Sbalordita, commossa ed esaltata… l’umanità smise di pensare ai problemi di ogni giorno e levò lo sguardo, o il pensiero, verso gli spazi infiniti. Una nuova era è cominciata
La settimana Incom illustrata, 1957
La “corsa allo spazio” è quel capitolo della storia del Novencento in cui l’impulso maggiore alla ricerca ed allo sviluppo tecnologico in campo aerospaziale (e non solo) fu dato dalla contrapposizione propagandistica tra gli Stati Uniti d’America e il “blocco sovietico” e dalla malcelata ricerca, da entrambe le parti, della superiorità militare anche nello spazio. Fu l’aspetto scientifico della “guerra fredda”, la gara ad arrivare sempre più in alto e sempre più lontano, a fare cose sempre più ardite e meravigliose. L’autore, fisico e storico della scienza, non ci racconta solo la storia meramente “tecnica” dell’esplorazione spaziale, ma la collega al contesto storico-politico e (cosa molto interessante) con un’occhio di riguardo all’impatto sulla cultura popolare nei due blocchi e nel paese in bilico tra di essi, che quella tensione la viveva continuamente: l’Italia. Qui infatti, come recita la quarta di copertina «i formidabili satelliti sovietici scalzano Sophia Loren dalle copertine dei rotocalchi di costume, i cosmonauti irrompono nelle pagine dei fotoromanzi e Topolino viene messo in soffitta per far posto a razzi e astronavi. Inizia una storia nella storia, ripercorsa con le parole e le immagini di un tempo che è stato…»
1969, i giornali annunciano l’allunaggio dell’Apollo 11 (R. Godefroy/Commons – CC-BY-SA 3.0)
Sbarco dell’Apollo 11 sula Luna trasmesso in televisione, in una foto dell’epoca (Emir Shabashvili, Commons)
Il 9 maggio 1936, dopo l’invasione italiana dell’Etiopia, Mussolini proclama l’Impero Italiano nel Corno d’Africa: nasce l’Africa Orientale Italiana. Sospendiamo per un attimo i giudizi politici e storiografici sul fascismo e sul colonialismo in Africa. Immaginiamo di visitare quei territori: è Italia, ma è in Africa. Troveremmo cartelli ed insegne in italiano, potremmo parlare in italiano con le persone del posto, potremmo comprare sigarette italiane dal tabaccaio e viaggiare su strade statali e treni italiani. Ma tutto questo in Africa, tra gli splendidi litorali del Mar Rosso, i paesaggi aridi e desolati del Corno, la savana, l’entroterra montuoso e lussureggiante dell’Etiopia, pittoreschi mercati, dromedari, villaggi di capanne e cittadine dalle architetture razionaliste. Immaginiamo di trovare una rigorosa guida turistica che ci consenta di rivivere quel mondo così surreale. All’epoca non c’erano le Lonely Planet, ma le guide del Touring Club Italiano (che allora si chiamava CTI, Consociazione Turistica Italiana) sì: ce n’era una, molto corposa, proprio sull’Africa Orientale Italiana, pubblicata nel 1938. E la potete leggere gratis in ebook (oppure stamparvela) grazie a Petites Ondes. Se non è “geografia insolita” questa…
Strada statale italiana SS n°5 (Asmara-Barentù-Sebderat): il ponte sul Barca, in Eritrea (1939)
Grazie a Petites Ondes per avere digitalizzato il libro ed averlo condiviso in rete, nonché ad Alberto Alpozzi per averlo “scovato”.