Il lago alpestre di Sevan, il più grande lago dell’Armenia ed uno dei più grandi laghi d’alta quota al mondo. Il promontorio visibile in questa foto del 1975, su cui sorge il monastero medioevale di Sevanavank, è detto “isola di Sevan” e in origine era effettivamente tale: fu unita alla terraferma quando l’amministrazione sovietica decise di abbassare artificialmente il livello dell’acqua di ben 45 metri per ridurre l’evaporazione, al fine di poter usare il lago come bacino per la produzione di energia idroelettrica. Nel 1933 iniziò lo scavo di un tunnel di scarico, ultimato nel 1949. All’inizio degli anni ’50 il livello si era già abbassato di quasi 20 metri, la superficie del lago si era ridotta da 1360 km² (5% della superficie dell’Armenia) a 1250 km². Dopo la morte di Stalin la gigantesca opera venne messa in discussione: ci si rese conto dell’enorme danno ambientale ed il progetto fu cancellato. Nuove, imponenti opere furono messe in atto al fine di ripristinare il livello originario ma con scarso successo: nel 2012 il livello era ancora 16 metri sotto quello iniziale. Oggi il Sevan ha un ruolo centrale nell’economia armena: fornisce energia elettrica a basso costo, acqua per l’irrigazione, pesca e –grazie al clima mite che consente la balneazione– è anche una meta turistica.

(foto: URSS 75 Annuario dell’agenzia di stampa Novost Mosca: Novosti, 1975 – © collezione personale)

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