22 giugno 2017

Cattaro — Scutari

Baia di Cattaro

Baia di Cattaro.

Indice

  • 1. Introduzione
  • 2. San Pietro — Valona
  • 3. Zvërnec, Llogara, Palasë, Saranda
  • 4. Ksamil, Butrinti, Dhermi
  •  
  • 5. Dhermi — Kruje
  • 6. Montenegro
  • 7. Scutari
  • 8. Scutari — Tirana
  • 9. Tirana
  • Soleggiato e caldo. Al nostro risveglio la luce del mattino e il cielo azzurro donano all’acqua del fiordo un colore blu ben più gradevole di quello della sera prima. Facciamo colazione in paese con il solito pessimo tè e ci godiamo le costruzioni caratteristiche che si affacciano sulla strada panoramica; c’è poca gente e l’esperienza è piacevole. Liberata la stanza, ripartiamo per l’antico nucleo di Cattaro. Trovato un parcheggio a pagamento, lasciamo l’auto e visitiamo il paese: per la prima volta ci imbattiamo in un centro storico degno di questo nome, e vediamo palazzi antichi, e addirittura chiese storiche (in Albania non ce ne sono praticamente più: le religioni vennero messe fuori legge nel 1967 e moltissimi edifici di culto vennero rasi al suolo). È tutto lindo e pulito, ad uso e consumo dei molti turisti che affollano la zona anche in bassa stagione (non osiamo immaginare come possa essere stare qui ad agosto), con operatori più o meno improvvisati che offrono ogni genere di attività che si possa praticare nelle acque della baia. Nella piazza principale ci imbattiamo anche in un gruppo di ballerini che danza su musiche tradizionali: carino, ma un po’ forzato.

    balli tradizionali a Cattaro

    Balli tradizionali a Cattaro.

    Fa caldo e decidiamo di ripartire. La Punto, lasciata sotto il sole, è un forno invivibile e nonostante l’aria condizionata facciamo la sauna. Per non fare di nuovo tutto il giro della baia e guadagnare un po’ di tempo, decidiamo di prendere il traghetto che la attraversa nel suo punto più stretto: costa 5 euro ma si risparmia più di un’ora e si fa un’esperienza un po’ diversa. Oltretutto, speriamo che sull’acqua ci sia un po’ di brezza e, se non altro, usciremo dall’auto per un po’. Prima di partire compriamo della pizza al trancio, che ci riproponiamo di mangiare con calma più tardi.

    traghetto

    I traghetti a Cattaro: attraversano la baia nel punto più stretto.

    La traversata dura circa una decina di minuti, poi si riprende la strada per Scutari, alla ricerca di un posto tranquillo e ombreggiato in cui fermarci. Non ne troviamo traccia e decidiamo di fermarci in un parco pubblico a Teodo (forse). C’è molto traffico, troppa gente e l’afa soffocante non aiuta certo a stare calmi. Imprechiamo molto nella vana ricerca di un parcheggio finché non ne troviamo uno a pagamento, vicino ad un giardino pubblico. La pizza risulta una vera schifezza e viene ingurgitata in buona parte dai passeri e dai piccioni che attorniano a stormi la panchina su cui sediamo. Tutto da dimenticare, compreso il nome della cittadina…

