La ricchezza delle nazioni (Wealth of Nations)

La ricchezza delle nazioni (Wealth of Nations)

La guida galattica per economisti

La monumentale "Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni" è la principale opera di Adam Smith, ritenuto il fondatore dell'economia politica liberale. Composta originariamente da cinque volumi, è un testo fondante dell'economia moderna, rivoluzionario e lungimirante, critico con i modelli dogmatici e le idee politiche tradizionali dell'epoca ma al contempo ricco di ironia e di nozioni curiose.

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Wealth of Nations è un trattato enorme, disordinato, ricco di cose divertenti e scritto in una prosa ammirevole. Con la Bibbia e il Capitale di Marx, è uno dei tre libri che le cosiddette persone «colte» si sentono autorizzate a citare senza averli letti. John Kenneth Galbraith
Wealth of Nations, copertina 1766

Copertina dell’edizione originale, 1766

Adam Smith (1723 – 1790), filosofo ed economista scozzese, è ritenuto il fondatore dell’economia politica liberale. Dopo un viaggio in Europa durante il quale ebbe occasione di conoscere gli intellettuali del tempo (Voltaire, D’Alembert, François Quesnay, e altri), Smith lavorò 5 anni al suo capolavoro che fu pubblicato a Londra nel 1776, l’anno della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America. Acuto osservatore, Smith prevede la rivoluzione industriale (che si sarebbe concretizzata da lì a qualche anno), o almeno ne coglie i primi stadi, osservando la specializzazione della manodopera che già si andava affermando nelle officine («Un uomo svolge il filo metallico, un altro lo drizza, un terzo lo taglia…»), prima che si affermassero i grandi stabilimenti fumanti di vapore e le città industriali. Smith evidenzia con grande chiarezza, scrive l’economista John Kenneth Galbraith, «le contraddizioni, l’obsolescenza e, soprattutto, l’angusto egoismo sociale del vecchio ordine». Affronta interrogativi come la definizione stessa di ricchezza, che cosa determina le sorti economiche di un individuo, di un’impresa, di una nazione; dando risposte che saranno determinanti nello studio dell’economia per i due secoli successivi. Si diverte a demolire le comode idee politiche ed economiche nelle quali si adagia il pensiero dell’epoca ed in particolare la mentalità mercantilistica e le restrizioni al commercio, interne ed internazionali, senza risparmiare la sua elegante ironia. Senza ipocrisia, afferma che la motivazione economica è incentrata su un po’ di sano egoismo: «Non ho mai visto che sia stato raggiunto molto [per il bene della società] da coloro che pretendono di trafficare per il bene pubblico.» Il tutto viene esemplificato esponendo un cospicuo numero di «fatti curiosi», come li definì il filosofo scozzese David Hume, che dimostrano la vastità degli interessi di Smith. Il successo dell’opera fu immediato: «Le idee più profonde espresse nel linguaggio più perspicuo», ne scrive il filosofo Edward Gibbon e ancora quindici anni dopo il primo ministro britannico William Pitt, parlando alla Camera dei Comuni, cita la «vasta conoscenza dei particolari e la profondità della ricerca filosofica  di Smith» nella Wealth of Nations. Essendo stato scritto alla fine del XVIII secolo manca di tutto quanto fu elaborato successivamente (il concetto di “utilità marginale”, ad esempio, fu introdotto in economia solo agli inizi dell’800) ma La ricchezza delle nazioni resta uno dei testi fondamentali della moderna scienza economica e in particolare dell’economia politica liberale. Una “guida galattica per economisti”, che condivide con quella, famosa, “per autostoppisti” di Douglas Adams il destino di essere uno dei libri più citati da chi non l’ha letto.

Edizioni

Newton Compton ne propone una edizione integrale nella collana I Mammut, caratterizzata dai tomi voluminosi ma leggerissimi (ma disponibili anche in e–book): la traduzione è di F. Bartoli, C. Camporesi, S. Caruso; con introduzione di Alessandro Roncaglia e contributi critici di Lucio Coletti, Claudio Napoleoni e Polo Sylos Labini. L’edizione UTET, a cura di Anna e Tullio Biagiotti, è quella citata nell’edizione italiana della Storia dell’economia di J.K. Galbraith. L’edizione di DeAgostini è la ristampa di quella della UTET.

  • Grandi Classici

    I Mammut (Newton Compton)

  • UTET

  • DeAgostini (UTET classici)

 

Dettagli
Autore:
Serie: I Mammut
Generi: Economia, Saggistica
Tag: economia, filosofia, scienze politiche, scienze sociali, storia
Anno di pubblicazione: 1776-2008
prezzo eBook: € 6,99