Non c’è niente da fare, siamo una razza di litigatori di professione. Non ci sono ambiti, materie o discipline che siano riuscite ad esentarsi dal fregiarsi di qualche sonora disputa. Le scienze, certo, non fanno eccezione e chi ne fosse interessato può leggere questo piacevole, discorsivo e assolutamente masticabile volume che raccoglie dieci dispute scientifiche. Non sono le più grandi, magari qualcuna non sarà nemmeno tra le più famose, ma riguardano tutte un campo scientifico: la fisica di Galilei e papa Urbano, le scienze della terra, Derek Freeman versus Margaret Mead nella controversia tra natura e cultura, gli studi di Darwin contro le tradizioni sull’evoluzione. Il filo è labile ma esistente: un ordine cronologico, materie scientifiche, alcuni rimandi tra il protagonista di una disputa e quello di un’altra. Alcune domande, a mio avviso trasversali, seguono tutto l’andamento del libro: cosa rende una teoria sostenibile, uno scienziato geniale e visionario, una controversia inutile piuttosto che creativa e necessaria. Da profana della scienza posso dire che le domande sono state più delle risposte: quanta sicumera negli scienziati di oggi sarà smantellata da teorie da venire e da studi che devono ancora veder la luce. Quanti luoghi comuni sono pane dei nostri giorni e motivo di critica tra qualche tempo, quanti limiti ci poniamo nel leggere e vedere solo perché non siamo pronti a guardare bene quello che esiste e accade. Vale sempre, a mio avviso, il detto secondo cui vediamo solo ciò che conosciamo e raramente, solo in casi di grandi geni, riusciamo a rompere gli schemi ed uscirne per vedere più in là, più oltre, più in alto. Punto a parte la questione dell’enorme influenza della religione, ancora ai giorni nostri, su questioni di scienza che con occhio retrospettivo non si può far altro che etichettare come frenante l’intervento umano e il relativo progresso. Non un solo caso, di fatto, ha beneficiato o tratto giovamento dalle ingerenze chiesastiche. Infine il testo in sé: mi spiace solo di aver preso la traduzione in italiano. Errori di sintassi, di grammatica e veri e propri svarioni costellano tutte e dieci i cammei. Peccato.

Melchisedec