99 Luftballons

In Cultura popolare, Musica, Storia di Silvio DellʼAcqua

luftballons

Hai un po’ di tempo per me? Allora ti canterò una canzone
di 99 palloncini e del loro viaggio per l’orizzonte Nena

99 Luftballons (99 palloncini) è un brano musicale della cantante tedesca Nena e della sua band uscito come singolo nel 1983, divenuto un successo internazionale ed una delle più famose canzoni di protesta dell’epoca della guerra fredda. La sua storia inizia a Berlino Ovest, una exclave occidentale nel cuore della Repubblica Democratica Tedesca nata come risultato della spartizione della città in “settori” di occupazione tra Alleati e Unione Sovietica alla fine della seconda guerra mondiale. Tutto intorno, un muro invalicabile divideva la vetrina del mondo capitalista dal grigiore della dittatura: quando nella Berlino libera e traboccante di luci si teneva un concerto rock, al di là dello sbarramento i ragazzi dell’Est si accalcavano sotto al “muro” sfidando i cordoni di sicurezza della Volkspolizei, nella speranza di percepire qualche folata di musica trasportata dal vento.[1]

berlinwall1986

1 – Postdamerplatz, 1986: Berlinesi dell’ovest sotto il lato occidentale del muro. Oltre, i territori della DDR.

Anche lo “European Tour 1982” dei Rolling Stones fece tappa nel baluardo occidentale di Berlino Ovest. Il concerto si tenne la sera dell’8 giugno al Waldbühne, anfiteatro all’aperto costruito nel 1936 per le manifestazioni di propaganda nazista[2] che dopo la guerra divenne luogo per concerti rock e spettacoli di ogni genere, ma senza più l’ombra della svastica. Tra i fortunati spettatori al di qua del muro c’era il musicista Carlo Karges (1951 — 2002), che abitava proprio di fronte al Waldbühne. Fondatore ed ex membro del gruppo progressive rock “Novalis”, Karges si era trasferito a Berlino dove era entrato a far parte della band epònima[3] della cantante tedesca Gabriele Susanne Kerner, nota come “Nena”.

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2 – Il concerto dei Rolling Stones al Waldbühne l’8 giugno del 1982.

Torre di osservazione lungo il confine della DDR

3 – Guardie di confine (Grenztruppen) della DDR su una torre di osservazione, 1984.

Durante il concerto dei Rolling Stones, come già in altre città del tour, furono liberati grappoli  di palloncini colorati che presero a volare verso l’orizzonte trascinati dal vento. Mentre osservava i palloncini allontanarsi, a Karges — noto per essere un grande bevitore[4] — sembrò che questi si raggruppassero a formare dapprima una massa indistinta e poi qualcosa che somigliava a… un’astronave! Pensò a come avrebbero reagito ad una simile scena quei paranoici dell’Est: magari avrebbero dato l’allarme, pensando di trovarsi di fronte ad una nuova arma segreta; magari avrebbero scatenato una guerra, per quei palloncini. Pensò che sarebbe stato il soggetto ideale per una canzone da proporre alla nuova band. All’epoca Berlino (Ovest, naturalmente) era considerata la capitale culturale della Neue Deutsche Welle o NDW, “nuova onda tedesca”,[5] un genere musicale nato in Germania nel 1976 e che andava diffondendosi in Europa (Italia compresa) con nomi come Alphaville (quelli di Forever Young per capirci), i Trio (quelli di Da da da, ich lieb dich nicht du liebst mich nicht aha aha aha[6] , l’austriaco Falco (Der Kommissar ) e l’eccentrica Nina Hagen con il suo gruppo, gli Automobil, solo per citarne alcuni.

Nina Hagen nel 1981

4 – Nina Hagen nel 1981

Originata dall’incontro tra la “new wave” britannica ed il punk rock degli anni ’70, la musica NDW era caratterizzata dall’uso massiccio (ma non esclusivo) di testi in tedesco, spesso ironici quando non demenziali, ma non privi di una sottile critica sociale e politica ereditata dal punk. Anche la band di Nena seguiva questo filone e una canzone su un grappolo di palloncini colorati che scatenavano un conflitto tra superpotenze dovette sembrare loro perfetto. La melodia, allegra e ritmata, fu composta dal tastierista del gruppo Jörn–Uwe Fahrenkrog–Petersen mentre Carlo Karges, cui va riconosciuta la paternità dell’idea, scrisse un testo su novantanove palloncini che volano via nel cielo, ma vengono scambiati per una specie di astronave (un «UFO dall’universo») facendo scattare un allarme early warning:


Darum schickte ein General
‘ne Fliegerstaffel hinterher
Alarm zu geben, wenn’s so waer
Dabei war’n da am Horizont
Nur neunundneunzig Luftballons
Per questo un generale mandò
una pattuglia di aerei
a dare l’allarme, se fosse stato vero
ma invece all’orizzonte
solo novantanove palloncini.


