscatto. Esiliato per il suo desiderio di affermare la propria individualità, è il prototipo dell’eroe byroniano,[7] orgoglioso ed “imperfetto”, che avrebbe pervaso la letteratura ottocentesca ispirando figure quali il vampiro (il Lord Ruthven di John Polidori), il dottor Frankenstein di Mary Shelly,[8]pirati letterari come il corsaro Conrad dello stesso Lord Byron, il Long John Silver di Stevenson e il Capitan Uncino di Barrie,[9] Victor Hugo, Baudelaire e i decadenti,[10] fino al “brigante” del romanticismo popolare.[8]


Il poeta e pittore William Blake (1757 – 1827), autore delle illustrazioni per alcune edizioni ottocentesche del Paradise Lost, scrisse che Milton stesso «era un vero poeta, e stava dalla parte del diavolo senza saperlo».[11] Ma forse, per Milton, la sconfitta di Lucifero aveva anche un significato politico: era una allegoria del crollo del Commonwealth d’Inghilterra, la Repubblica puritana di Oliver Cromwell (di cui il poeta fu sostenitore) e della conseguente restaurazione monarchica.

Ricardo Bellver

5 – Ricardo Bellver y Ramón.

Anch’egli evidentemente colpito da questa figura così epica e allo stesso tempo tragica, il giovane scultore Ricardo Bellver y Ramon (1845 — 1924) realizzò la scultura in gesso nel 1877 mentre si trovava a Roma per una borsa di studio della Academia de España, come “lavoro regolamentare” a conclusione del triennio. Ispirandosi probabilmente ad un altro Lucifero, quello dell’italiano Costantino Corti mostrato all’Esposizione Universale di Parigi del 1867,[12] Bellver raffigurò l’Angelo Caduto di Milton come un adolescente bello ed atletico, ma nella cui «espressione ammirabile — scrisse entusiasta il giornalista Eusebio Martínez de Velasco ne La Ilustración Española y Americana — nel suo volto, nel suo atteggiamento, nelle sue membra contratte, si rivelano chiaramente la disperazione, il risentimento, l’odio satanico dell’angelo ribelle, che pretendendo si essere uguale a Dio, fu vinto e precipitato negli abissi del male».[13]

Ángel Caído, Bellver 1877

6 – Bozzetto per l’Ángel Caído, incisione del 1877 di Ricardo Bellver.

«En la expresion admirable de la estatua...» La Ilustración Española y Americana, 30 marzo 18787 –  da La Illustración Española y Americana, 30 marzo 1878


L’opera venne infatti inviata a Madrid (per questo ne scrisse Martínez de Velasco) per partecipare alla Exposición Nacional de Bellas Artes del 1878, sul cui catalogo viene riportata al numero 406 con la seguente descrizione:

…por su orgullo cae arrojado del cielo con toda su hueste de ángeles rebeldes para no volver a él jamás. Agita en derredor sus miradas, y blasfemo las fija en el empíreo, reflejándose en ellas el dolor más hondo, la consternación más grande, la soberbia más funesta y el odio más obstinado.[12][14][13]

nella quale si riconoscono alcuni versi del Libro I del Lost Paradise Milton:[15]

[…] what time his pride
Had cast him out from Heaven, with all his host
Of rebel Angels […]
[…] quand’esso, per la sua
superbia, fu bandito dal Ciel con tutta la legione
di spiriti ribelli […][16]

(36–38)

Both of lost happiness and lasting pain55
Torments him: round he throws his baleful eyes,
That witnessed huge affliction and dismay,
Mixed with obdurate pride and steadfast hate
il pensier della felicità perduta e dell’eterna pena55
or lo tormenta: volge lo sguardo torvo attorno,
a testimoniare afflizione immensa e turbamento,
frammisti ad implacabile odio ed ostinato orgoglio.[16]

(55-58)

L’opera di Bellver suscitò emozioni contrastanti nei critici d’arte connazionali: qualcuno ne sottolineò i difetti, come il braccio destro «troppo corto» (tale Rouget), mentre altri ne riconobbero una certa potenza come Jacinto Octavio Picón (1852 — 1923) che la descrisse come «una composizione audace, di disegno non corretto, ma vigoroso, energico, di aspetto molto decorativo». Nemmeno il parere della giuria fu unanime: Eugenio Duque, a parte difetti anatomici e inappropriate reminiscenze barocche, la trovò «del tutto sprovvista di buon gusto […] e priva di alcuna relazione poetica con la fantastica creazione [di Milton]».[12] Nonostante i pareri discordanti, per la sua drammaticità ed originalità, l’Angelo Caduto di Bellver vinse il primo premio della Exposición Nacional de Bellas Artes e fu selezionato per la Expositions Universelle di Parigi del 1878. Da quel momento i detrattori sembrarono svanire e l’opera divenne quasi unanimemente ammirata.

