21 giugno 2017: Montenegro
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Facciamo ritorno all’hotel per recuperare valigie e auto, dato che il programma di oggi prevede di andare in Montenegro, e la strada da percorrere, tanto per cambiare, è parecchia. Accumuliamo subito ritardo, perché in città c’è una visita ufficiale di Edi Rama, il premier uscente, con tanto di corteo di sostenitori ed imponenti misure di sicurezza. Veniamo murati vivi nel parcheggio ed abbiamo l’occasione di fare quattro chiacchiere con l’addetto, che si dice molto dispiaciuto dell’accaduto. Ribattiamo che non è un problema, dopotutto siamo in vacanza e, anzi, aggiungeremo l’esperienza ai ricordi del nostro soggiorno in Albania. Ne approfittiamo per chiedere anche a lui un commento sulle elezioni: spera che Rama venga riconfermato perché ha fatto molto, mantenendo le promesse e soprattutto spendendosi attivamente contro l’abusivismo edilizio imperante.
Un poliziotto in assetto antisommossa ci invita a risalire in macchina e riprendere il viaggio: ridiscendiamo la strada percorsa il giorno prima e quindi ci dirigiamo a Nord, verso Petrovazzo, che dista circa 150 chilometri. Raggiungiamo la frontiera nel primo pomeriggio e prima di passare in Montenegro ci fermiamo a mangiare una bruschetta e a rinfrescarci con una birra, quindi ci mettiamo in coda sotto un sole rovente per passare il confine. La fila scorre lentamente e i controlli dei passaporti sono capillari. Appena giunti dall’altra parte ci fermiamo e andiamo alla dogana per regolarizzare la nostra posizione: ci serve l’assicurazione per circolare con la nostra Punto, immatricolata in Albania. Paghiamo 15 euro per 15 giorni di copertura e ci rimettiamo in viaggio.
Arriviamo che è ormai il tramonto. La baia è una sorta di unicum, perché è un fiordo a tutti gli effetti: il mare si incunea per diversi chilometri tra le montagne e crea un fenomeno tipico di ben altre latitudini. Ci dirigiamo presso l’albergo dove dormiremo, nella zona nuova di Cattaro, percorrendo parte della stretta strada panoramica che circonda tutta la baia. La residua luce solare incide direttamente sulle alture che si specchiano nell’acqua tingendola di un colore brunastro per niente invitante. Il nostro albergo è nella stessa fascia di prezzo dei precedenti, ma si tratta di una struttura modesta, più simile ad una pensione: non è un problema, ma è un’ulteriore indicazione del fatto che qui tutto costa di più. Preso possesso della camera, ci rilassiamo un po’, quindi usciamo a cena. Ci sono molti ristoranti che affacciano sulla baia e ne scegliamo uno che ci sembra di non troppe pretese. L’arrivo del menù è invece una doccia gelata: i piatti proposti sono molto interessanti, ma i prezzi decisamente fuori portata. Scorriamo la lista e ordiniamo quello che costa meno: olive come antipasto e zuppa di pesce per due. Più che una cena uno spuntino, ma almeno andiamo a letto leggeri.
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