La cosa inquietante è che sarebbe accaduto davvero di lì a pochi mesi, nel settembre del 1983. Non si trattava di palloncini, ma fu il bagliore del sole tra le nuvole in alta quota ad essere scambiato da un satellite sovietico per il lancio di un missile balistico americano. Scattò l’allarme nella sala di controllo, in un bunker vicino a Mosca; dopo pochi istanti il computer segnalava altri quattro missili diretti verso la Russia. In un equilibrio basato sulla deterrenza della mutua distruzione assicurata era il tipo di incidente che poteva scatenare una guerra nucleare globale: il disastro fu evitato solo grazie al sangue freddo e la lucidità del tenente colonnello della difesa aerea Stanislav Petrov, che quella notte era di turno al bunker e — intuendo che qualcosa non tornava — contrassegnò l’evento come “falso allarme” evitando di attivare la catena di comando. Paradossalmente Petrov non aveva ritenuto verosimile che gli USA attaccassero con “solo” cinque missili: avrebbe significato un danno estremamente limitato a fronte della inevitabile, devastante reazione sovietica. I minuti che seguirono gli avrebbero dato ragione.

Caccia intercettore MiG-23MLD

5 – Caccia intercettore sovietico MiG-23MLD degli anni ’80.

Nella storia raccontata dalla canzone invece non c’è uno Stanislav Petrov e la situazione precipita vorticosamente, accompagnata da un aumento del ritmo della musica. Si alzano in volo novantanove caccia per intercettare l’oggetto sconosciuto; sono solo palloncini ma nessuno vuole rinunciare all’opportunità di essere un eroe: «Jeder war ein grosser Krieger», ognuno era un grande guerriero, «Hielten sich fuer Captain Kirk», si credevano come il Capitano Kirk (citando così anche la saga fantascientifica “cult” di Star Trek[7]). Così, piuttosto che tornare a mani vuote sparano ai palloncini ma i “vicini”, ovvero i paesi dall’altra parte del muro, non erano stati avvisati e sentendosi a loro volta attaccati rispondono al fuoco: «Dabei schoss man am Horizont / auf neunundneunzig Luftballons», all’orizzonte si sparò per novantanove palloncini. Nella strofa successiva sono novantanove i Kreigminister, i “ministri della guerra” che, «con fiammiferi e taniche di benzina» alla mano (metafora dell’interventismo sconsiderato), presero la reazione come pretesto per dichiarare guerra:

Mann, wer haette das gedacht
dass es einmal soweit kommt
wegen neunundneunzig Luftballons
Gente, chi l’avrebbe mai pensato
che si sarebbe arrivati così lontani
per novantanove palloncini?


pershing-launch

6 – Lancio di un missile Pershing.

Il tema era molto sentito allora: l’Europa si veniva infatti a trovare al centro di una profonda crisi tra gli Stati Uniti di Reagan e l’Unione Sovietica, tale da portare il “Doomsday Clock” del Bulletin of The Atomic Scientists a indicare 3 minuti dalla mezzanotte.[8] Erano gli anni dell’invasione dell’Afghanistan, del riarmo nucleare e della questione degli “euromissili” che aveva spostato sull’Europa il fronte della guerra fredda. L’Unione Sovietica aveva iniziato dalla fine degli anni ’70 un programma di dispiegamento di missili nucleari a media gittata SS20, il cui bersaglio operativo era chiaramente l’Europa occidentale. L’intento era quello di creare tensioni all’interno dell’Alleanza Atlantica, facendo pressione sui paesi europei che si vedevano così direttamente coinvolti senza però poter beneficiare della protezione dei sistemi difensivi americani (il cosiddetto ombrello atomico[9]): in pratica, fece notare Mitterand, gli Stati Uniti stavano facendo la guerra fredda a rischio dell’Europa. Dopo infruttuose trattative, nel 1983 la NATO rispose installando 500 nuovi missili americani MGM–31 “Pershing” dislocati tra Gran Bretagna, Italia e Germania occidentale, nonostante il trattato per la limitazioni delle armi strategiche SALT II del ’79.[10] Che era esattamente ciò che volevano alcuni governi europei, ai quali l’indotto economico di questa massiccia presenza militare americana non dispiaceva affatto. Giulio Andreotti disse una volta della cortina di ferro: «amo talmente la Germania da essere felice che ve ne siano due».[11] I movimenti pacifisti invece protestarono con forza, organizzando manifestazioni in tutta Europa che andavano a sommarsi —anche in Italia[12]— a quelle in sostegno di Solidarność, il sindacato polacco messo fuorilegge dal regime.

Germania, 1982: proteste di massa contro gli euromissili.

7 – Germania, dicembre 1982: proteste di massa contro la decisione della NATO di impiegare i missili Pershing II e Cruise in Europa.

Nel frattempo, al 36º Festival del cinema di Cannes del 1983 veniva presentato fuori concorso il film War Games – Giochi di Guerra (USA, regia di John Badham) che racconta di un giovane hacker che, introdottosi nei sistemi del NORAD, attiva involontariamente un falso allarme nucleare le cui conseguenze sfuggono al controllo: come i palloncini di Karges la pellicola rifletteva il timore reale che, in un clima di costante minaccia atomica, un banale incidente o un errore umano potesse innescare una serie di processi che in pochi minuti avrebbero portato all’apocalisse. L’incubo dell’ordigno “fine di mondo”, descritto con amara ironia nel Dottor Stranamore di Kubrik del 1964, non era poi così lontano dalla realtà. Il finale della canzone descrive la consapevolezza che una guerra tra le due superpotenze avrebbe portato al reciproco annientamento di entrambe le parti, a prescindere da chi l’avesse iniziata e perché. Dopo novantanove anni di guerra senza vincitori né vinti, resta infatti solo un mondo in rovina e l’immagine un po’ retorica del palloncino che vola via:

Hab’ ‘nen Luftballon gefunden
Denk’ an Dich und lass’ ihn fliegen
Ho trovato un palloncino
penso a te e lo faccio volare.


