Maus durante i test

Maus: il più grande carro armato mai costruito

In Militaria di Giovanni Melappioni

Se escludiamo la rivoluzionaria dottrina tattica sviluppata per l’utilizzo delle formazioni corazzate i nazisti non furono gli incredibili innovatori di mezzi corazzati che forse la propaganda dei vincitori, e una certa leggerezza ricostruttiva degli addetti ai lavori, hanno tramandato fino a noi. Negli anni immediatamente precedenti lo scoppio della seconda guerra mondiale i veicoli corazzati da combattimento (VCC) a disposizione di Hitler erano leggeri e male armati e solo un quantitativo estremamente limitato di veicoli considerati, per peso e armamento, “medi” ebbe un ruolo operativo effettivo durante le incredibili offensive in Polonia e Francia. I trionfi dei primi due anni di guerra furono dovuti a fattori ben più rivoluzionari delle caratteristiche dei VCC impiegati. Brevemente i principali furono: la creazione di formazioni corazzate indipendenti dalle divisioni di fanteria, la combinazione e la collaborazione fra armi diverse, l’appoggio tattico aereo per esempio nell’attacco dei capisaldi nemici, dinamismo dei comandi, sorpresa, fine programmazione strategica. E gli errori degli avversari che vennero sfruttati senza alcuna remora. Fu con l’estendersi della guerra verso l’est, contro l’URSS, che avvenne la svolta decisiva nelle direttive amministrative riguardo i prototipi e i progetti di nuovi carri da approvare. L’incontro-scontro con il T-34 sovietico [foto 1] risultò scioccante per l’alto comando tedesco. Il T-34 può a ragione essere considerato il miglior (relativo, non assoluto) carro armato dell’ultima guerra mondiale se si rimane contestualizzati al periodo storico e alle esigenze operative alle quali era chiamato a rispondere. Il Panzer VI “Tigre”, il primo della serie di carri pesanti (57 tonnellate) dell’esercito tedesco si era rivelato di difficile manovrabilità, con un design della corazzatura, pur ottima, sorpassato non essendo angolato per deflettere i colpi avversari.

Sd.Kfz. 171

2 – Sd.Kfz. 171 Panzer V Panther

In risposta fu messo in produzione il Sd.Kfz. 171 meglio noto come Panzer V Panther [foto 2] destinato a rivoluzionare concettualmente il futuro dei mezzi corazzati ma fin troppo delicato e futuristico per poter seriamente decidere le sorti di un conflitto (entrò in servizio nel Luglio del 1943) ormai perduto. Si venne pertanto a creare una situazione decisamente incongruente. Da una parte i Russi che affiancarono la produzione di carri standard, i T-34 nelle varie versioni, a carri pesanti come lo JS-1 mantenendo però la priorità sul carro medio, dall’altra i tedeschi, ormai in seria difficoltà per quanto riguarda l’approvvigionamento delle materie prime che distolgono la progettazione e lo studio di prototipi dalla strada che poi il resto del mondo considererà corretta, quella dei carri medi e si incentra sullo sviluppo di carri pesanti e super pesanti. La volontà di Hitler è ovviamente uno dei fattori principali, imbevuto di retorica fine a sé stessa il gioco per il dittatore è anche avere “il carro più grande” rispetto al nemico ma vi sono altre motivazioni, di carattere strategico, dietro questa scelta. La Germania aveva perso l’offensiva su tutti i fronti, nessuno escluso. Si andavano delineando opzioni prevalentemente difensive nelle sfere dei comandi. Sacrificare la mobilità a fronte della solidità sembra essere un mantra cieco ma palese nelle scelte dei prototipi, nello sviluppo di versioni aggiornate di carri già esistenti (Il King Tiger, ad esempio, versione da 70t del Panzer VI “Tiger”). Una scelta a dir poco discutibile che contribuì non poco alle sorti finali del conflitto.