Exposition Universelle, Parigi 1878

8 – Parigi, “Exposition Universelle” del 1878: si vedono la facciata del Palais du Champ-de-Mars e la testa della Statua della Libertà.

La critica francese si dimostrò entusiasta: la scultura di Bellver venne descritta come «travolgente»;[17] per Henry Juin, archivista della “Commissione Generale dell’Inventario delle ricchezze d’arte della Francia”, era come se «l’artista avesse visto Lucifero nella sua caduta improvvisa.» Léonce Dubosc de Pesquidoux (1829 — 1900) non esitò ad affermare che «avrebbe fatto onore a qualunque artista»:

 Saggiamente posizionato e modellato, la figura ha una espressione inedita […]. Si indovina il dolore del suo rancore nel modo violento con cui solleva il petto, torce le dita e getta un’incomprensibile imprecazione a Dio.[12]

Ángel Caído

9 – L’Ángel Caído al Retiro, Madrid.

La scultura di Bellver ricevette le attenzioni anche della critica italiana. Tullo Massarani, (1826 – 1905), ex senatore del Regno d’Italia[18] e futuro fondatore della SIAE,[19] partecipava all’esposizione universale parigina come presidente del “I Gruppo” e della Giuria Mondiale delle Belle Arti. Ne L’arte a Parigi (1879), saggio sull’Exposition Universelle, scrisse che «il Lucifero del Bellver innegabilmente si toglie fuori dal dotto volgo delle cose mediocri». Sottolineò inoltre una sulfurea fisicità, propria della statua e assente nel Paradiso Perduto:

 …quella sua fragorosa caduta, quel grido di minaccia e di terrore che gli spalanca la bocca, quel triplice serpe che lo avvinghia, e fin le roccie vulcaniche
su cui precipita, dànno al poema una interpretazione che sente più assai lo zolfo della Santa Hermandad, che non le sublimi astrazioni di Milton.

La “Santa Hermandad” (Santa Fratellanza) evocata da Massarani fu un corpo di polizia spagnolo istituito da Isabella I di Castiglia nel 1476 e sciolto solo nel 1836, che godeva di una pessima reputazione a causa dei metodi repressivi, della corruzione e negligenza dei suoi membri. Era strumento della Corona e dell’inquisizione spagnola (fu guidata nientemeno che da Tomás de Torquemada):[20] una organizzazione “diabolica” quindi, secondo Massarani, che sembra aver ispirato lo scultore più di quanto non l’abbiano fatto le «sublimi astrazioni» di Milton. A parte l’insolito paragone, sottolineare tale distanza significava anche riconoscere all’Angelo Caduto di Bellver dignità di opera a sè stante, non più solo “illustrazione” scultorea di un celebre poema.

Fuente del Ángel Caído, dettaglio delle maschere

10 – Fuente del Ángel Caído, dettaglio delle maschere.

L’autore intendeva riportare la statua a Roma per realizzarne una fusione in bronzo, ma già dopo il primo premio all’esposizione di Madrid lo stato spagnolo si era interessato per acquistare il modello in gesso. L’opera fu ceduta per 4 500 pesetas il 4 gennaio del 1879, mentre si trovava ancora a Parigi; tornò quindi in Spagna come proprietà pubblica e lo stato spese ulteriori 10 000 pesetas per la fusione in bronzo, operazione che comportò la distruzione del modello in gesso. Il 31 ottobre dello stesso anno il bronzo fu ceduto in deposito alla Municipalità di Madrid ed affidata al “Museo Nacional de Pintura y Escultura”, l’attuale Museo del Prado che si trova sull’omonimo paseo (viale) in prossimità del parco del Retiro. Fu proprio l’allora direttore del museo, Benito Soriano Murillo (1827 — 1891), a proporre alla Direzione Generale della Pubblica Istruzione l’esposizione della statua in un luogo pubblico:

