…a parte l’inevitabile tambureggiamento prodotto dagli elettroni nell’atmosfera e nello strumento stesso, Penzias e Wilson ricevevano un sibilo inspiegabile. Per buona parte dell’anno precedente avevano cercato di determinare la fonte del rumore. Puntarono l’antenna verso la città di New York, che si trovava a meno di 80 chilometri di distanza. La statica radio era trascurabile. Puntarono l’antenna verso ogni altro sito all’orizzonte. Stesso risultato. Controllarono il segnale stellare per controllare che non differisse da quello che avevano previsto nei calcoli. Nulla. Quella stessa primavera avevano concentrato le loro attenzioni sull’antenna stessa. Avevano coperto con nastro adesivo i chiodini di alluminio dell’antenna -nulla- smontato e rimontato il corpo della tromba e persino pulito gli escrementi di una coppia di colombi che avevano deciso di mettere su casa nell’interno della tromba. (Catturarono i colombi e li spedirono alla sede dei Bell Labs a Whippany, nel New Jersey, a olre 65 chilometri di distanza; ma gli uccelli si rivelarono colombi viaggiatori, e nel giro di qualche giorno tornarono nell’antenna.) Ancora nulla: nulla tranne il rumore. […]
La loro antenna captava un eco, certo, ma questa volta la sorgente non era una trasmissione radio sulla West Coast. Era la nascita dell’universo.
da “Il 4% dell’universo. La storia della scoperta della materia oscura e dell’energia oscura”[]
Materia oscura ed energia oscura, possono essere un argomento davvero ostico anche sotto forma di divulgazione scientifica. Il libro di Richard Panek, uno dei divulgatori di maggior successo negli USA, non vuole spiegarne le complesse teorie cosmologiche ma raccontarne la storia. Certo, materia oscura ed energia oscura non hanno una storia, se esistono sono sempre esistite e sempre lo saranno. Ma diversamente dall’universo (per il quale l’esistenza dell’uomo e del nostro pianeta è di una irrilevanza disarmante), la scienza non esiste come entità assoluta: la scienza esiste grazie agli uomini che la fanno. La storia della radioastronomia, tutt’altro che “noiosa” come si potrebbe pensare, è quella degli uomini e delle donne che hanno dedicato la propria vita alla comprensione dei segreti più insondabili dell’universo, dei geniali espedienti che questi hanno dovuto inventarsi per misurare l’inosservabile, delle pizze da asporto e delle birre che hanno spesso accompagnato le più importanti intuizioni; della proficua competizione tra i laboratori e delle inevitabili, cocenti sconfitte. E nel mentre, riesce a spiegarci le basi di concetti cosmologici altrimenti indigesti. Nonostante il titolo lo faccia sembrare un cosiddetto “mattone”, è una lettura assolutamente semplice: basti dire che l’ho letto in spiaggia.
Silvio Dell’Acqua