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(s.m. pron. budu̯àar) spogliatoio elegante, salottino riservato da signora, adiacente alla camera da letto riservato alla toletta, alla conversazione, agli incontri intimi; successivamente anche studio. Dal francese boudoir, che significa letteralmente e scherzosamente “stanza per ritirarsi e tenere il broncio”,[1] “stanza in cui fare gli scontrosi”;[2] deriva probabilmente a sua volta dal francese bouder, “fare il broncio”;[3] attestato in francese dal 1740 e in italiano dal 1817.[3]

Il boudoir divenne di moda nel 18º secolo come spogliatoio e stanza privata delle signore, ma «fin da subito venne associato all’idea di intrigo sessuale»;[2] in seguito per estensione fu utilizzato per indicare anche il suo equivalente maschile, ossia lo studio privato (o “gabinetto”) o la stanza vicino al salone dei ricevimenti dove si potevano ritirare le donne, in contrapposizione al fumoir maschile.

fotografia

Il termine boudoir è oggi utilizzato sia per indicare uno stile di fotografia professionale (fotografia boudoir) caratterizzati da immagini sensuali di modelle in lingerie o parzialmente svestite, ritratte in un ambiente interno elegante, che evoca appunto un boudoir.

abbigliamento

Lo “stile boudoir” è anche uno stile di abbigliamento femminile, particolarmente in voga dal 2022, che consiste nell’indossare abiti con pizzi, trasparenze e capi di lingerie in vista.

modella su un letto mentre si abbassa una spallina

1 – fotografia in stile boudoir

2 – abbigliamento in stile boudoir

 



  1. [1]Académie Française (op. cit.)
  2. [2]Bryson, Bill (op. cit.
  3. [3]Il Nuovo De Mauro (op. cit.)
  • Bryson, Bill Breve storia della vita privata. Milano: Guanda, 2010. Pag. 71. ISBN 978-8850245727
  • boudoir” in Dictionnaire de l’Académie Française (9e édition). Parigi: Académie Française. Web.
  • boudoir” in Vocabolario online, Treccani. Web.
  • toilette” in Enciclopedia online, Treccani. Web.
  • boudoir” in Il Nuovo De Mauro — L’Internazionale. Web.
  • boudoir” in Dizionario di italianoCorriere della Sera. Web.

Immagini:

in alto: boudoir di Helena Radziwiłł a palazzo Nieborów, in Polonia; i mobili sono di fabbricazione inglese degli inizi del 19º secolo. [PD] Commons

  1. Lies Thru a Lens, 2013 [CC BY 2.0] Commons
  2. Lies Thru a Lens, 2014 [CC BY 2.0] Commons

ridotto (teatro o cinema); per estensione, ingresso (anche di una casa); oppure ricovero per senzatetto; o ancora abitazione condivisa per studenti. Dal francese foyer, letteralmente “focolare”.

Nei teatri, sale e cinematografi il foyer è l’ambiente dove il pubblico si intrattiene per conversare e fumare, prima e dopo lo spettacolo e durante gli intervalli; può includere un bar ed è collocato solitamente tra l’ingresso e la sala di rappresentazione/proiezione. Nei secoli scorsi era invece al primo piano, in quanto costituiva l’ingresso per i nobili da cui si accedeva ai palchetti destinati agli aristocratici.
Il "grand foyer" dell'Opera Garnier a Parigi.

Il “grand foyer” dell’Opera Garnier a Parigi.



Il foyer nacque con il teatro barocco tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo e diventò una caratteristica tipica della “sala all’italiana”, tipo di struttura teatrale particolarmente diffusa tra il XVIII e il XIX secolo. Nei foyer si tenevano anche feste da ballo o i giochi d’azzardo come tombola, carte e roulette; in particolare nel periodo rinascimentale e barocco questi ultimi erano la principale fonte di finanziamento del teatro stesso. In italiano questo spazio è detto ridotto, termine che può però avere anche il significato di “sala minore”, accanto a quella principale ed anch’essa utilizzata per le rappresentazioni (es. il “Ridotto della Scala” a Milano).

In alto: foyer del Cinema Ambasciatori di Milano, architetto Eugenio Gerli. Foto di Paolo Monti, 1970 (BEIC – Biblioteca Europea di Informazione e Cultura) [CC BY-SA 4.0]