Del brano furono realizzati due videoclip: dopo un primo low–cost ripreso durante un’esibizione dal vivo ne fu girato un secondo nella base militare di Harskam nei Paesi Bassi, nel quale si vede la ventiduenne Gabrielle, mani in tasca e acconciatura cotonata, camminare disinvoltamente tra palloncini e fumogeni colorati. 99 Luftballons uscì nel 1983 come secondo singolo della band su etichetta CBS. Sul lato B, il brano Ich Bleib’ Im Bett. Fu un successo: il disco balzò al primo posto delle classifiche di vendita in Germania rimanendovi per ben 32 settimane e scalò quelle di altri paesi europei (1º posto in Austria, Belgio, Paesi Bassi, Svezia, Svizzera; 2º posto in Francia, 4º in Norvegia, 10º in Spagna) conquistando la 1ª posizione anche nella “European Hot 100 Singles” e due “dischi d’oro”, assegnati in Germania (>250 mila copie vendute) e Francia (>500 mila copie). In Italia raggiunse un ragguardevole 21º posto nella hit parade settimanale verso la fine dell’83. Ma il successo non si fermò all’Europa, fu mondiale: nonostante l’idioma, insolito per le classifiche internazionali, nell’84 raggiunse il 1º posto anche in Australia, Nuova Zelanda e nella classifica dei dischi di importazione in Giappone. Infine, per la prima volta nella storia della musica, un disco cantato in tedesco entrava nelle classifiche di vendita USA, raggiungendo il 2º posto nella “Hot 100” della rivista Billboard, il 1º in quella di Cash Box e portando a casa il disco d’oro della RIAA per il milione di copie: un vero fenomeno.

La discoteca "Sound" di Berlino nel 1974

8 – La discoteca “Sound” negli anni’ 70, all’epoca dei fatti narrati nel romanzo Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino.

A far conoscere il brano in America fu determinante il contributo di una “fan” dei Nena, tale Christiane Vera Felscherinow meglio nota come la “Christiane F.” del libro autobiografico Wir Kinder vom Bahnhof Zoo ovvero Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, nel quale raccontava con crudo realismo le proprie esperienze con la droga e la prostituzione giovanile nella Berlino degli anni ’70. Sia il libro, sia l’omonimo film che ne fu tratto con la regia di Uri Edel e la colonna sonora di David Bowie (che comprende una versione in tedesco di Hero) ebbero grande successo rendendo Christiane famosa in tutto il mondo occidentale. Pure lei, nel frattempo, si era data alla Neue Deutsche Welle pubblicando nel 1982 il suo primo disco Gesundheit![13] Nel 1983 si trovava invece a Los Angeles per la promozione del film Christiane F. — Noi I Ragazzi Dello Zoo Di Berlino e fu ospite, insieme alla già citata cantante Nina Hagen (quella degli “Automobil”), della trasmissione radiofonica Rodney on the ROQ condotta dal celebre disc–jockey Rodney Bingenheimer sulla radio alternative rock “KROQ–FM 106.7 FM”. Rodney era un punto di riferimento sulla scena rock, punk e new wave americana e aveva promosso band emergenti che sarebbero entrate nella storia della musica come i Blondie, The Clash, Sex Pistols, Ramones, Duran Duran e molti altri.[14] Gli ascoltatori che telefonavano in trasmissione chiedevano alle ragazze che musica ascoltassero loro, e Christiane tirò fuori una audiocassetta che si era portata dalla Germania: conteneva 99 Luftballons di Nena. A Rodney quel pezzo di musica pop tedesca piacque molto e decise di metterlo in programmazione anche nei giorni seguenti. Fu così che sarebbe diventato una hit in America.

99 palloncini rossi

balloons red bunch full frame many

9 – «99 red balloons»

Visto il successo internazionale, alla casa discografica si pensò di fare il “bis” e fu chiesta alla band una versione in inglese. Tradurre una canzone in un’altra lingua però non è affatto semplice, poiché per ottenere qualcosa di altrettanto cantabile bisogna rispettarne per lo meno la scansione metrica. Se poi si vuole che la canzone tradotta sia anche bella, diventa tutto più difficile.[15] Nessuno dei membri del gruppo, nonostante parlassero tutti correttamente l’inglese, era riuscito a produrre qualcosa di accettabile. Chiesero aiuto agli amici e ad un professore universitario, ma nulla: 99 Luftballons sembrava intraducibile, almeno da un punto di vista musicale. I produttori chiesero aiuto a diversi professionisti dell’ambiente e una audiocassetta con la canzone originale (in tedesco) finì in mano all’autore irlandese Kevin McAlea che in quegli anni suonava anche come tastierista nel gruppo progressive–rock “Barclay James Harvest”, particolarmente seguito in Germania (tra l’altro sarebbe stata, quattro anni dopo, la prima rock band occidentale ad esibirsi a Berlino Est). Kevin, che invece non conosceva bene il tedesco, chiese ad un amico di spiegargli il senso generale della canzone e quindi prese a riscriverla da capo su una busta di carta (che giura di avere ancora), preoccupandosi più della resa musicale che del significato letterale: «penso che l’errore nei precedenti tentativi fosse stato di cercare la corrispondenza al testo originale. Ero più interessato al suono delle parole che ad ogni altra cosa.»[16] Nella versione in tedesco non si faceva nessun riferimento al colore dei palloncini[17] ma per evidenti ragioni di metrica —e non come riferimento al comunismo come vorrebbe la leggenda— nella traduzione i novantanove palloncini diventarono rossi (ninety–nine red balloons).[18] Il testo ricalca il significato originale, mantiene anche la citazione al Capitano Kirk di Star Trek («Everyone’s a Captain Kirk») ma si tratta di una riscrittura completa. Tutto inizia in modo quasi surreale, in un piccolo negozio di giocattoli dove due ragazzi comprano dei palloncini per liberarli in cielo:

