Questa mappa illustrata (dimensioni originali: 106,7 x 75,7 cm) fu pubblicata in Giappone nel 1932 come supplemento alla rivista Hi no De (che significa “Alba”): i vari paesi sono decorati con le illustrazioni di Sako (o Sagyo) Shishido raffiguranti non solo gli stereotipi nazionali nell’immaginario giapponese, ma anche gli eventi mondiali dall’epoca dal punto di vista nipponico. Si nota innanzitutto la disposizione dei continenti: il blocco asiatico e l’oceano Pacifico sono al centro e la Americhe a destra mentre l’Europa è relegata al margine occidentale, caratteristica tipica dei planisferi prodotti in Asia. La tradizionale disposizione, comune in occidente, che vede l’Europa e l’Atlantico al centro è frutto infatti di una visione eurocentrica del mondo. Sono riconoscibili decine di caricature di personaggi famosi, tra i quali Herbert Hoover, presidente degli Stati Uniti dal 1929 al 1933, il gangster Al Capone, il giocatore di baseball Babe Ruth e il pugile Jack Dempsey in USA, i generali cinesi Chiang Kai–shek e Chang Hsueh–liang, i dittatori Iosif Stalin in Russia e Benito Mussolini in Italia, Adolf Hitler e Hindemburg in Germania, Ramsay MacDonald in Gran Bretagna, Ghandi in India e molti altri. Particolare rilievo è dato alle crescenti tensioni internazionali e in particolare a quella tra Stati Uniti e Giappone: navi da guerra ed aerei intorno al Giappone, le Hawaii raffigurate come una fortezza. Nel 1937 il Giappone sarebbe entrato in guerra con la Cina (2ª guerra sino–giapponese, il maggiore conflitto mai avvenuto tra i due paesi) e nel 1941 l’attacco giapponese a Pearl Harbour avrebbe provocato l’ingresso degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale. Di seguito vediamo (e spieghiamo) alcuni dettagli:
Il Giappone è raffigurato come una fortezza, arroccata intorno al monte Fuji e protetta da navi e aerei da guerra. Notare che la penisola coreana è ancora unita e la campitura è dello stesso colore del Giappone (rosso): dal 1905 era infatti protettorato giapponese e lo sarebbe rimasto fino alla fine della seconda guerra mondiale.
Los Angeles, sulla costa californiana: si vedono due atleti giapponesi, riconoscibili per il costume da nuoto bianco con l’Hinomaru rosso, insieme ad uno stereotipato occidentale (capelli rossi ricci ed espressione idiota) sotto il vessillo olimpionico: nel 1932 Los Angeles ospitò infatti i giochi olimpici, ai quali il Giappone primeggiò nel nuoto maschile. Sotto, una cinepresa, evidente riferimento a Hollywood.
Il suonatore afroamericano di sax, raffigurato nello stereotipo del blackface, rappresenta New Orleans, la Louisiana e la musica jazz. Sotto, la Florida con una bagnante in costume sotto l’ombrellone: costume naturalmente in un solo pezzo, perché il “due pezzi” negli USA si diffonderà solo dopo la seconda guerra mondiale.
Immigrati giapponesi arrivano in Brasile via nave, un loro connazionale li attende con una bandierina; la bandiera nipponica sventola anche su una fazenda (fattoria o piantagione, in alto a destra). Il Brasile è infatti il paese che accoglie il maggior numero di giapponesi al di fuori del Giappone. In Brasile, gli individui di origine giapponese sono detti nissei.
La Svizzera, innevata e circondata dalle montagne. Oltre alla bandiera nazionale, c’è anche quella della Croce Rossa, il cui Comitato Internazionale ha sede a Ginevra.
In Francia, Albert Lebrun, presidente dal 1932 al 1940, schiaccia uva bianca con i piedi, allusione agli champagne francesi noti in tutto il mondo. Dietro di lui, l’immancabile torre Eiffel, una ballerina di cabaret e una tavolozza, secondo lo stereotipo che vorrebbe la francia terra di pittori. La Francia fu in effetti culla dell’impressionismo, movimento artistico nato nella seconda metà dell’Ottocento da cui nacque il fenomeno dei “pittori di strada”.
