Era questo che volevo vedere. La scorza di bellezza che deve esistere in ogni angolo maltrattato del mondo.
Andrew Blackwell, giornalista e regista cinematografico, ci presenta una insolita guida ai luoghi più inquinati e tossici del pianeta: «da Chernobyl a Kanpur, nell’India disastrata delle discariche industriali illegali e delle concerie tossiche, dall’Amazzonia sfigurata dalle coltivazioni di soia alle miniere di carbone in Cina.» Non sono però le tematiche ecologiche o scientifiche (pure accennate) l’argomento principale di questo libro, ma proprio il turismo, l’attrattiva di questi luoghi. Cosa ci dovrebbe mai trovare un turista nelle discariche di Kanpur? Nel museo sull’industria petrolifera di Fort McMurray, a due passi dalle montagne di zolfo e dalle sabbie bituminose? Nella Zona di Esclusione di Černobyl’? Qualcosa di inafferrabile, la vera “bellezza” dei luoghi, intrinseca, non collegata a ciò che riteniamo giusto o sbagliato, naturale o innaturale. Una bellezza primitiva che si può percepire solo in quei luoghi spogliati proprio da tutto ciò che ci farebbe dire: «è bello».
Un po’ diario di viaggio e un po’ saggio sugli ecosistemi più inquinati del mondo, Benvenuti a Chernobyl è un libro coinvolgente, appassionato ed ironico, un reportage su una «avventura tossica mozzafiato».
Silvio Dell’Acqua