Possibile che una donna artificiale non possa essere altro che un guazzabuglio di luoghi comuni maschili?

Nel 1815 E.T.A. Hoffmann scrive di getto la bozza di un racconto destinato a fama imperitura, in cui dà vita alla più inquietante delle donne artificiali: Olympia, la bambola di legno che irride chi ancora non ha capito che il Romanticismo è finito e siamo tutti nell’Era della Macchina. Dopo cento anni Thea Von Harbou crea la sua Maria meccanica proprio mentre l’invenzione della catena di montaggio sta trasformando gli uomini in robot, e da allora le Donne Artificiali sono state piegate ad ogni tipo di preconcetto maschile, nel tentativo di neutralizzare la loro potenza. –
Bambole, manichini, ballerine, robot, mogli, amanti, assassine… Molti i ruoli assunti dalle ginoidi, esseri “a forma di donna” creati dagli uomini per dare sfogo alla propria contorta creatività: ecco un breve viaggio… che dura duecento anni.

Un saggio colto ed approfondito sul mito della donna artificiale in due secoli di letteratura, teatro e cinema.

 

La Guida Galattica per gli Autostoppisti di Douglas Adams non ha certo bisogno di presentazioni: nato da uno sceneggiato radiofonico della BBC, è un ciclo comico-fantascientifico di cinque romanzi pubblicati tra il 1979 ed il 1992. La saga, tradotta in trenta lingue, è diventata un fenomeno di culto e un caposaldo della cultura “nerd”. Le vicende tragicomiche dei personaggi ruotano intorno a un “libro nel libro”, un’enciclopedia universale e collaborativa più accessibile e maneggevole dell’Enciclopedia Galattica (immaginata da Asimov per il Ciclo delle Fondazioni) con la quale è in competizione: l’idea della Guida Galattica per gli autostoppisti che dà il nome alla saga avrebbe ispirato i fondatori di Wikipedia per creare l’enciclopedia libera. Nonostante lo stile leggero non mancano sottili critiche sociali e, seppure in tono umoristico, riflessioni filosofiche ad esempio sul rapporto uomo–macchina (tema già affrontato da Asimov) o sul destino dell’uomo. Tutti conoscono la “domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto” e la sua bizzara risposta, anche chi non ha mai letto il libro.

Questa edizione di Mondadori presenta finalmente, in un unico volume compatto e soprattuto economico, tutta la saga dei cinque romanzi:

  • Guida galattica per gli autostoppisti (The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy, 1979);
  • Ristorante al termine dell’Universo (The Restaurant at the End of the Universe, 1980);
  • La vita, l’universo e tutto quanto (Life, the Universe and Everything, 1982);
  • Addio e grazie per tutto il pesce (So Long, and Thanks for All the Fish, 1984);
  • Praticamente innocuo (Mostly Harmless, 1992);

Inoltre, una prefazione dello stesso autore racconta la genesi dell’idea e la vera storia della saga dai microfoni della BBC alla libreria. Il prezzo di copertina lo rende addirittura più economico del formato e–book: in formato digitale infatti è necessario acquistare i cinque libri separatamente per avere tutta la saga, con un costo superiore a quello di questa edizione cartacea.

Se poi il ciclo vi appassiona, sappiate che esistono altri due libri:

  • Il salmone del dubbio (2002), romanzo incompleto di Adams, stroncato da un infarto l’11 maggio 2001 a 49 anni e pubblicato insieme ad alcuni scritti dell’autore;
  • E un’altra cosa… (2009), è considerato il sesto volume della serie, sebbene non scritto da Douglas Adams ma da Eoin Colfer.

Buona lettura, e non dimenticate l’asciugamano!

Quando un sogno meraviglioso si trasforma in una terribile distopia? E poi, siamo sicuri che fosse davvero una meraviglia e non un orribile abisso travestito da paradiso per ciechi? Il Cerchio, ultimo lavoro di Dave Eggers pubblicato in inglese alla fine del 2013 e tradotto in italiano per la Mondadori a fine 2014, non può non ricordare gli orribili scenari alla Orwell dove un campus aziendale avveniristico fa da sfondo alla crescita esponenziale di un’azienda privata che riunisce un po’ Facebook, un po’ Twitter, un po’ tutti i vari social ma in modo molto più integrato, molto più profondo, molto più invasivo. Trasparenza è la parola chiave attorno a cui i Tre Saggi, i fondatori de Il Cerchio, fanno ruotare tutto, dalle architetture in vetro, alle telecamere disseminate ovunque per il mondo finanche nei posti più sperduti. Si fa fatica non trattenere il fiato leggendolo. Non tanto per il plot o per lo stile, quanto per le possibili declinazioni sul reale che questo possibile scenario futuribile potrebbe avere. La totale abdicazione, sottilmente non troppo volontaria, dalla propria privacy delinea sviluppi così inquietanti e così aderenti a quanto accade nei realmente esistenti social che si fa fatica a non farsi domande sui comportamenti umani e sulle possibili e concrete implicazioni sulle persone che conosciamo e di cui ci circondiamo. Sociologia ed economia appaiono talmente inscindibili allo sguardo che solo fermandosi a riflettere sulle ricadute e sulle non più future tendenze si può immaginare il percorso intrapreso e quanto di immaginario e quanto invece di reale ci sia. Le recensioni sul romanzo sono quasi tutte del medesimo stampo (una per tutte quella de Il Fatto Quotidiano→).

A me però interessa molto di più l’analisi oggettiva dei dati che emerge dai concreti media sulle ricadute economiche e poi sugli andamenti sociali che queste comportano. Malgrado una scrittura non pulita –gli errori di sintassi nella traduzione infastidiscono–, vale comunque la pena di dare uno sguardo anche all’analisi che lo stesso Zuckerberg ha commissionato alla Deloitte per scoprire quale sia l’impatto sull’economia mondiale del network inventato da lui. Andando oltre il concreto dei numeri e leggendo tra le righe delle statistiche, emergono evidenti, decisi e forse quasi irreversibili cambiamenti comportamentali che vanno ben al di là dell’acquisto di uno smartphone nuovo, più grande, più potente, per facilitare la connessione ed entrare nelle reti (articolo de Linkiesta). Ma, ancor meglio, per quel che è la mia opinione e il mio modo di leggere, l’originale dello studio della Deloitte, per chi non ha problemi con l’inglese e preferisce la fonte diretta (PDF→)

Tornando al libro, scrittura leggera, a tratti al limite dell’adolescenziale superficialità e leggerezza, ma centrata a mano a mano che prosegue la lettura. Da portare in vacanza, ma da non dimenticare al lavoro. O, meglio, quando ci colleghiamo ed entriamo in rete senza sapere o non volendo sapere quali scie di dati ci lasciamo alle spalle per divertimento.

Melchisedec