viaggio in Albania

Viaggio in Albania e Montenegro

In Viaggi di Andrea Panigada

24 giugno 2017: Tirana

Tirana

Tirana.

Sereno e afoso. Dopo la colazione in albergo lasciamo auto e bagagli in custodia e usciamo per farci un giro in città. Prima però dobbiamo spedire il miele. Innanzitutto è necessario trovare un sistema per imballarlo: in un piccolo negozio di alimentari e generi vari recuperiamo una scatola di cartone e dei contenitori per uova e acquistiamo del nastro per pacchi e delle spugne per piatti per rendere più sicuro il tutto. Preparato il pacco, inizia la ricerca dell’ufficio postale, lunga e faticosa, sia per il caldo soffocante che per il fatto che nessuno sembra saperci dare indicazioni su dove sia. Alla fine ci tocca trovarcelo da soli. All’interno, altro tempo perso per trovare l’impiegata che si occupa di spedizioni internazionali e per compilare i moduli necessari. Dulcis in fundo, la mazzata di 30 euro per il servizio di posta aerea: siamo gli orgogliosi proprietari del miele più costoso del mondo! Ripromettendoci di non fare mai più una sciocchezza simile, possiamo tornare a fare i turisti per qualche ora, prima di prendere l’aereo per rientrare in Italia. Siccome prevediamo di avere ancora diverse spese da affrontare passiamo da un bancomat per un prelievo (anzi uno “sborsamento”, come recita il menù in lingua italiana). Ripassiamo in piazza Skanderbeg per fare qualche foto e la attraversiamo per intero: sotto il sole sembra ancora più grande, quasi infinita, e non vediamo l’ora di metterci all’ombra della moschea per ammirarne le notevoli decorazioni esterne. Il grande mosaico allegorico sul frontone del Museo Nazionale luccica sotto il sole e una luce bianca quasi accecante spadroneggia ovunque. Passeggiamo lungo le vie principali, notando le facciate colorate dei palazzi, uno dei tratti distintivi di Tirana. La novità fu introdotta da Edi Rama, che nel 2000 venne eletto sindaco della città e, da artista e personaggio eclettico e stravagante qual è, riuscì in tal modo a rendere la capitale un’attrazione turistica.

Palazzi colorati a Tirana.

Palazzi colorati a Tirana.

Passiamo davanti al mausoleo di Hohxa, fortemente voluto dalla figlia appena prima della caduta del regime, una piramide smisurata e francamente brutta che non servì mai al suo scopo: dopo la fine del comunismo divenne, forse a spregio, una discoteca e ora versa in stato di completo abbandono, quasi avulsa dal contesto circostante, faticando, anche simbolicamente, a trovare la sua collocazione nell’Albania contemporanea.

Mausoleo di Hohxa.

Mausoleo di Hohxa a Tirana.

In pieno centro città uno studio di architettura italiano sta restaurando un vecchio palazzone in stile sovietico per trasformarlo in una moderna sede governativa, mentre a poche decine di metri fa bella mostra di sé un enorme bunker ora trasformato in museo d’arte. Prendiamo un taxi e torniamo in albergo a recuperare auto e bagagli: vogliamo visitare la stazione ferroviaria, soprattutto per vedere come sono i treni. Abbiamo letto cose favolose su vecchi convogli marcati “DDR”, ma vogliamo sincerarcene con i nostri occhi. Giriamo per una buona mezz’ora ma ci imbattiamo solo in tronconi di binari semidivelti e il navigatore sembra farci girare a vuoto. Decidiamo di parcheggiare e di arrivarci a piedi, ma finiamo a passeggiare nelle fondamenta di un palazzone in costruzione e poi in un campo dove pascola una vacca: ci sembra incredibile essere a poche centinaia di metri dal Plaza Hotel di piazza Skanderbeg.

Un pascolo vicino al centro di Tirana.

Un pascolo vicino al centro di Tirana.

Tirana ci stupisce apparendoci come una città in piena transizione: passata in 25 anni da 250mila a quasi un milione di abitanti, aspira da un lato ad essere una moderna capitale europea, e dall’altro porta ancora, anche se sempre meno evidenti, i segni di un passato non certo prosperoso. Della stazione, comunque, non troviamo alcuna traccia e a malincuore rinunciamo: scopriremo poi in aeroporto, poco prima di imbarcarci, che è stata abbattuta per costruire un avveniristico hub dei trasporti. Peccato.

cucina albanese

Carne di manzo e d’oca.

Facciamo una capatina anche nel quartiere un tempo riservato ai papaveri del Partito del Lavoro d’Albania, la versione locale della Città Proibita, ora diventato centro della vita notturna di Tirana. In una piccola locanda senza pretese ci concediamo l’ultimo pasto albanese: carne di manzo e d’oca con enormi fagiolini alla moda greca, bagnati dall’ultima birra autoctona. Partiamo quindi per l’aeroporto dove, con non poco rammarico, riconsegnamo l’auto dopo aver fatto l’ultimo pieno di benzina e cambiamo i pochi leke che ci sono rimasti in tasca.

L'autore

Andrea Panigada



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