…la estatua del Ángel Caído, por lo atrevido de su composición, por su original actitud y también por la materia en que ha sido fundida, tal vez no produzca todo el efecto apetecido, encerrada cual está en los estrechos límites de una sala, mientras que colocada en un sitio público, al aire libre con más espacio y horizonte, luciría ventajosamente el mérito de tan bella creación, sirviendo al mismo tiempo de ornato e iniciando de este modo al público en la contemplación de los buenos modelos del arte plástico que tan poderosamente contribuye a su cultura.[21]
…la statua dell’Angelo caduto, per l’audacia della sua composizione, il suo atteggiamento originale e la materia in cui è stata fusa, non può produrre tutto l’effetto desiderato, racchiuso negli stretti limiti di una stanza, mentre collocata in un luogo pubblico, all’aria aperta con più spazio e orizzonte, mostrerebbe vantaggiosamente il merito di una così bella creazione, servendo allo stesso tempo da ornamento e introducendo il pubblico alla contemplazione dei buoni modelli dell’arte plastica che contribuisce così fortemente alla propria cultura.



Fuente del Ángel Caído nel parco del Retiro a Madrid

11 – La Fuente del Ángel Caído nel parco del Retiro, al centro di una glorieta all’incrocio tra Paseo Fernán Nuñez e Paseo de Cuba.

La petizione fu accolta e si scelse uno spazio libero nel parco del Retiro, nell’area dove tra il 1759 ed il 1808 operò la Real Fábrica de Porcelana del Buen Retiro (popolarmente detta “La China”), voluta da Carlo III sul modello della manifattura di Capodimonte e distrutta anch’essa nel 1812 durante la guerra di indipendenza. Nel 1880 fu affidato all’architetto Francisco Jareño (1818 — 1892), responsabile delle opere del Museo del Prado per il ministero dei lavori pubblici, di progettare un piedistallo per l’esposizione della statua. Fu realizzata una fontana ottagonale del diametro di circa 10 metri, con un pilone centrale ornato da mostruose maschere di bronzo da cui sgorgano getti d’acqua, per un’altezza complessiva (inclusa la statua) di circa 7 metri. Il complesso, posto al centro di una glorieta (una aiola circolare), allineata sull’asse principale del parco con le preesistenti fontane “del carciofo” (1766) e “delle testuggini” (1832), divenne così la Fuente del Ángel Caido che fu inaugurata ufficialmente nel 1885.[22] Ne esiste una replica realizzata in resina di poliestere, esposta alla Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, in calle Alcalá: ad oggi, quindi, le statue di Lucifero a Madrid sono di fatto due.

Paseo Fernán Núñez, sullo sfondo la Fuente del Ángel Caído

12 – La Fuente del Ángel Caído in fondo al paseo Fernán Núñez.

In conclusione, l’Angelo Caduto di Bellver rappresenta Lucifero? Sì, senza alcun dubbio, ma questo non vuol dire che ne sia apologetico: è invece un monumento alla sconfitta della superbia, al poema di Milton, all’arte scultorea, ma non certo al “male”. E la presunta quota di 666 metri? Non è poi così sorprendente, visto che il vicino Observatorio del Retiro si trova a 667 metri sul livello del mare[23] e l’altitudine media dell’intera città di Madrid è di 657 metri.[24]

Opera tutelata dal plagio su patamu.com con numero deposito 72155.