You and I in a little toy shop
Buy a bag of balloons with the money we’ve got

Set them free at the break of dawn
‘till one by one they were gone
Tu ed io in un negozietto di giocattoli,
compriamo un sacchetto di palloncini
/ con i soldi che abbiamo,
li liberiamo alle prime luci dell’alba,
finché, uno a uno, se ne sono andati.


«Set them free at the break of dawn / 'till one by one they were gone»

10 – «Set them free at the break of dawn / ‘till one by one they were gone»

Alcuni «bachi nel software» in una vicina base militare fanno sì che i palloncini vengano scambiati per una minaccia, facendo svegliare all’istante la macchina bellica: «panic bells, it’s red alertthere’s something here from somewhere else».  Il testo in inglese è più vago, non fa riferimento specifico alla situazione europea, ha un tono più satirico e giocoso. Sembra quasi una filastrocca:

Ninety–nine decisions treat
Ninety–nine ministers meet
To worry, worry, super scurry
Call the troops out in a hurry
novantanove trattative,
novantanove ministri si incontrano,
per preoccuparsi, preoccuparsi, precipitarsi,
inviare le truppe in gran fretta.


I caccia decollano prontamente («scramble[19] in the summer sky») e la guerra che ne segue porta alla distruzione totale. Poi, il finale: «It’s all over», è tutto finito; della città non resta che polvere e l’ultimo palloncino diventa testimonianza di un mondo che non c’è più.

If I could find a souvenir
Just to prove the world was here
And here is a red balloon
I think of you, and let it go
Se potessi trovare un souvenir,
solo per dimostrare che il mondo è esistito,
ed ecco un palloncino rosso,
penso a te e lo lascio volare.


McAlea ricorda che i membri della band furono molto soddisfatti del testo, tanto che registrarono e pubblicarono immediatamente il pezzo. Negli Stati Uniti, curiosamente, la versione in inglese non riuscì a raggiungere i volumi di vendita di quella in tedesco (probabilmente gli americani si erano anche un po’ stancati di sentirla) ma conquistò il primo posto in Canada, sia nella classifica di vendita dei singoli che in quella dei passaggi radiofonici, aggiudicandosi un disco di platino per le centomila copie vendute. Ma il successo più sorprendente fu nel vicino Regno Unito ed in Irlanda, dove la versione originale era stata un po’ ignorata dal mercato: 1º posto in entrambi i paesi e nuovo disco d’oro per le oltre 500 mila copie vendute sul mercato britannico; infine in Sudafrica raggiunse il 3º posto nella classifica di Springbok Radio. Nonostante i risultati e l’entusiasmo iniziale, i Nena ben presto disapprovarono questa versione in inglese. Nel marzo dell’84 il tastierista e co–autore Jörn–Uwe Fahrenkrog–Petersen in una intervista per la rivista britannica No. 1 disse: «Fu un errore. Penso che la canzone perda qualcosa nella traduzione e tutto sembri sciocco.»[20] Anche Nena, questa volta sulla rivista Record Mirror, affermò di non essere completamente soddisfatta, che il pezzo risultava «troppo sfacciato» per un gruppo che non voleva essere associato alla musica di protesta.[21] In oltre 500 concerti, Nena non cantò mai dal vivo 99 Luftaballons in inglese, nemmeno in Gran Bretagna. Entrambe le versioni furono però incluse nell’omonimo album 99 Luftballons[22] del 1984 (una raccolta di brani tratti dai due precedenti album, Nena del 1983 e ? (Fragezeichen) del 1984, con alcune versioni in inglese degli stessi).

La canción de los globos

Etichetta di una edizione messicana, vinile rosso (Epic)

11 – Etichetta di una edizione messicana (Epic).

In quegli anni non era poi così raro che i titoli dei brani, nei paesi sudamericani, venissero tradotti in castigliano.[23] Ad esempio, la celeberrima Another Brick in The Wall dei Pink Floyd divenne Otro Ladrillo En La Pared in una edizione messicana dell’album[24] e Thriller di Michael Jackson divenne Espeluznante (lett. “orripilante”) nell’edizione argentina,[25] solo per citare due brani tra i più famosi. Anche il titolo 99 Luftballons venne tradotto in 99 Globos, mentre quello della versione inglese 99 Red Balloons divenne 99 Globos Rojos; in due edizioni messicane il brano viene addirittura citato come La cancion de los globos.[26] Come d’uso la traduzione si fermò al titolo, i Nena non incisero una versione ufficiale in spagnolo. Fu però qualcun’altro a farlo al posto loro: nel 1984 uscì in Argentina una cover dei Malvaho, gruppo argentino specializzato in musica disco che già aveva firmato (tra gli altri) un rifacimento in spagnolo di Bollicine di Vasco Rossi, intitolato Burbujitas.[27] Questa versione era intitolata 99 Globos come quella di Nena, gli arrangiamenti erano pressoché identici ma la voce era di tale Karina[28] e le parole interamente in spagnolo. Anche questa volta si tratta di una nuova traduzione, più simile forse alla versione in inglese (senza negozio di giocattoli e Capitano Kirk però): il testo dei Malvaho è molto più inquietante e diretto nel puntare il dito contro i juegos de poder (giochi di potere) e la futilità delle ragioni che possono causare un guerra. Se Nena ritenne la versione in inglese troppo “sfacciata”, chissà cosa avrebbe detto di questa. La canzone inizia con quello che sembra un disperato messaggio ai sopravvissuti:

