Dogecoin, la moneta del cane

In Dal mondo di Silvio DellʼAcqua

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La foto alla base del meme “doge” da cui deriva il Dogecoin (da “Know Your Meme”)

La criptovaluta o crittovaluta è una valuta digitale decentralizzata la cui implementazione si basa sui principi della crittografia sia per convalidare le transazioni che per generare la stessa moneta. Detta così sembra complicata –ed in effetti lo è– ma per l’utente finale non è poi così difficile da usare: in pratica la moneta fisica è sostituita da codici talmente complessi da poter essere difficilmente falsificati e le transazioni sono garantite da un sistema di cifrature a chiave pubblica e privata e da una validazione peer to peer da parte dei “nodi”, gli elaboratori che partecipano alla rete della criptovaluta. La generazione della moneta avviene in maniera assimilabile all’estrazione dei metalli preziosi ed è infatti detta mining: la “contropartita” è l’utilizzo della propria potenza di calcolo per risolvere complessi problemi detti “blocchi” (la cui complessità è preimpostata dai protocolli della valuta) ed ottenere come i risultato la “estrazione” dei codici corrispondenti ad un certo numero di nuove monete. La prima criptovaluta ad essere creata fu nel 2009 il famoso Bitcoin, tutt’ora la moneta virtuale più nota ed utilizzata. Il principio si estese però e ad oggi dovrebbero esistere oltre 60 diverse criptovalute. Una di queste è il dogecoin, caratterizzato dal logo che riporta l’effigie di un cane di razza Shiba Inu ma, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, con la passione per i cani o la militanza animalista non c’entra nulla: deriva infatti da un “internet meme” e sottolinea lo spirito umoristico che ha caratterizzato la nascita di questa moneta virtuale.

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Un esempio del meme “doge” (da Know Your Meme).

Un “internet meme” è un’idea, in genere espressa attraverso una immagine divertente, che si diffonde rapidamente diventando celebre in pochissimo tempo. Un esempio è il classico trollface (nato da uno sketch pubblicato da un utente di Deviantart) o il manifesto “Keep Calm” risalente alla seconda guerra mondiale, recentemente riscoperto dagli amanti del minimalismo. I meme, caratterizzati prevalentemente da un umorismo demenziale che rasenta il non-sense, nascono in continuazione e -salvo casi di sorprendente longevità- svaniscono in fretta: fortunatamente a preservarne la memoria e il significato (che già dopo pochi mesi più diventare inafferrabile) si prodiga il sito Know your Meme, archivio-osservatorio della effimere tendenze della rete. Lo stesso sito aveva premiato nel 2013, come “miglior meme dell’anno”, il cosiddetto “doge” ovvero una foto nella quale il sopraccitato cane sembra avere una espressione buffa, accompagnata dalla scritta «wow» o sgrammaticati monologhi attribuiti all’animale, rigorosamente nel carattere Comic-Sans (uno dei più odiati sul web, ma questa è un’altra storia). Non c’è un significato: è una cosa totalmente priva di senso, ma che gli utenti anglofoni della rete devono aver trovato irresistibilmente divertente, tanto da decretarne il successo.

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2 – Un “dogecoin”: la moneta fisica non esiste, immagini come questa sono utilizzate solo come logo (da Reddit).

Nel novembre 2013, in piena “bitcoin-mania” (la 3ª bolla speculativa nella storia della criptovaluta[1]) tale Jackson Palmer, addetto al marketing presso Adobe e appassionato di crittomonete, per scherzo scrisse su Twitter «Sto investendo in Dogecoin, sono abbastanza sicuro che sarà il prossimo successone»; di li a poco aprì il sito dogecoin.com e vi pubblico solo l’immagine di una moneta con l’effigie del cane Shiba Inu reso celebre dal meme. La cosa sarebbe finita lì se non fosse stata notata da uno sviluppatore di software che lavorava per IBM e si dilettava in criptovalute, tal altro Billy Markus il quale aveva sviluppato una moneta chiamata “Bells” ispirata al gioco Animal Crossing per Nintendo e trovò l’idea di Palmer divertente. Così, senza alcuna pianificazione, nacque il Dogecoin, la più “nerd” tra le valute “nerd”.

Come si usa?

Non ci addentriamo nelle spiegazioni tecniche, di cui potete trovare ampia documentazione in rete (a partire dal sito ufficiale: dogecoin.com), ma per utilizzare i Dogecoin è necessario un software gratuito e open-source che funge da “portafoglio”, come Wowdoge o Multidoge. Il portafoglio crea degli “indirizzi” (sequenze alfanumerici di 34 caratteri) che servono a ricevere le transazioni, un po’ come l’IBAN della banca. Una volta installato il programma, è relativamente semplice comprendere il funzionamento dello stesso e del sistema. Se no, su internet si trovano tutte le istruzioni necessarie.

Come si ottengono i Dogecoin?

Come tutte le criptovalute i Dogecoin possono essere “estratti” mediante il mining, ma richiede computer discretamente potenti e una certa dimestichezza con gli stessi: non è detto che il gioco valga la candela, meglio lasciarlo fare ai più “smanettoni”.[2] Sebbene sia possibile acquistarli, personalmente sconsiglio vivamente di investirci denaro vero, se non siete esperti. Le criptovalute sono soggette a imprevedibili oscillazioni del valore, da un giorno all’altro potrebbero non valere più nulla ed inoltre esiste il rischio di perderle per un crash del computer (fatevi sempre un backup del portafoglio, basta esportare le chiavi private) o un’intrusione di hacker. Prendetelo come un gioco e nulla più. Il modo più semplice per farci un po’ di pratica è ottenerli gratuitamente visitando i cosiddetti faucet (rubinetti), ovvero siti che regalano piccole somme in criptovalute facendovi vedere un po’ di pubblicità: ad esempio Freedogecoin (che fino ad ora si è dimostrato affidabile e sicuro) dove ogni ora è possibile partecipare del tutto gratuitamente ad una “lotteria istantanea”, vincendo un quantitativo variabile di criptomonete. Se vi fermate qui, non rischiate nulla se non di perderci un po’ di tempo libero. Se volete andare oltre… fatelo a vostro rischio.

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Note

  1. [1]Cfr. “La timeline dei primi 5 anni di BitcoinMotherboard 10-1-2014.
  2. [2]Smanettone, sul dizionario Garzanti.

Fonti

Documentazione e software

  • Sito ufficiale Dogecoin: ci sono anche link ai forum sul Dogecoin (Community) ed ai negozi online che accettano i Dogecoin.
  • Multidoge: un portafoglio “lightweight” gratuito ed open source, basato su Multibit, per Linux, OSX e Windows.
  • WowDoge: un altro portafoglio “lightweight” gratuito ed open source, per Linux, OSX e Windows.

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