Note

  1. [1]Libro I, versi 36–38 — traduzione dall’inglese di Lazzaro Papi (1811)
  2. [2]Ring, Trudy e Noelle Watson Southern Europe: International Dictionary of Historic Places. Routledge, 2013 (1ª ed. 1996). Pag. 400.
  3. [3]Ve n’è un’altra, molto nota, in piazza Statuto a Torino, che la tradizione vorrebbe raffigurante Lucifero: in realtà si tratta del monumento al Traforo del Frejus. Anche a Santa Cruz de Tenerife c’è una statua detta dell’Angel Caído, ma è invece un monumento al Generale Franco realizzata nel 1966 dallo scultore Juan De Ávalos per celebrare la vittoria franchista nella guerra civile spagnola. La statua fu reintitolata per effetto della “Legge per la Memoria Storica” del 2007, che imponeva la rimozione di qualsiasi elemento pubblico volto a celebrare la passata dittatura.
  4. [4]Nel Paradise Lost, gli angeli ribelli stabiliscono una propria “capitale” o meglio un palazzo dove si riuniscono in Concilio in una sorta di democrazia infernale. Milton chiama questo edificio Pandæmonium, dal geco pan– (tutto, ogni) e daimónion (demonio), da cui l’espressione pandemonio per dire una gran confusione, o una discussione molto accesa.
  5. [5]Questa identificazione Satana/Lucifero non è universalmente accettata.
  6. [6]Libro I, versi 242–253  — traduz. da F. Giacomantonio pag. 70 (op. cit.)
  7. [7]Tipico delle opere di Lord Byron (1788 — 1824). Cfr. Giacomantonio, in Paradiso Perduto pag. 85 (op. cit.)
  8. [8]Cfr. F. Giacomantonio, in Paradiso Perduto pag. 85 (op. cit.)
  9. [9]Spencer, Alexander Romantic narratives in international politics: Pirates, rebels and mercenaries Manchester University Press, 2016. Pag. 54. ISBN: 978-0-7190-9529-0
  10. [10]Cfr. F. Giacomantonio, in Paradiso Perduto pag. 15 (op. cit.)
  11. [11]Blake, William The Voice of the Devil, 1973.
  12. [12]Reyero, C. Enciclopedia del Museo del Prado (op. cit.).
  13. [13]La Illustración Española y Americana, 30 marzo 1878 (op. cit.)
  14. [14] vol. 2, pag. 381.
  15. [15]Spesso citata erroneamente come un”frammento” del poema di Milton, sembra in realtà una “sintesi” di versi non consecutivi tra loro.
  16. [16]Traduzione di Flavio Giacomantonio in Paradiso Perduto pag. 65 (op. cit.)
  17. [17]Da Clovis Lamarre e Lucien Louis–Lande. Cfr. Reyero, Enciclopedia del Museo del Prado (op. cit.)
  18. [18]Nella XII Legislatura, 1874 — 1876
  19. [19]Fondata nel 1882 come Società Italiana degli Autori (SIA).
  20. [20]Davies, Norman Storia d’Europa Milano: Mondadori, 2006. Pag. 502. ISBN 978–8842499640
  21. [21]Archivo General de la Administración, Caja 6821. Cit. in Reyero, Carlos Escultura, museo y estado en la España del siglo XIX: historia, significado y catálogo de la colección nacional de escultura moderna, 1856-1906. Alicante: Fundación Eduardo Capa, 2002. ISBN 84-931949-6-4.
  22. [22]L’ingresso sud–ovest del parco, dalla calle de Alfonso XII, da dove inizia il paseo Fernán Nuñez che arriva appunto alla fontana, prese invece il nome di “Puerta del Ángel Caido”.
  23. [23]Agencia Estatal de Metereologia.
  24. [24]Agencia Estatal de Metereología.

Bibliografia e fonti

  • Nash, Elizabeth Madrid Milano: Mondadori, 2004 (1ª edizione 2001). Pag. 48–49. ISBN 978–8–8615–9168–4
  • Meridiani, marzo 2004. Anno 17, nº 126. Pagg. 19, 178–179.
  • Milton, John, Paradise Lost, Londra 1674.
  • Milton, John (traduzione e note di Flavio Giacomantonio) Paradiso Perduto. Roma: Newton Compton, 2016.
  • Martínez, Eusebio “Nuestros grabados” in La Ilustración Española y Americana, Madrid, Anno XXII, Nº XII, 30 marzo 1878. Pag 203–204.
  • Reyero, C. Enciclopedia del Museo del Prado, 2006, Tomo II, pp. 381-383. 
  • Massarani, Tullo. L’arte a Parigi. Roma: Tipografia del Senato, 1879. Pag. 165–166.
  • Nash, Elizabeth “Madrid enjoys the devil of a row over a fallen angel” in Independent, 26 maggio 1998. Web.
  • Ramirez Muro, Veronica Madrid insolita e segreta, Venezia: Edizioni Jonglez, 2011. Pag. 35–37. ISBN 978–2–9158–0773–8

Immagini

  1. © Alberto Gardin/Fotolia #94111486
  2. 1637, Jusepe Leonardo (1601–1652), olio su tela. Commons
  3. © Anibal Trejo/Fotolia #135154151
  4. per l’edizione del 1667. University of Adelaide 
  5. da La Ilustración Artística.,30 marzo 1891. Commons
  6. da La Ilustración Española y Americana, pag. 204 (op.cit.)
  7. ibidem, pag. 203.
  8. 1878. Commons
  9. © Alfonso De Tomas/Fotolia #50744377
  10. 3/2/2017 © Silvio Dell’Acqua
  11. 2012, © Pixachi/Fotolia #76151340
  12. © jonba/Fotolia #81655587
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Silvio DellʼAcqua

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Fondatore, editore e webmaster di Lapůta. Cultore di storia della Croce Rossa Internazionale. Appassionato di ricci.