Si aun me puedes escuchar
quiero que oigas un mensaje
acerca de unos globos que
van camino al horizonte

Se ancora mi puoi ascoltare
voglio che ascolti un messaggio
riguardo ad alcuni palloncini che
vanno verso l’orizzonte



I palloncini attirano l’attenzione di un non precisato “esercito” che tenta ripetutamente di intercettare l’oggetto volante, palesando così tutta la propria ottusa stupidità:

«alto identifíquense»
le pidieron varias veces
pero no comprendían que
noventa y nueve globos eran
«altolà identificarsi»
chiesero loro varie volte
però non capivano che
erano novantanove palloncini.


Truppe argentine alle Falkland nel 1982

12 – Truppe argentine alle Falkland nel 1982.

In Argentina pesavano ancora sulla coscienza popolare i fatti di solo due anni prima, quando la giunta militare fascista retta dal generale Leopoldo Galtieri trascinò il paese nella disastrosa guerra delle Falkland contro il Regno Unito «per delle isole vuote e per qualche pecora», come sintetizzò in maniera efficace il calciatore argentino Diego Armando Maradona nell’85.[29] La reazione britannica all’occupazione delle isole fu repentina e schiacciante: la sconfitta contro l’Impero della Thatcher, che costò la vita a 649 soldati argentini in appena due mesi di scontri, provocò un tale risentimento nella popolazione che il dittatore venne abbandonato anche dai suoi sostenitori e fu costretto a dimettersi. Nel 1983 l’Argentina era ritornata alle libere elezioni.


La canzone dei Malvaho punta il dito contro i “ministri della guerra”, che diventano senza mezzi termini “novantanove pazzi”, “ministri assassini” (noventa y nueve locos si / que ministros asesinos…), ma anche contro i comandanti militari che eseguono gli ordini senza badare alle conseguenze, come quel «idiota capitán» che guida i novantanove caccia a sparare contro dei palloncini. La visione della guerra che ne segue è apocalittica:

el pueblo entero en confusión
los veía atacando
sin sentido ni razón
a noventa y nueve globos
[…] tanto escándalo y horror
por noventa y nueve globos
Il popolo intero in confusione
li vedeva mentre attaccavano
senza senso né ragione
i novantanove palloncini.
[…] tanta tragedia ed orrore
per novantanove palloncini



Alla fine della guerra (i soliti novantanove anni) il mondo è in fiamme, la distruzione è resa in modo efficace dall’immagine dalle carcasse dei bombardieri (bombarderos derribados). Ma ecco l’ultimo palloncino sopravvissuto: con esso, dice la cantante, «vola via la mia speranza».

Dopo i palloncini

Torniamo ai Nena: per quanto riguarda l’America, si può dire che furono ricordati come una one–hit wonder,[30] poiché nessuna delle produzioni successive del gruppo riuscì nemmeno ad entrare nelle classifiche d’oltreoceano. La band, però, continuò a godere di un discreto successo in patria ed anche in Europa. Il singolo Leuchtturm, estratto dall’album Nena e pubblicato dopo 99 Luftballons, raggiunse il secondo posto nelle classifica tedesca nel 1983.[31] Nel 1984 il singolo Just a dream, riedizione in inglese del primo successo dei Nena Nur geträumt del 1982, raggiunse un 70º posto nella classifica britannica; nel marzo dello stesso anno la versione internazionale dell’album Nena (che comprendeva entrambe le versioni, in inglese ed in tedesco, di 99 Luftballons) raggiungeva il 31º posto nel Regno Unito. Nel 1987, dopo sei album, la band si sciolse. Gabrielle “Nena” Kerner intraprese la carriera da solista e tornò in vetta alla classifica tedesca con il singolo Liebte Ist nel 2005.[32] Nel 2010 ricevette dalla PETA il premio per la “vegetariana più sexy” dell’anno.[33] Carlo Karges, l’autore del testo originale, continuò a collaborare con Nena scrivendo molte delle sue canzoni. Nel 1985 aprì un locale a Berlino, il “Cafe Carlo”; morì nel 2002 di insufficienza epatica. Jörn–Uwe Fahrenkrog–Petersen continuò la propria carriera di musicista e compositore negli USA. I Rolling Stones suonarono di nuovo al Waldbühne nel giugno 2014. 

«Questa canzone è un’ossessione»: riedizioni, cover e citazioni nella cultura popolare

Dr_Demento

13 – Barry Eugen Hansen alias “Dr. Demento” a New York nel 2014.

