stradale dalle parti di Nosadello

Intervista a Mirko Volpi, autore di “Oceano Padano”

In interviste di Roberto Guarnaschelli

stradale dalle parti di Nosadello

Ci sono paesaggi che aiutano molto la vena poetica di uno scrittore. Ma che succede quando ti trovi a descrivere una terra che «galleggia su tre elementi: acqua, letame e burro» e nella quale «l’attività principale è annoiarsi»? Se ti chiami Mirko Volpi, classe 1977, ricercatore in Linguistica italiana all’Università di Pavia, ma soprattutto orgogliosamente e annoiatamente Nosadellese, partorisci un libro come Oceano Padano (ed. Laterza, 2015), vero inno alla gente e alla vita che scorre in una parte di Pianura Padana, insieme all’Adda e alle rogge.


 Mirko, anzi, Professor Volpi, cos’è esattamente l’Oceano Padano? E come lo spiegheresti a un “foresto”?

Tecnicamente, almeno cioè per come ho provato a definirlo io, l’Oceano Padano è quella fetta di territorio verde e pianeggiante che va dall’Adda al Mincio, avendo come confine a sud il Po e a nord qualsiasi primo accenno di alture. È la zona più ricca e fertile della Lombardia pianeggiante ed è anche quella che – mi pare – fino ad oggi ha goduto di minori attenzioni in campo letterario, e non solo. È un territorio geograficamente e umanamente coeso, ben individuabile, con precise caratteristiche fisiche e, oso dire, “morali”. E cioè: la piattezza, benché non assoluta, le distese di verde, le rogge, i fontanili, i colori del cielo, le vacche, l’odore di letame; e poi il senso del dovere, la sacralità del lavoro, l’animo un po’ schivo ma soprattutto restio a manifestare qualsivoglia emozione o sentimento profondo. Il foresto, per carpirlo, per capirci, può fare due cose: leggere il mio libro o venire a vivere qui!

“Oceano Padano” ha avuto un grande successo… Su Facebook hai ventilato la possibilità di una trasposizione teatrale, con tanto di rotoballa sul palcoscenico… Riflessione annoiata sotto il portichetto o progetto concreto?

Si trattava di una boutade, di uno scherzo, non di un progetto concreto. Anche se mi piacerebbe moltissimo vedere un uomo di teatro che prende il mio testo e ne fa un monologo. Scriverlo magari no, ma seguirne la trasformazione in opera teatrale, quello sì, sarebbe divertente.

 La Catalogna vuole l’indipendenza, la Lombardia e il Veneto votano l’autonomia… invece Nosadello e Gradella resteranno sotto il giogo di Pandino?

Nosadello e Gradella sono le frazioni di Pandino da quando c’è l’Unità d’Italia, ahimè, e credo proprio che così sarà ancora per molto. Nel libro dico spesso scherzando, ma mica tanto, che i nosadellesi hanno sempre avuto un desiderio indipendentista. Questo riguarda la storia: Nosadello è sempre stato per i fatti suoi, diciamo così, parla un dialetto diverso e ha sempre avuto un vescovo diverso, così come Gradella. Questi fatti sono minimi, lo so bene, ma dicono molto delle specificità dei piccoli borghi lombardi e poi anche italiani. Nosadello (un piccolo pugno di terra, una manciata di anime) è addirittura diviso in Nosadello di Sopra e di Sotto, e un tempo lo era persino giuridicamente. La cosa importante però è non indulgere mai a sciocchi campanilismi. Le micro–differenze e peculiarità vanno conosciute, magari anche amate, non brandite.

Nosadello: inizio del centro abitato




 Hai già in programma una nuova fatica letteraria? Puoi darci un’anticipazione?

Purtroppo no, non sto scrivendo niente. Ho delle idee, quattro paginette di un file nuovo, e qualcuno (quasi nessuno, in realtà) che mi sprona a scrivere ancora. Vedremo, non ho fretta né ansie da pubblicazione. Magari non pubblicherò mai più. L’uomo padano sa quando deve tacere.


 

Oceano Padano

Oceano Padano

€ 13,00eBook: € 7,99

«Il vero abitante dell'Oceano Padano non ama il mare salato, non lo capisce, se ne tiene alla larga. "Cosa me ne faccio?", pensa davanti a quella spaventosa massa dal colore estraneo, dall'odore sospetto, che al posto di scorrere, rifluisce, ripiega lamentosamente su sé stessa, innaturalmente fa avanti e indietro senza costrutto sulla riva. "Cosa ci adacquo? Ci irrighi mica i campi, con questa...", torna a ripetersi l'uomo agricolo, l'archetipo eterno della Bassa: e si allontana da sabbia e alghe e conchiglie - elementi oscenamente sterili - come covando nel cuore un segreto sgomento. Lui ama solo le rogge, i pesci di fosso, le polle d'acqua sorgiva, gli infidi canali ombreggiati dai filari di ontani, le increspature dei fili d'erba delle verdissime distese: e nella sua mente - mentre riposa al tramonto con uno stelo di fiore in bocca - vede tutto ciò tramutarsi in foraggio, concime, latte, formaggio. Lavoro. Ricchezza.»

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Foto in alto: uno stradale dalla parti di Nosadello.

L'autore

Roberto Guarnaschelli

Ingegnere, classe 1972, vive in una cascina immersa tra le nebbie padane, in compagnia di sette cani, tre gatti e una consistente dose di misantropia. Il suo sogno nel cassetto è fare il giro dei bar di Pyongyang con Antonio Razzi e Sasha Grey.