L’immaginario esotico e romantico della cosiddetta “epoca d’oro della pirateria”, quella tra il XVI ed il XVII secolo, l’epoca dei galeoni e dei tesori sepolti, ha finito per staccarsi dalla realtà storica fino a vivere di vita propria in un mondo parallelo dove i pirati diventano addirittura “i buoni”, assunti a simbolo di anarchia e ribellione all’autorità oppressiva e bigotta. Ma chi erano davvero? Come vivevano, come si organizzavano, come si vestivano, perché hanno spopolato per i Caraibi in quel periodo e tanto rapidamente sono decaduti. Seppellivano davvero i tesori? Come erano fatte le navi pirata? A rispondere a queste domande è lo storico David Cordingly, uno dei massimi esperti mondiali di storia della pirateria, in un saggio piacevole ed avvincente che fa luce su una realtà misconosciuta fatta invece di uomini duri e brutali, violenza, confusione, tribunali, ma ciò nonostante non meno pittoresca. Senza tralasciare l’aspetto culturale, ovvero come sono nati e si sono evoluti gli stereotipi ed i falsi miti che ritroviamo oggi nella finzione narrativa. Per continuare ad apprezzare quest’ultima, ma conoscendone anche i fondamenti storici.