Nella penisola iberica i classici stereotipi: la corrida in Spagna; in Portogallo il vino e il “bardotto”, equino da soma tradizionalmente allevato in questa zona. Il personaggio in piedi al centro è probabilmente Niceto Alcalá-Zamora y Torres, presidente della Seconda Repubblica Spagnola proclamata nel 1931: la bandiera dietro di lui è infatti quella della Spagna repubblicana. Da Gibilterra spuntano cannoni e una bandiera britannica.
In India, militari britannici in divisa coloniale tentano senza successo di trattenere un gigantesco Ghandi, parodia di Gulliver che sfugge ai lillipuziani ma anche metafora della Gran Bretagna che stava perdendo il controllo della “disobbedienza civile” proclamata da Ghandi e che avrebbe portato all’indipendenza dell’India.
«Simbolo di un secolo e mezzo di progresso, il sito dell’originale e del nuovo municipio»
«Gli zanja e le ruote idrauliche fornivano acqua e forza motrice»
«Il primo traffico veicolare era limitato alle carretas spagnole»
Los Angeles, 1922: traffico all’incrocio tra North Broadway e Sunset Boulevard.
«La vita nella hacienda era colorata — Coronel residence, 7th & Alameda»
«Il dragone cinese era una caratteristica delle parate della fiesta negli anni ’90»
Parata alla “Fiesta de Los Angeles” nel 1906.
Dalla metà dell’Ottocento nella città era presente una comunità di immigrati cinesi, che costituì lo storico quartiere di Chinatown. L’incontro tra le culture fece sì che a una fiesta americana, dal nome spagnolo (per la forte presenza ispanofona nell’area), includesse anche un elemento tipico della cultura cinese: il dragone. Durante la “danza del drago” un gruppo di danzatori porta una raffigurazione del tradizionale drago cinese, imitandone i movimenti sinuosi ed ondulati. La danza del drago entrò a far parte delle parate anche in altre città nordamericane:
Danza del Drago a Seattle, nel 1909.
«Il sito dell’edificio federale ha visto molte impiccagioni eseguite dai vigilante»
«Il primo oro in California scoperto a Placerita Canyon, 1842»
«La battaglia di La Mesa del 1847 agli Union Stockyards pose fine al dominio messicano»
«Il villaggio originario nel 1853 visto da Fort Moore»
La collina di Fort Moore, che sovrasta Los Angeles, nel 1887: all’epoca il forte originario era stato convertito in una residenza privata nota come Banning House.
«Animali preistorici giganti a La Brea Pits»
Smilodon californicus (tigre dai denti a sciabola) e Canis dirus litigano su una carcassa di Mammuthus columbi nelle cave di La Brea Tar, illustrazione del 1913.[6]
«Missione di San Gabriel madre di Los Angeles»
«Cabrillo a San Pedro, 9 ottobre 1542. Primo uomo bianco a mettere piede sul suolo californiano.»
12. Questa figura — che si rifà probabilmente anche all’antico uso di decorare le carte nautiche con raffigurazioni di vascelli — ricorda il navigatore portoghese Juan Rodriguez Cabrillo, il primo europeo a navigare le coste dell’attuale California e a mettervi piede. A lui è intitolata la spiaggia di Cabrillo Beach, in San Pedro. In basse a destra si vede il logotipo dell’autore e l’anno di pubblicazione: «Gores 1929».
Note
- [1]Gudde, Erwin G. California Place Names: The Origin and Etymology of Current Geographical Names, University of California Press, 2010. pag. 433↩
- [2]“Water in early Los Angeles“. Water and Power Associates. Web.↩
- [3]Rasmussen, Cecilia “Downtown’s Fiesta Began as a Multicultural Celebration” Los Angeles Time, 27 aprile 2003.↩
- [4]Warren, Michael “California first Gold Rush” The New 49’ers. Web.↩
- [5]Bergamo, Anita “L’eden osteologico di Rancho La Brea” in Pikaia — Il portale dell’evoluzione.↩
- [6]Robert Bruce Horsfall, da: William Berryman Scott, A history of land mammals in the western hemisphere, New York, MacMillan Publishing Company, 1913. Frontespizio. ↩
- [7]Robert A. Bellezza. Missions of Los Angeles. Arcadia Publishing, 2013.↩