Il primato dei crimini di guerra. Dall’operazione Basalt del SOE al Kommandobefehl di Hitler

In Militaria, Storia di Luca Marini

Per quanto mi riguarda, ed è una opinione personale, ho sempre ritenuto che le “domande a risposta multipla” siano un modo molto efficace per coltivare l’ignoranza. Ma poiché sono largamente diffuse, una tantum voglio fare un’eccezione alla regola che mi sono dato e utilizzarle anch’io. E allora cominciamo: chi ha inventato i campi di concentramento? I nazisti o gli inglesi? Avete risposto i nazisti? Sbagliato1. E chi per primo, approfittando dello stato di ostilità, ha violato il diritto brevettuale copiando invenzioni del nemico, allo scopo di colmare il proprio gap tecnologico? La Germania nazista o l’Inghilterra? Avete risposto la Germania? Sbagliato2. E ancora: chi per primo ha giustiziato prigionieri di guerra in uniforme? I nazisti o gli inglesi? Ma ormai avete intuito qual è la risposta corretta, anche senza studiare (e proprio a questo servono le “domande a risposta multipla”).
… and now go and set Europe ablaze! Winston Churchill

Inghilterra, luglio 1940. Dopo la Blitzkrieg, l’armistizio di Compiègne e la precipitosa ritirata del corpo di spedizione britannico da Dunkerque, l’Inghilterra si trova da sola a fronteggiare la Germania nazista. Tutti (o quasi) gli stati europei sono ormai sotto il giogo dell’Asse3 e né il sostegno né l’intervento degli Stati Uniti d’America appaiono prossimi e scontati4. In un’ora così tragica, il neo-Primo ministro Winston Churchill sollecita la creazione dello Special Operations Executive (SOE), incaricato di ideare e realizzare azioni di spionaggio, sabotaggio e guerriglia nell’Europa occupata. Il “Churchill’s Secret Army” nasce ufficialmente il 22 luglio 1940 dalla fusione di tre preesistenti uffici segreti: il Dipartimento E.H. del Foreign Office, la Sezione D del Secret Intelligence Service (anche noto come MI6) e il Dipartimento MI(R) del War Office5. E lo stesso Primo ministro britannico si preoccupa di tracciare la rotta del neocostituito “Ministry of Ungentlemanly Warfare” (soprannome che resterà per sempre appiccicato al SOE) con una frase raccolta dai suoi collaboratori e destinata a restare famosa: «and now go and set Europe ablaze»6.

Membri del SOE nel sud della Francia nel 1944
Membri del SOE nel sud della Francia nel 1944

I “Baker Street Irregulars”, come confidenzialmente furono chiamati gli agenti del SOE, non se lo fecero ripetere due volte e ce la misero tutta per mettere l’Europa a ferro e fuoco mediante incursioni, sabotaggi, rapimenti, attentati e azioni di guerriglia7. Allo scopo, il SOE utilizzò un’impressionante varietà di strumenti, risorse e competenze, conseguendo vistosi successi — come anche brucianti sconfitte8 — e operando nelle aree più diverse, anche fuori dall’Europa, fino al suo scioglimento ufficiale avvenuto pochi mesi dopo la fine della guerra in Estremo Oriente (e la sconfitta elettorale di Churchill), nel gennaio 1946.

Il SOE alla sua prima missione in Albania, a Shtylla nell’agosto del 1943. Il Maggiore Billy McLean del SOE stringe la mano a Xhelal Staravecka, comandante del II battaglione della I Brigata d’assalto dei partigiani comunisti albanesi. Nel novembre successivo Staravecka avrebbe preso parte all’eccidio della Colonna Gamucci uccidendo 17 carabinieri italiani (Imperial War Museum).

Un efficace strumento operativo del SOE fu il Commando No. 62, noto anche come Small Scale Raiding Force (SSFR), una unità di commandos che dalla sua costituzione, nel 1941, fino al suo scioglimento, all’inizio del 1943, operò alle dirette dipendenze del SOE9. A parte la prima, svoltasi nel Golfo di Guinea, tutte le altre operazioni condotte dalla SSFR si svolsero nel Canale della Manica: alcune ebbero come obiettivo le Isole del Canale, occupate dalla Germania il 30 giugno 1940 (e destinate a restare in mano tedesca fino al 10 maggio 1945), altre le coste francesi della Normandia10. E fu durante una di queste operazioni (nome in codice: Basalt) che per la prima volta nel corso della seconda guerra mondiale prigionieri di guerra in uniforme vennero giustiziati sommariamente.

isole del canale
Le Isole del Canale, parte della Corona Britannica e occupate dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Sark fu l’obbietivo dell’operazione “Basalt”.
Isola di Sark.