A parte la già citata 99 Globos in spagnolo del gruppo argentino Malvahos (1984), 99 Luftballons / 99 Red Balloons fu oggetto di numerosissime cover (per la maggior parte in inglese) che testimoniano la popolarità del brano. Appena uscita la versione in inglese, il cantante e comico Tim Cavanagh ne fece una parodia intitolata 99 Dead Baboons (99 babbuini morti) che nel 1984 divenne la 3ª canzone più richiesta allo show radiofonico del “Dr. Demento”, alias Barry Eugen Hansen. Un’altra parodia fu 99 Death Eaters dei Draco and the Malfoys, wizard–rock band di Rhode Island che ne fece una versione incentrata su temi magici, ispirati alla saga di Harry Potter della scrittrice inglese J. K. Rowling: «99 Death Eaters / Under cover of a darkened sky…» Nel 1985 il cantante e comico americano “Weird Al” Yankovic utilizzò il motivo del ritornello in Hooked on Polkas (un “medley” di brani celebri incluso nell’album Dare to Be Stupid) e il gruppo punk–rock americano “7 Seconds” incluse una propria versione di 99 Red Balloons nell’album Walk Together, Rock Together. Nel 1997 fu la volta della band alternative rock di Boston “Angry Salad” che ne incluse una cover nell’album Bizarre Gardening Accident. Una delle versioni più celebri è certamente quella realizzata dalla band punk–rock/ska “Goldfinger”, che combina parti cantate in inglese ed in tedesco:[34] inclusa nell’album Stomping Ground (2000), divenne popolare nel 2004 grazie alla colonna sonora del film EuroTrip di Jeff Schaffer.



Anche la cantante australiana Kylie Minogue interpretò 99 Red Balloons (in inglese) dal vivo sul palco del “Melt! Festival” di Gräfenhainichen (Germania) nel luglio 2015:

La stessa “Nena” Kerner, come solista, registrò una nuova versione pop–rock della sua 99 Luftballons nel 2002, con una melodia molto diversa dall’originale. Il brano fu incluso nell’album Nena ft. Nena insieme ad altre riedizioni di vecchi successi come Nur geträumt e Leuchtturm. Nel video, Nena è dapprima seduta su una giostra e poi passeggia scalza su un lungomare. Nel 2009 uscì con una nuova versione pop, questa volta più simile all’originale, che comprendeva addirittura parti di testo in francese:

Est–ce à moi que tu pensais
Alors écoute ma chanson
Des quatre-vingt-dix-neuf ballons
Qu’on a lachés à l’horizon
Se è a me che hai pensato
allora ascolta la mia canzone
di novantanove palloncini
che ho liberato all’orizzonte



Il video, realizzato da Philip Rouget, sembra un coloratissimo cartone animato con richiami alla optical art degli anni ’60–70 e ai videogiochi degli anni ’80:


Gli anni in cui uscì 99 Luftballons, infatti, non erano solo quelli del riarmo nucleare e degli euromissili: era anche la cosiddetta epoca d’oro dei videogame, quando gli arcade vissero il momento di maggior diffusione ed i primi home computer iniziavano ad entrare nelle case. Il brano dei Nena si guadagnò subito la prima citazione in un videogioco, Lazy Jones di David Whittaker pubblicato nel 1984 per Commodore 64 e ZX Spectrum. Si tratta di una raccolta di 15 minigiochi[35] da giocare tutti per poter accedere al livello successivo. Uno di questi, nel quale bisognava raccogliere dei palloncini rossi, si chiamava “99 Red Balloons” ed aveva per colonna sonora la versione chiptune dell’omonimo brano (vedi ):[36]

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14 – Schermata di “Lazy Jones” per Commodore 64 con il minigioco “99 Red Balloons”.

Questa canzone è un’ossessione Martin Rauch (Jonas Nay) in Deutschland 83

Grand Theft Auto: Vice City di Rockstar Games, il secondo gioco più venduto per PS2, è molto più recente (2002) ma ambientato nel 1986: la sterminata colonna sonora include il brano 99 Luftballons di Nena, ascoltabile insieme ad altri brani new wave dell’epoca (Blondie, Spandau Ballet…) sintonizzando l’autoradio sula stazione “Wave 103”. Un successivo gioco della saga, Grand Theft Auto: Vice City Stories (2006) contiene un “tributo” alla canzone, questa volta non presente nella colonna sonora: in una “missione secondaria” bisogna far scoppiare 99 palloncini rossi sparpagliati per la città per ottenere bonus in denaro e armi. Il videogioco di corse automobilistiche Gran Turismo 3: A–Spec contiene invece la fortunata versione punk–rock dei Goldfinger che compare anche nelle colonne sonore di due film: il già citato Eurotrip e il film di J. Gallen Non è un’altra stupida commedia americana (Not Another Teen Movie, USA 2000). In numerosi altri film, anche per brevi spezzoni non accreditati nella colonna sonora ufficiale, si trova il brano dei Nena: ad esempio in Hell di Tim Fehlbaum (2011), che racconta la storia di alcuni sopravvissuti in una Germania post–apocalittica, nel Watchmen di Zack Snyder (USA 2009) tratto dall’omonima fumetti di Alan Moore e Dave Gibbons, e molti altri.[37] Nella serie animata The Simpsons, Homer canticchia 99 Luftballons (ep. 17 s. 16ª) a un gruppo di tedeschi; lo balla “J.D.” Dorian in sogno, in una stanza piena di palloncini rossi, in Scrubs – Medici ai primi ferri (ep. 20 s. 2ª). Il brano fa spesso da sottofondo alle vicende di Deutschland 83, serie ambientata in Germania proprio negli anni degli euromissili: «questa canzone è un’ossessione», commenta la giovane guardia di confine Martin Rauch, il protagonista. In Italia, 99 Luftballons fu la sigla del programma sportivo Il gol sopra Berlino, trasmesso da La7 nel 2006 in occasione dei Mondiali di calcio in Germania, e del corso di lingua tedesca Wo, wenn, wie trasmesso dalla RAI negli anni ’90. Già, perché il testo di 99 Luftballons viene spesso utilizzato a scopi didattici. Ad esempio, in un libro di tedesco per traduttori, uno degli esercizi è il seguente: «Per un tour nel Regno Unito, la cantante Nena vuole cantare una versione in inglese della sua vintage hit ’99 Luftballons’ e tu sei stato incaricato della traduzione…»[38] Esercizio non facile, come abbiamo visto, con l’invito a “resistere alla tentazione” di copiare dalla versione in inglese esistente. Infine, il brano è citato nel libro 1001 Albums You Must Hear Before You Die di Robert Dimery (2005) come una delle “1001 canzoni da ascoltare obbligatoriamente prima di morire” e in The End: 50 Apocalyptic Visions From Pop Culture…[39] di Laura Barcella come una delle 50 più rilevanti visioni apocalittiche nella cultura popolare. Insomma, se non l’avete ancora ascoltato, che aspettate? L’inverno nucleare?