Il “Maus”

Maus test

3 – Sdk.Fz 205 “Maus” durante i test

Uno dei progetti più interessanti da studiare è sicuramente il Maus. La denominazione seriale Panzer VIII era caduta in disuso e gli venne attribuita successivamente dagli alleati. Per i Tedeschi era noto come Sdk.Fz 205 “Maus” (Topo) [foto 3] , pesante 175 tonnellate avrebbe surclassato per armamento e corazzatura qualsiasi altro veicolo da combattimento esistente all’epoca. La ditta Krupp si sarebbe occupata della costruzione dei componenti mentre la Alkett dell’assemblaggio. Il primo prototipo, denominato V1, venne testato, privo di torretta, nel 1943. Seguirono mesi di studi per approntare la parte superiore, armata di un cannone da 150mm. Inizialmente si era predisposto l’utilizzo di un KwK 44 da 128mm, lo stesso dello Jadgtiger (la versione semovente del Tiger) ma si convenne che se le caratteristiche della struttura fossero risultate funzionali un calibro maggiore andava applicato. Secondo Adolf Hitler un calibro inferiore sarebbe stato uno spreco e uno spregio paragonato alla possanza del super carro.

La corazza era spessa 220 mm frontalmente e 190 mm ai lati e posteriormente per lo scafo, 240 mm frontali e 220 mm nel retro per la torretta. Il primo modello venne classificato come V1. I test misero in luce i limiti dell’idea: le sospensioni subivano un logorio tremendo e non vi era modo di renderle sufficientemente robuste, la velocità massima, in condizioni ottimali di terreno era di 13 km/h e il peso enorme rendeva impossibile attraversare ponti e terreni morbidi. Nonostante ciò fu costruito un secondo prototipo, migliorato nella larghezza dei cingoli che raggiunsero i 1200 mm e il ritorno al ben testato cannone da 128 a cui venne aggiunto uno da 75 mm coassiale. Fu aggiunta anche una mitragliatrice per lo scontro ravvicinato con la fanteria e in chiave anti aerea. Nel Luglio del 1944 gli ordini preventivati, cinque carri al mese, furono annullati vista l’impossibilità tecnica di poter ottemperare alla produzione, per così dire, di massa. I due prototipi però continuarono ad essere testati e si riporta la notizia dell’impiego in battaglia del Maus presso un complesso industriale di Kummersdorf, dove secondo fonti sovietiche non del tutto accreditate diversi carri armati russi vennero distrutti tanto che occorse l’intervento dell’aviazione per mettere fuori combattimento il titanico Panzer. La torretta del V1 venne poi assemblata da ingegneri russi, a guerra terminata, con lo chassis del V2 ed il mezzo è tuttora esposto presso il museo di guerra di Kubinka. [foto 4]

Maus

4 – “Maus” V2 al museo della guerra di Kubinka. La torretta è del V1.

Dati tecnici

  • Modello: Sonderkraftfahrzeug 205 (Sdk.Fz 205) “Maus”
  • Massa: 188 000 kg
  • Equipaggio: 6 persone
  • Motore:
    • V1: Daimler-Benz MB 509 / 12-cilindri / 1080 HP
    • V2: Daimler-Benz MB 517 Diesel / 12-cilindri / 1200 HP
  • Capacità serbatoio 2650-2700 litri
  • Velocità: 13-20 km/h
  • Autonomia: 160-190km (road), 62km (cross-country)
  • Lunghezza: 10.09 m
  • Larghezza: 3.67 m
  • Altezza: 3.63 m
  • Armamento: 128mm KwK 44 L/55 e 75mm KwK 44 L/36.5 1 x 7.92mm MG34
  • Munizioni: 128 mm – 55-68 colpi 75 mm – 200 colpi (intesa somma fra HE e AP)

Bibliografia e fonti

Immagini

1) agenzie di stato sovietiche [PD] Commons;
2) [PD] Commons;
3) autore e licenza sconosciuti;
4) [PD] Commons;

testo: © Giovanni Melappioni da Talento nella Storia: portale storico amatoriale, indipendente, apolitico.

Over de auteur

Giovanni Melappioni

Marchigiano, classe 1980, scrittore. Vincitore della "Giara d'Argento" RAI 2014 con il romanzo Missione d'onore. Terzo classificato al concorso "Parole Resistenti" dell'ANPI di Atessa (CH). Scrive su Laputa e Raccontare la Storia.