Obiettivo dell’operazione Basalt era la guarnigione tedesca (una ventina di uomini in tutto) dell’isola di Sark, parte di Guernsey, allo scopo di catturare prigionieri da trasferire in Inghilterra e sottoporre ad interrogatorio. Dopo un primo rinvio dell’operazione, dovuto alle cattive condizioni atmosferiche, nella notte tra il 3 e il 4 ottobre 1942 dodici commandos del SOE11 giunsero nei pressi di Sark a bordo di una motosilurante e presero terra indisturbati. Scalata silenziosamente la costa rocciosa di Hog’s Back, nella parte sudorientale dell’isola, i commandos penetrarono nella casa di una famiglia del luogo (che non aveva abbandonato Sark dopo l’invasione tedesca e che rifiuterà l’offerta dei commandos di essere trasferita in Inghilterra) per assumere informazioni di prima mano sulle abitudini della guarnigione tedesca, alloggiata in un albergo nelle vicinanze. Raggiunto l’albergo e resa inoffensiva la sentinella di guardia (nello stile del SOE12), i commandos irruppero nell’edificio e sorpresero nel sonno cinque soldati tedeschi, che furono legati con una corda (violando, in questo modo, le norme della Convenzione di Ginevra del 1929 sul trattamento dei prigionieri di guerra) per essere condotti verso la costa. Durante il percorso, però, uno dei prigionieri tedeschi riuscì a divincolarsi e a dare l’allarme, prima di essere abbattuto; stessa sorte toccherà poco dopo ad altri due, mentre un quarto sarà messo silenziosamente a tacere, sempre nello stile del SOE (ma sopravviverà alle ferite); solo un prigioniero sarà riportato in Inghilterra dai commandos13.

Soldati nazisti a Sark: per i militari tedeschi l’isola britannica era un “piccolo paradiso”.

A questo punto va detto che quanto accadde a Sark aveva un precedente. Qualche mese prima, infatti, durante l’operazione Jubilee (il fallimentare raid su Dieppe condotto il 19 agosto 1942 da truppe anglo-canadesi e da rangers statunitensi), soldati tedeschi erano stati trovati morti e con i polsi legati dopo la precipitosa ritirata delle truppe alleate dalle spiagge di Dieppe14. Non può quindi stupire il fatto che, quindici giorni dopo l’operazione Basalt, il 18 ottobre 1942, l’Oberkommando der Wehrmacht emanò in segreto il famigerato Kommandobefehl (letteralmente: Ordine Commando), secondo cui ogni commando alleato catturato, anche se in uniforme e anche se in procinto di arrendersi, doveva essere giustiziato sul posto. Il Kommandobefehl, va detto, portò alla morte non solo molti commandos, ma anche molti altri soggetti, tra cui agenti dello spionaggio britannico e statunitense, equipaggi di aerei alleati abbattuti e finanche un corrispondente di dell’Associated Press, lo statunitense Joseph “Jo” Morton, il solo giornalista alleato giustiziato dalle forze dell’Asse durante la seconda guerra mondiale15.

Dieppe, Francia: un mezzo da sbarco britannico (LCA) colpito dal fuoco tedesco durante l’operazione Jubilee il 19 agosto 1942.

Il Kommandobefehl, come noto, sarà utilizzato durante il processo di Norimberga per imputare di crimini di guerra gli ufficiali tedeschi che l’avessero eseguito o ne avessero ordinato l’esecuzione. E a questo punto è bene fermarsi, perché è ormai noto anche al più distratto tra i cultori di storia militare e di diritto umanitario che il processo di Norimberga certamente non costituì un modello di correttezza giuridica e che, nel caso del Kommandobefehl come in altri, a tutt’oggi non è chiaro se la volontà dei vincitori sia stata quella di perseguire in modo esemplare i crimini di guerra e non, anche, di vendicarsi dei vinti. Ma questa è un’altra storia.

Tribunale militare internazionale di Norimberga, novembre 1945: gli imputati sorvegliati dalla polizia militare alleata.

Note

1 In realtà sembra che i campi di concentramento costituiscano espressione quasi simultanea del genio latino e di quello anglosassone: utilizzati per la prima volta dall’esercito spagnolo durante la repressione dell’insurrezione cubana del 1896-1898, gli Stati Uniti d’America li esportarono nelle Filippine durante la guerra ispano-americana del 1898 (con cui gli USA si sostituirono alla Spagna nel dominio coloniale delle Filippine), mentre l’Inghilterra li utilizzò in Sud Africa durante la seconda guerra boera del 1899-1902.

