Scrivere un ottimo saggio e renderlo fruibile, interessante, sono due cose completamente diverse. Nel corso della mia ormai trentennale passione per il medioevo ho letto vere e proprie pietre miliari della ricerca storica e, devo ammetterlo, alcune letture le ho portate a termine per necessità, per tigna, perché effettivamente illuminanti ma non per il puro piacere della lettura. Perché spesso la necessità accademica soppianta del tutto la fruibilità del testo. La formalità e la rigorosità del testo sono attributi necessari perché lo stesso venga preso sul serio. Questo ci insegnano e questo, per secoli, è stato il modo più sicuro per tenere ben distinti gli addetti ai lavori dai semplici curiosi. Per fortuna esistono le eccezioni, sempre più numerose e molto spesso costituite da abilissime ricercatrici storiche, cosa che mi rende personalmente ancora più felice di vivere quello che reputo un progresso culturale: la possibilità di approfondire argomenti specifici, in passato appannaggio di pochi, attraverso ottimi saggi che fondano la propria forza proprio sulla comunicazione.
In questo caso specifico non posso che manifestare tutto il mio personale apprezzamento per il saggio di Veronica Ambrosino sugli speziali di Siena dei secoli finali del medioevo. Il testo si legge con estrema facilità ma è sorprendente la quantità e la qualità dei dati forniti. L’approfondimento è tale da rendere quest’opera fondamentale per entrare appieno nel’argomento eppure non si ha mai l’impressione di essere presenti nella stanza di un erudito separati da un sottile muro di plexiglass. Veronica ci prende per mano e ci conduce con sé attraverso la forza della passione. Dove lei è stata sommersa di carte polverose, ora ci mostra cosa ha trovato con la luce fortissima di un faro. Le sue parole aprono la visuale su un mondo e ne delineano tutte le sfumature. Entriamo nelle botteghe degli speziali ma anche nelle case. Scopriamo le loro abilità ma anche i conti, il lavoro dietro il lavoro. Giungiamo alla fine consapevoli di sapere qualcosa in più ma senza la stanchezza del viaggio.Veronica è precisa, attenta ma mai fine a sé stessa. Non capita spesso, posso garantirvelo.
Cercate il suo testo, è una lettura che vi consiglio caldamente!
Giovanni Melappioni