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Fiat Coupè

cofango

In dizionario di Silvio DellʼAcqua

nelle automobili, sportello di copertura del vano motore che ingloba i gruppi ottici e include parzialmente i parafanghi; dalla fusione di cofano e parafango. Il termine nasce tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90 quando la Pininfarina adotta questa soluzione per il design di alcune vetture, facendone una propria caratteristica stilistica di quel periodo. Nella Ferrari 456 GT (1992), la Fiat Coupè (1994), le Alfa Romeo GTV e Spider (1995) ad esempio, il cofano anteriore prosegue frontalmente fino alla fascia paraurti e lateralmente fino a lambire i vani passaruota, includendo solo la parte superiore dei parafanghi.

Il cofango fu inizialmente una soluzione estetica che evocava i cofani “integrali” già adottati da decenni sulle auto sportive e da competizione, nelle quali cioè l’apertura si ottiene sollevando l’intero vano anteriore e/o posteriore (anche per facilitare l’accesso alla meccanica) con gli annessi gruppi ottici e parafanghi: un esempio è la Lamborghini Miura del 1966 che presenta aperture integrali sia per il vano motore che per il vano bagagli.

I due cofani integrali della Lamborghini Miura (foto: Lamborghini).



In seguito il termine cofango è stato utilizzato in modo più estensivo per qualunque cofano, anteriore o posteriore, che includesse del tutto o in parte i parafanghi. Ad esempio Lamborgini ha utilizzato il termine cofango per i cofani integrali di alcuni modelli (Sesto Elemento e Huracán STO).


Foto in alto: la Fiat Coupè, per gentile concessione di Piedi Pesanti – la voce spregiudicata dei motori (2020).