2 Al riguardo (e senza soffermarsi su esempi magniloquenti della superiorità tecnologica tedesca in campo militare, dalla crittografia agli aerei a reazione ai sottomarini) basti ricordare che il modello più diffuso al mondo di taniche per la benzina, in vendita presso qualsiasi negozio di autoricambi in Europa come in Africa e in Asia, è stato inventato in Germania ed è stato copiato dagli inglesi non appena questi vennero in possesso di alcuni esemplari di taniche del Deutsches Afrikakorps nel teatro di guerra nordafricano.




Foto a destra: soldati tedeschi riempiono taniche di carburante da un carro cisterna durante la campagna di Russia nel 1941 (Bundesarchiv, Bild 101I-186-0166-02A / Fremke, Heinz / CC-BY-SA 3.0 )

3 Precisando che nel luglio 1940 l’espansione militare tedesca in Europa non era ancora al suo apice, che sarà raggiunto nell’aprile 1941 con la sconfitta della Iugoslavia e della Grecia.

4 La neutralità statunitense, sancita dai Neutrality Acts approvati dal Congresso degli Stati Uniti tra il 1935 e il 1939, era, nell’estate 1940, fuori discussione, soprattutto da parte dell’opinione pubblica. La fine della politica di neutralità si avrà solo con il Land-Lease Act del marzo 1941 e, nel settembre successivo, con l’ordine del Presidente Roosevelt, impartito a seguito di alcuni attacchi condotti dagli U-Boot contro navi statunitensi, di colpire le navi militari tedesche nelle acque ritenute necessarie per la difesa degli Stati Uniti (in altre parole, ovunque).

5 Il Dipartimento E.H. (Electra House, dal nome dell’edificio che ne ospitava la sede) si occupava di propaganda; la Sezione D di sabotaggio e metodi similari; il Dipartimento MI(R) (e cioè Military Intelligence Research) di tecniche di guerriglia. Una sezione di quest’ultimo dipartimento, incaricata di sviluppare armi concepite per la guerrilla warfare, non fu incorporata nel SOE e restò indipendente sotto la denominazione di Ministry Defence 1 (MD1): ma a causa dell’entusiastico interesse e dell’incondizionato sostegno ad essa fornito dal Primo Ministro britannico, l’MD1 è rimasta nota come “Churchill’s Toyshop” (cfr. R.S. MacRae, Winston Churchill’s Toyshop. New York, 1972).

6 La frase di Churchill è riportata nei diari di Hugh Dalton (in seguito Lord Dalton), che nel luglio 1940 era Minister of Economic Warfare e, come tale, responsabile politico sia del Ministry of Economic Warfare sia del SOE (cfr. H. Dalton, The Second World War Diary of Hugh Dalton 1940-45, London, 1986, p. 62). Se Dalton aveva la responsabilità politica del SOE, la gestione di quest’ultimo fu affidata a personalità di diversa formazione ed esperienza: primo direttore fu Sir Frank Nelson, un politico conservatore; Chief Executive Officer fu Gladwyn Jebb, un diplomatico del Foreign Office; e Chief Operations Officer fu Colin Gubbins, un militare di carriera. Quest’ultimo, nell’agosto 1943, sarà nominato direttore e tale resterà fino allo scioglimento del SOE, avvenuto nel gennaio 1946.

7 Il quartier generale del SOE era, appunto, in Baker Street, la stessa via in cui lo scrittore Arthur Conan Doyle aveva collocato la residenza immaginaria del suo celeberrimo Sherlok Holmes. Ed è proprio in alcune avventure di Holmes (e quindi ben prima dell’istituzione del SOE) che compaiono i “Baker Street Irregulars”, e cioè i ragazzi di strada che il grande investigatore utilizza per lavori di intelligence nelle vie di Londra.

8 Per tutte, basti ricordare l’Operazione Englandspiel (anche nota come Operazione Nordpole), con cui un nucleo del controspionaggio tedesco, agli ordini del maggiore Hermann Giskes, riuscì a catturare agenti (ben 54, di cui 47 giustiziati a Mauthausen), armi, danaro, documenti e apparecchiature radio paracadutati dal SOE sull’Olanda occupata: in questo modo, grazie al tradimento degli agenti olandesi del SOE che accettarono di fare il doppio-gioco, la Gestapo e i servizi segreti tedeschi trasmisero per anni, a quelli inglesi, informazioni false. Englandspiel si sviluppò tra il 1941 e il 1944 (anche se dal novembre 1943 i servizi britannici erano stati informati della sua esistenza da alcuni agenti che erano riusciti a fuggire dalle prigioni tedesche in Olanda e a raggiungere la Svizzera) e provocò roventi polemiche anche nel dopoguerra, tenuto conto che gli agenti paracadutati avevano l’ordine di inserire determinati errori nei messaggi trasmessi in codice Morse: il fatto che l’assenza degli errori concordati non fosse notata dalla stazione ricevente di Londra ingenerò il sospetto – peraltro mai provato – che ci fossero uno o più traditori anche in Inghilterra.