Note

  1. [1]Vannuccini, V. “Il Rock Scuote Berlino EstLa Repubblica 10 Giugno 1987. Gruppo Editoriale L’Espresso. Web. 12-10-2015.
  2. [2]Uno dei circa 40 Thingspiel (così li chiamavano) costruiti tra il 1933 ed il 1939.
  3. [3]Epònima: che ha lo stesso nome della cantante, Nena.
  4. [4]Talevski, (op. cit.)
  5. [5]Il termine è fu coniato da Jürgen Kramer, uno studente che all’epoca scriveva sulle fanzine.
  6. [6]Pubblicata anche in inglese con il titolo Da Da Da I Don’t Love You You Don’t Love Me Aha Aha Aha. Nello stesso anno fu realizzata anche una cover in italiano da tali “Masters” per celebrare la vittoria dell’Italia ai Mondiali di Spagna, intitolata Da–Da Mundial (cfr. Discogs). Il brano ha goduto di nuova notorietà in Italia quando fu incluso nella colonna sonora del film Il Divo (2008) di Paolo Sorrentino, adottato come sigla del programma televisivo Da Da Da (RAI, 2009) e in alcuni spot televisivi (Pavesini, Citroën C1 2013).
  7. [7]James Tiberius Kirk: nella serie televisiva di fantascienza Star Trek è il capitano della nave spaziale USS Enterprise NCC–1701.
  8. [8]Doomsday Clock: orologio dell’apocalisse. Si tratta di un indicatore del rischio di guerra atomica ideato dal Bulletin of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago nel 1947, che consiste in un orologio metaforico in cui la mezzanotte rappresenta la fine del mondo mentre i minuti precedenti rappresentano la distanza ipotetica da tale evento (cfr. sito ufficiale).
  9. [9]Ombrello atomico: «complesso di elementi difensivi, attivi e passivi, contro eventuali attacchi nucleari» (Dizionario Il Nuovo De Mauro, cfr.)
  10. [10]Strategic Arms Limitation Talks, firmato a Vienna 18 giugno 1979 da Leonid Il’ič Brežnev e l’allora presidente Jimmy Carter.
  11. [11]Tacconi, Matteo. C’era Una Volta Il Muro: Viaggio Nell’Europa Ex–comunista. 1.st ed. Roma: Castelvecchi, 2009. 132. ISBN 9788876153396.
  12. [12]Sasso, D. e K. Jaworska (PDF) Solidarność nei documenti della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli  Milano: Fond. Feltrinelli/Cons. Polonia 2014.
  13. [13]Christiane F. ‎– Gesundheit!Discogs.
  14. [14]Powell, Alison. “Big in America? If You’re in a Band, Then DJ Rodney Bingenheimer Probably Helped… The Guardian 5 Feb. 2005, Music.
  15. [15]La Via, Stefano “Come si traduce una canzoneAbsolutepoetry, 19 Nov. 2010.
  16. [16]80–89 (op. cit.)
  17. [17]Nel videoclip erano di diversi colori.
  18. [18]luftballons (3 sillabe) in inglese si traduce come balloons (2 sillabe): in pratica l’aggettivo red serviva a rimpiazzare luft–. In ogni caso, anche ninety–nine (99) conta una sillaba in meno rispetto al tedesco neunundneunzig.
  19. [19]Lo scramble (o scrambling), nel lessico militare, è l’atto di far decollare rapidamente uno o più caccia per intercettare e identificare un velivolo sconosciuto. Il termine deriva dallo slang della Royal Air Force ed è attestato dal 1940.
  20. [20]“A very good group from Germany”. No.1: 38. 17–3– 1984
  21. [21]Strike, Andy “99 Red Herrings”. Record Mirror: 14. 10–3–1984
  22. [22]Lo stesso album fu pubblicato anche con i nomi NenaInternational Album e (in Giappone) 99 Luftballons: First America.
  23. [23]O perlomeno, il titolo originale veniva accompagnato da quello in castigliano.
  24. [24]1979, CBS ‎– LP2S–92 (Discogs)
  25. [25]1982, Discos CBS ‎– 47.266 (Discogs).
  26. [26]Epic, tiratura limitata su vinile trasparente rosso e verde.
  27. [27]Inclusa nell’album Humanidad del 1983, che conteneva anche la cover (in italiano) di Ma quale idea di Pino d’Angiò
  28. [28]Il brano fu in seguito incluso proprio nell’album di nell’album di Karina, Es mi fiesta (1984).
  29. [29]Chiusano, Mattia. “Per sempre contro tutti.” La Repubblica 1 luglio 1994. Gruppo Editoriale L’Espresso. Web. 11 Ott. 2015.
  30. [30]One–hit wonder è il termine con cui nell’industria musicale viene definito un artista o un gruppo noto al grande pubblico per un solo singolo. Secondo il giornalista musicale Wayne Jancik, autore del libro The Billboard Book of One–Hit Wonders (1997), una one–hit wonder per essere considerata tale deve essere almeno entrata nella “Top 40”.
  31. [31]Leuchtturm” Offizielle Deutsche Charts.
  32. [32]Liebte Ist” Offizielle Deutsche Charts.
  33. [33]Tausende Abstimmungen bei PETAs Online–Voting. Peta.de, giugno 2010. Web.
  34. [34]Daivs, Mark. J Legal Issues in the Music Industry (English Edition) BuzzGig: 2010.
  35. [35]Tra i quali si riconoscono le emulazioni di grandi classici come Breakout, Frogger, H.E.R.O per Activision e Space Invaders (cfr. Lazy Jones, C–64 wiki)
  36. [36]Tra le musiche, per la maggior parte composte da Whittaker, si riconoscono le melodie di altri pezzi celebri degli anni ’80: Fade to Gray dei Visage, Close Encounters of the Third Kind di Gene Page, It Happened Then degli Electronic Ensemble. Quando Lazy Jones va al cesso la colonna sonora è Living on the ceiling di Blackmange (cfr. Lazy Jones, C–64 wiki).
  37. [37]Filth di Jon S. Baird (UK 2013), Mr. Nobody di Jaco Van Dormael (2009), La ragazza del mio migliore amico (My best friend’s girl, regìa di H. Deutch, 2007), Prima o poi me lo sposo (The Wedding Singer, Frank Coraci, 1998), L’ultimo contratto (Grosse Point Blanke, G. Armitage, 1997), Boogie Nights — L’altra Hollywood (P.T. Anderson, 1997).
  38. [38]Hervey, Sa, Michael Loughridge. Thinking German Translation: A Course in Translation Method (Thinking Translation). 2nd ed. London: Routledge, 2006. 109–110.
  39. [39]Op. cit.
Grazie a Martino Sacchi per la trascrizione del testo in spagnolo.

