Lo stemma dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche approvato con decreto del Praesidium del Soviet Supremo del 26 giugno 1946. I sedici nastri rossi sui lati rappresentano le sedici repubbliche dell’Unione Sovietica e sono scritti nelle rispettive lingue; a fianco di ognuno c’è la firma del rispettivo delegato. Il terzo nastro rosso a sinistra, dall’alto, è scritto in finlandese e rappresenta la Repubblica Socialista Sovietica Carelo–Finlandese, stato fantoccio creato nel territorio perso dalla Finlandia durante la guerra d’inverno (1939 — 1940) ed esistito dal 1940 al 1956. Il 16 luglio del 1956 la repubblica Carelo–Finlandese sarà incorporata nella Repubblica Socialista Federativa Russa con il nome di “Repubblica di Carelia”, ma di fatto una suddivisione amministrativa della Russia. Con l’incorporazione, il rispettivo nastro scomparve dallo stemma: i nastri divennero così 15 e rimasero tali fino alla dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991.
Estonia, 1975: il 18º Festival della Canzone (Üldlaulupidu) presso il “Campo del Canto” di Tallinn (Tallinna lauluväljak), un auditorium all’aperto costruito nel 1959. Da qui partì nel 1987 la “rivoluzione cantata”, una serie di pacifiche manifestazioni di massa contro il regime sovietico.
(foto: URSS 75 Annuario dell’agenzia di stampa Novost Mosca: Novosti, 1975 – © collezione personale)
Il porto di Tallinn, capitale dell’Estonia, in una foto del 1975. Sullo sfondo, la torre del campanile della chiesa gotica di Sant’Olav, simbolo della città, che con i suoi 124 metri è una delle torri più alte d’europa. All’epoca della foto (e per tutto il periodo di occupazione sovietica dal 1944 fino al 1991) la chiesa era requisita dal KGB. Tallinn si affaccia sul golfo di Finlandia, nella parte orientale del Mar Baltico.
(foto: URSS 75 Annuario dell’agenzia di stampa Novost Mosca: Novosti, 1975 – © collezione personale)
Giovane topografa turkmena impiegata nella costruzione del canale del Karakum, nel deserto omonimo, in una foto del 1975. Sulla spalla ha una stadia graduata, impiegata nei rilevamenti topografici in connessione con altri strumenti topografici (tacheometro, teodolite, livello) per la determinazione di distanze e dislivelli. Il canale del Karakum, costruito tra 1954 ed il 1988, è il più grande canale di irrigazione al mondo: consentì la coltivazione di vasti territori prima desertici (dedicati alla monocoltura del cotone, fortemente promossa dall’amministrazione sovietica) e di rifornire la capitale Aşgabat con una maggiore quantità di acqua.
(foto: URSS 75 Annuario dell’agenzia di stampa Novost Mosca: Novosti, 1975 – © collezione personale)
Fabbrica di tappeti nell’area del Karakum, nel Tagikistan sovietico degli anni ’70.
(foto: URSS 75 Annuario dell’agenzia di stampa Novost Mosca: Novosti, 1975 – © collezione personale)
Lanciatore sovietico Sojuz al cosmodromo di Bajkonur, in Kazakistan, nei primi anni ’70. Da qui, nel 1961, era stata lanciata la navicella Vostok 1 che portò il primo uomo nello spazio: il maggiore Jurij Gagarin. Bajkonur è la più vecchia ed utilizzata base di lancio al mondo; dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica è rimasta sotto l’amministrazione Russa, pur trovandosi in territorio kazako.
(URSS 75 Annuario dell’agenzia di stampa Novost Mosca: Novosti, 1975 – collezione personale)
Un francobollo sovietico da 10 copechi (centesimi di rublo) raffigurante la GAZ–2401 Volga, soprannominata “Barja” (barca, chiatta), grande berlina costruita dal 1970 al 1985 dalla GAZ di Nižnij Novgorod, Russia.
(Matsievsky/Commons)
Un francobollo sovietico del 1971 da 4 copeche (centesimi di rublo). Raffigura la utilitaria ZAZ 968 del 1967, di fabbricazione Ucraina, nota come “Zaporožec”.
(Matsievsky/Commons)