(lat.) “ecco l’uomo”, detto di persona lacera e deperita, su cui si vedono i segni della sofferenza fisica e psichica. Deriva dal Vangelo di Giovanni, secondo il quale Ponzio Pilato avrebbe pronunciato le parole «Ecce Homo!» (Ecco l’uomo – l’uomo che volete crocifiggere) presentando al popolo Gesù flagellato ed incoronato di spine (Giovanni, 19–5):
Nella iconografia tradizionale dell’arte sacra l’ecce homo è una delle raffigurazioni dlla Passione di Cristo, che vede Gesù ancora vivo, non in croce, con le mani legate, la corona di spine e segni della tortura sul corpo; spesso con un bastone messo nelle sue mani, per scherno, a simboleggiare uno scettro. In Brasile l’ecce homo è venerato come il Bom Jesus.
Ecce Homo, titolo completo Ecce homo. Come si diventa ciò che si è (1888), è anche è un’opera filosofica autobiografica di Friedrich Nietzsche, ultima opera compiuta prima della follia.

“Ecce Homo”, Antonio Ciseri (XIX sec.) – Commons
- Castoldi, Massimo e Ugo Salvi Parole per ricordare — Dizionario della memoria collettiva. Bologna: Zanichelli, 2003. Pag. 131. ISBN 88–08–08878–2
Immagine in alto: “Cristo con corona” Carl Heinric Bloch, c.a 1890, olio su tela. (dettaglio) [PD] Commons.
(s.f.) protezione, salvaguardia, auspicio; soprattutto nella locuzione sotto l’egida di —, con l’egida di — (es. «sotto l’egida delle Nazioni Unite»)
Questa Missione avrebbe dovuto partire per la ricerca dei prigionieri sotto l’egida della Croce Rossa, alla quale — per convenzioni internazionali — spetta in tutto il mondo il cômpito dell’assistenza e del rimpatrio dei prigionieri di guerra.
La vita internazionale rassegna quindicinale. 5 Marzo 1921 Anno XXIV nº5. Pag. 225.
Il termine deriva dall’Egida, il mitologico scudo di gravido di tempesta utilizzato da Zeus come attributo difensivo e arma per destare spavento, che agitata scatenava tempeste; Eschilo descriveva l’egida come un cerchio di nubi tempestose che si addensava sulla testa di Zeus al momento di scagliare il fulmine. Il nome egida è infatti l’italianizzazione del greco αἰγίς (aigís) che ha il significato di tempesta, turbine, bufera ma anche di pelle caprina (da aigós “capra”). Questo doppio significato creò l’equivoco nei poeti successivi che lo scudo di Zeus fosse fatto di pelle di capra: secondo la leggenda omerica (Iliade, II, 447) era la pelle della capra Amaltea, balia di Zeus, con la quale Efesto fabbricò uno scudo indistruttibile, resistente persino alla folgore (Zeus è definito egìoco perché munito di egida).
L’egida divenne lo scudo di Atena allorché il padre Zeus gliene fece dono, ponendovi al centro la testa spaventosa della gorgone Medusa (uccisa da Perseo) in modo da farne un arma invincibile in grado di pietrificare all’istante i nemici. Un’altra versione del mito racconta che fu la stessa Atena a fabbricare l’egida con la pelle del gigante Pallante da lei sconfitto, mentre nella Biblioteca di Pseudo-Apollodoro (II sec. d.C.) si racconta che Atena uccise per errore durante un combattimento fittizio la compagna di giochi Pallade, figlia di Tritone, cui Zeus aveva sottratto lo scudo per poi farne dono alla figlia.
in altre lingue
La locuzione figurata “sotto l’egida” si ritrova identica in diverse lingue:
- francese: es.«sous l’égide de l’ONU»
- inglese: es. «under the aegis of the United Nations.»
- portoghese: es. «sob a égide da ONU».
- spagnolo: es. «bajo la égida de las Naciones Unidas.»
- tedesco: es. «unter der Ägide der UN»
- Castoldi, Massimo e Ugo Salvi Parole per ricordare — Dizionario della memoria collettiva. Bologna: Zanichelli, 2003. Pag. 133. ISBN 88–08–08878–2
- “Egida” in Pianigiani, Ottorino Dizionario etimologico della lingua italiana. 1907.