Bibliografia e fonti

Dati di vendita

Australia World Chart; Austria: Austriancharts.at; Belgio: Ultrato.be;  Canada: RPM 50 Singles Weekly (Library and Archives in Canada), 1050 Chum charts, Music Canada; Europa Musicseek.info; Francia Infodisc.fr; Giappone: Oricon International Chart (cfr. Japan #1 IMPORT DISKS); Germania: Offizielle Deutsche Charts, Bundesverband Musikindustrie; Irlanda: The Irish Charts; Italia: Hit Parade Italia; Norvegia: Norwegiancharts.com; Nuova Zelanda Charts.org.nz; Paesi Bassi Dutchcharts.nl; Spagna: Sólo éxitos: año a año, 1959–2002 (Fundación Autor–SGAE, 2005); Svezia: Swedishcharts.com; Svizzera: Swisscharts.ch; UK: Official Singles Chart, British Phonographic Industry; Official Chart (1); Official Charts (2) USA: Recording Industry Association of America;

Immagini

  1. Nancy Wong, 1986 [CC-BY-SA 3.0] Commons.
  2. Berlino, 8 giugno 1982. L’immagine è tratta dal retro di copertina dal doppio vinile del live edito da Tongue Label (91201–2). La cosa curiosa è che, trattandosi di un bootleg (ovvero di una edizione non ufficiale), il disco è stato “mascherato” con il nome  ‎Beast Of Bourbon ed attribuito ad una band fittizia di nome “The Glimmer Twins” (che era un alias utilizzato da Mick Jagger e Keith Richards nei credits), ma di fatto era il concerto dei Rolling Stones (cfr. Discogs).
  3. Vincent Kitts (US ARMY), 1984 [PD] Commons.
  4. Dirk Herbert, 1981 [CC-BY-SA 4.0] Commons.
  5. US NAVY, 1-2-1986 [PD] Commons.
  6. USAF, 15-11-1961 [PD] Commons.
  7. Don Sutherland (US ARMY), 10-12-1982 [PD] Commons.
  8. Gerhard Doerries, 1974 [CC-BY-SA 2.5] Commons.
  9. © Bergamont/Depositphotos.
  10. © Kruchenkova/Depositphotos.
  11. © Epic Records, fair use.
  12. Gente nº 875 (29-04-1982), Commons.
  13. David Rossi, New York 15-8-2014 [CC-BY-SA 3.0] Commons.
  14. David Whittaker [CC-BY-NC-ND 3.0] Internet Archive.
Over de auteur

Silvio DellʼAcqua

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Fondatore, editore e webmaster di Lapůta. Cultore di storia della Croce Rossa Internazionale. Appassionato di ricci.