9 Anche i commandos facevano parte di quel “reign of terror” che Churchill voleva instaurare nell’Europa occupata, (cfr. M. Chappell, Army Commandos 1940–45, London, 1996). Costituiti ex novo a partire dall’estate del 1940, i commandos diventarono rapidamente unità di élite delle forze armate britanniche, in grado di attrarre un numero crescente di volontari accuratamente selezionati mediante corsi intensivi svolti presso appositi training centre (i più famosi dei quali erano in Scozia, ad Achnacarry, nelle Highlands, e a Inverary, nell’Argyll). Inizialmente utilizzati per incursioni su scala ridotta, a partire dal 1943 i commandos furono utilizzati prevalentemente come fanteria d’assalto altamente addestrata, come nel caso di alcune tra le principali “Operazioni Combinate” (anfibie e aerotrasportate) svoltesi nella seconda metà del conflitto, dal D-Day all’operazione Market-Garden. Questa mutata concezione strategica determinò, tra l’altro, lo scioglimento della Small Scale Raiding Force, di cui si parla nel testo.

10 i tratta di 9 operazioni in tutto, svolte tra gennaio e novembre 1942: la prima (operazione Postmaster), come si è detto, si svolse nel Golfo di Guinea; la seconda (operazione Barricade) contro una stazione radar e antiaerea vicino Barfleur; la terza, la quarta, la sesta e la settima (operazioni Dryad, Branford, Basalt e Huckaback) contro obiettivi collocati sulle Isole del Canale; la quinta (operazione Aquatint) sulle spiagge della Normandia; la ottava (operazione Batman) nei pressi di Cherbourg; la nona (operazione Fahrenheit) contro una stazione radio a Pointe de Plouézec, in Bretagna.

11 In realtà, all’operazione Basalt parteciparono anche alcuni uomini di un altro Commando, il No. 12.

12 La sentinella tedesca fu sorpresa alle spalle e pugnalata. Autore del “colpo” fu un soldato danese destinato a diventare figura leggendaria tra i commandos, il tenente (poi maggiore) Anders Lassen, unico componente dei commandos a ricevere la più alta decorazione britannica al valore militare, la Victoria Cross, e unico militare non appartenente al Commonwealth a riceverla durante la seconda guerra mondiale. Lassen incontrerà fatalmente la morte nelle paludi di Comacchio il 9 aprile 1945, pochi giorni prima della fine della guerra in Italia. E’ interessante ricordare che Lassen era cugino di primo grado di un ufficiale tedesco, il maggiore Axel von dem Bussche-Streithorst, cavaliere della Croce di Ferro, che nel novembre 1943 progettò, ma non riuscì a mettere in pratica, un attentato suicida contro Hitler: sfuggito miracolosamente alle maglie dell’inquisizione nazista scatenatasi dopo il più famoso attentato del luglio 1944 (quello progettato e attuato dal colonnello Claus Schenk von Stauffenberg), Axel von dem Bussche dopo la guerra sposerà una aristocratica inglese (la figlia di Lord Acheson), che, per una singolare coincidenza, nel 1937 aveva sposato in prime nozze un altro Schenk von Stauffenberg.

13 Per la ricostruzione del raid su Sark cfr. E. Lee, Operation Basalt. The British Raid on Sark and Hitler’s Commando Order, London, 2016.

14 Dopo Dieppe, e dopo Sark, ci fu una spirale di ritorsioni e rappresaglie sia da parte tedesca che da parte canadese, spirale che culminò nella rivolta dei prigionieri di guerra tedeschi nel campo di concentramento di Bowmanville, in Canada (la cosiddetta “Battaglia di Bowmanville”). Qui, oltre 400 soldati e ufficiali tedeschi, dopo avere protestato contro le manette imposte ad una parte di loro, si ribellarono e presero il sopravvento sulle guardie canadesi, riuscendo ad asserragliarsi per due giorni, tra il 10 e il 12 ottobre 1942, in una baracca all’interno del campo, prima di essere snidati con i gas lacrimogeni (cfr. Time Magazines del 26 ottobre 1942). Per approfondimenti sul punto si rimanda a J. F. Vance, Men in Manacles: The Shackling of Prisoners of War, 1942-1943, in The Journal of Military History, 1995, pag. 483 e ss.

15 Catturato nel dicembre 1944 sulle montagne slovacche, nell’ambito di una operazione anti-partigiana condotta da unità delle SS, “Jo” Morton, unitamente ad una quindicina di altri ufficiali e soldati alleati, tutti in uniforme, fu condotto nel campo di concentramento di Mauthausen, dove venne giustiziato nel gennaio 1945.

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Luca Marini