- “Egida” in Enciclopedia Italiana. Roma: Treccani, 1932.
- “egida” in Vocabolario online. Roma: Treccani. Web.
- “egioco” in Vocabolario online. Roma: Treccani. Web.
- “egida” in Il Nuovo De Mauro. L’internazionale. Web.
Foto in alto: veicoli da combattimento di fanteria “BMP” delle forze militari di pace dell’ONU in Congo (MONUSCO) pattugliano i dintorni di Goma dopo che i ribelli del movimento rivoluzionario “23 Marzo” hanno tentato di occupare la città nel luglio 2012. © MONUSCO/Sylvain Liechti [CC BY-SA 2.0] da Flikr
luogo di abbondanza e ricchezze per antonomasia, paradiso, anche metaforicamente:
«L’Inghilterra è l’eldorado per i poveri e i disoccupati!»
Corriere della Sera, martedì 30 giugno 1959, pag. 2.
Deriva dall’espressione spagnola El Dorado, “il dorato”, attestata dal 1535 con la quale i conquistadores spagnoli tra il XVI ed il XVIII secolo indicavano un leggendario paese «al di là del mondo conosciuto» e favolosamente ricco di oro e pietre preziose, che si credeva trovarsi nell’America meridionale al di sopra dell’equatore. Il mito ebbe origine da un capo dei Chibcha, un popolo andino dell’altopiano di Bogotá, che secondo una leggenda si recava ogni anno sulle rive del laghetto di Guatavite con i suoi sudditi per sacrificare cospicui tesori a una divinità solare. Durante questo rituale si immergeva nel lago cosparso di alghe mucillaginose e polvere d’oro, che si disperdeva così nelle acque. Alcuni spagnoli che, nascosti, assistettero a questa funzione, vedendo un uomo ricoperto d’oro lo soprannominarono “El Hombre Dorado” (l’uomo dorato) o che divenne poi El Dorado. I colonizzatori spagnoli, osservando il largo uso di monili d’oro da parte degli indigeni sudamericani, avevano l’impressione di essere giunti vicino ad un paese ricco d’oro dove questi potevano attingerne in grandi quantità: probabilmente tale convinzione si sovrappose alla leggenda dell’uomo d’oro. Il primo a cercare l’El Dorado come luogo –alimentandone il mito– fu l’esploratore Francisco de Orellana (1511 – 1546) che con Gonzalo Pizarro partì all’esplorazione dell’Amazzonia, scoprendo il Rio delle Amazzoni ma non il leggendario paese dell’oro.
La forma contratta “Eldorado” comparve nel Candide di Voltaire del 1759, che sicuramente contribuì alla diffusione del termine. I capitoli 17 e 18 narrano infatti dell’esperienza dei protagonisti Candido e Cacambo nella splendida città di Eldorado (evidente riferimento al mito dei conquistadores), dove l’oro e le pietre preziose sono considerate comuni pietre e dove non esistono litigi né guerre:
Voltaire, Candide, cap. 18 — ed. 1829 (Beuchot).
Voltaire, Candido, cap. 18 — ed. italiana del 1882 (Sonzogno).
Oggi esistono molte città chiamate Eldorado, tra Argentina, Brasile, Colombia, Venezuela e Stati Uniti d’America, ma nessuna di esse corrisponde al leggendario El Dorado che resta nulla più che un luogo immaginario.
Espressione equivalente, in italiano, è →Bengodi.
- Castoldi, Massimo e Ugo Salvi Parole per ricordare — Dizionario della memoria collettiva. Bologna: Zanichelli, 2003. Pag. 220. ISBN 88–08–08878–2
- Colonna, Roberto “Eldorado e il mito dell’America“. Politicamente Corretto. 29-07-2012. Web.
IN ALTO: presunta posizione di El Dorado, sulle sponde dell’altrettanto leggendario lago Panama, in una mappa della Guiana del 1625; dettaglio (Commons).
Berezovsky, l’eminenza grigia del Cremlino che sfidò Putin”

François-Joseph Le Clerc du Tremblay
- Castoldi, Massimo e Ugo Salvi Parole per ricordare — Dizionario della memoria collettiva. Bologna: Zanichelli, 2003. Pag. 134. ISBN 88–08–08878–2
Foto in alto: (zaur/Pixabay).