    Ripartiamo in direzione Podgorica, mentre la strada inizia ad arrampicarsi sulla montagna. Abbandoniamo ben presto la principale per imboccare una stradina secondaria che ci porterà poi sulla panoramica del lago di Scutari. La carreggiata è strettissima, decisamente accidentata e ci sono, come al solito, centinaia di curve e di saliscendi, ma ne vale la pena, perché viaggiamo praticamente nel bosco e per fortuna incontriamo ben poche auto. Passiamo da quello che si vanta di essere il ristorante migliore del Montenegro, dove facciamo una sosta solo per curiosità e perchè si trova nei pressi di un ponte medievale che ricorda quello di Bobbio, che scavalca l’immissario del lago. Ci fumiamo una sigaretta all’ombra guardando le barche che passano, mentre un gattino viene a rotolarsi ai nostri piedi. La strada prosegue inerpicandosi sul fianco della montagna, sempre più simile ad una mulattiera, e richiede tutta la mia attenzione. Passiamo attraverso vigneti e piccoli borghi abbarbicati, finchè improvvisamente, molto più in basso, compare il grande lago, scintillante sotto il sole. Ai piedi del dirupo che stiamo rasentando si vede una vasta estensione verde che si prolunga per decine di metri sulle acque del lago e ai lati del corso d’acqua che vi si immette: sembra prato, ma in realtà sono ninfee, che purtroppo al momento non sono fiorite. Pare che durante la fioritura lo spettacolo sia da mozzare il fiato, ma non ci possiamo lamentare: non è male nemmeno così e la vista dall’alto ricorda certe riprese aeree dei film americani sulla guerra del Vietnam.

    Lago di Scutari

    Il Lago di Scutari dalla strada panoramica.

    Mentre proseguiamo, ci fermiamo più volte nelle poche piazzole di sosta per fare qualche fotografia. Improvvisamente la panoramica, dopo un’ultima curva, diventa una discesa ripidissima terminante in un lungo rettilineo piano che ci riporta su un’arteria principale. Percorsi su questo tristissimo stradone gli ultimi chilometri, giungiamo al confine con l’Albania, a Bozaj. Qui ci attende un’altra lunga coda e un estenuante controllo dei passaporti e dei documenti della vettura. Appena passata la frontiera, il fondo torna tipicamente albanese, con voragini profondissime, mentre un bel cantiere, che sembrerebbe impegnato in lavori di ampliamento, ci dà un caloroso bentornato. Arriviamo a Scutari prima del tramonto e troviamo il nostro albergo senza molta difficoltà. La nostra stanza è piccola ma molto accogliente e pulita e, soprattutto, c’è il condizionatore acceso e finalmente troviamo un po’ di sollievo dalla calura. La TV trasmette ancora comizi elettorali e io mi assopisco mentre attendo che Caterina esca dalla doccia.

    Abbiamo bisogno di un vero pasto e usciamo con l’intenzione di mangiare pesce; troviamo un ristorantino che ci ispira fiducia e ordiniamo anche una pizza come antipasto. Ci troviamo discretamente bene, pur non gustando nulla di eccezionale. Ricevere un conto dall’importo decisamente “albanese”, però, ci regala un brivido di piacere. Si è levata una gradevole brezza fresca e passeggiamo godendoci la cittadina di notte: le strade lastricate del centro storico sono costellate di antichi palazzi, alcuni dei quali in rovina, nonostante siano stati stanziati fondi europei per la loro riqualificazione, come avverte un grande cartello posto sul portone di uno di essi.

    Un edificio a Scutari.

    Un edificio a Scutari.

    Pur non essendo Scutari una località tipicamente turistica, c’è una certa movida. Prendiamo un gelato seduti al tavolo di una pasticceria piuttosto pretenziosa e lo troviamo ottimo e, come di consueto, economicissimo. Notiamo che in un triangolo di circa 150 metri di lato ci sono una moschea, la cattedrale cattolica e quella ortodossa, ciononostante nessuno sembra in procinto di farsi saltare in aria in nome della propria fede. Peraltro il soprannaturale è ben confinato nei luoghi di culto, dando l’impressione che qui la religiosità sia un fatto estremamente privato e personale. Anche nelle tribune elettorali, per quanto riesco a capire, si parla molto di economia e di occupazione, ma nessuno accenna a problemi di convivenza tra fedi diverse. Ci sono canali TV cristiani e canali TV musulmani, ma nessuno sembra scandalizzarsi. Probabilmente tutto ciò si deve anche al fatto che il Paese è passato attraverso la “cura da cavallo” imposta dal regime di Hoxha, ma la situazione adesso è quella di una pacifica convivenza: l’Albania ha tanti, tantissimi problemi, ma può darci tranquillamente lezioni di tolleranza.



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