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amico del giaguaro

In dizionario di Silvio DellʼAcqua

detto bonariamente di chi, sollevando troppe obiezioni, fa dubitare della propria lealtà; per estensione chi patteggia per la parte avversaria, doppiogiochista, furbo:

il fatto che il segretario socialdemocratico sia più «amico del giaguaro» che «amico del popolo» è molto più che un sospetto

L’Espresso, 18 novembre 1979.

Deriva probabilmente dall’analoga espressione brasiliana o amigo da onça (la onça–pintada è il giaguaro, in portoghese) per indicare il cacciatore maldestro che (mettendosi sottovento anziché controvento) fa fuggire l’animale, salvandolo con disappunto dei proprio compagni di caccia. Nel 1943 la rivista settimanale brasiliana O Cruzeiro iniziò a pubblicare una serie di vignette satiriche che avevano per protagonista “O Amigo da Onça” (l’amico del giaguaro), personaggio creato da Péricles de Andrade Maranhão. In Italia l’espressione arrivò probabilmente sottoforma di barzelletta popolare, nella quale un tale chiede ad un amico istruzioni per andare a caccia di giaguari. L’amico però fa “la parte del diavolo”, mettendo l’aspirante cacciatore di fronte alle difficoltà di una simile attività venatoria: «e se il giaguaro scappa? …e se ti salta addosso? …e se ti s’inceppa il fucile?». L’altro, scocciato dalle obiezioni dell’amico, sbotta «ma tu sei amico mio o amico del giaguaro

La battuta venne ripresa in una scena del film L’amico del giaguaro del 1958 (regia di Giuseppe Bennati) nel quale un gruppo squinternato di ladruncoli romani, dopo aver derubato un famoso industriale (interpretato da Alberto Romano), meditano di rispondere all’annuncio di questi sul giornale e restituire i documenti per intascarsi anche la ricompensa. I compagni, come l’amico della barzelletta, mettono il milanese Augusto — il promotore di questa “geniale” operazione — di fronte alle possibilità che qualcosa vada storto: «…ma che sei matto? …e se è un trucco? …e se ‘n ce dà i soldi? …e se ‘n è lui? …e se ha fatto una denuncia? …e se ce riconosce?» Queste obiezioni fanno spazientire Augusto (Walter Chiari) che esclama: «eeeh ma allora ragazzi, ma che siete, amici miei o del giaguaro?»  L’annuncio si rivela una trappola e i ladruncoli, scoperti, sono costretti a restituire i soldi (ovviamente già spesi) pena la denuncia. In seguito, i personaggi si riferiscono ad Augusto come “l’amico del giaguaro”  per aver inguaiato la banda favorendo la vittima (che ora li tiene in pugno), e a quest’ultima come “il giaguaro”: 

Augusto (W. Chiari): «ragazzi, vuol dire che dal giaguaro ci si va tutti insieme eh?»
Pecorino (C. Delle Piane): «eh, quello è amico tuo

"L'amico del giaguaro", 1961: Bramieri, Pisu e Villa.

Gino Bramieri, Raffaele Pisu e Roberto Villa nel varietà L’amico del giaguaro, 1961 (Commons).

Tre anni dopo, nel 1961, debuttò sulla RAI un varietà intitolato L’amico del giaguaro, presentato da Corrado Mantoni con la partecipazione di Gino Bramieri, Marisa Del Frate, Raffaele Pisu e Roberto Villa. Il programma era un quiz a premi nel quale i concorrenti, di fronte ad una domanda troppo difficile, era prassi rispondessero «ma tu sei amico mio o del giaguaro?». In base alle risposte venivano estratti dei numeri per una tombola che coinvolgeva il pubblico a casa. Non era però l’unico riferimento al film di Bennati: infatti quiz e intermezzi musicali erano alternati a scenette comiche e satiriche, una delle quali vedeva Raffaele Pisu effettuare il numero del ventriloquo, che era alla base di una delle truffe tentate dai balordi compari di Augusto “il milanese”. Il varietà, trasmesso dal 1961 al 1964, divenne un cult dei primi anni del miracolo economico fissando definitivamente nella cultura popolare la locuzione “amico del giaguaro”.

Nel bolognese l’amico del giaguaro (amîg dal giaguâro) divenne anche un gioco di carte per cinque giocatori, due dei quali hanno il ruolo del “giaguaro” e dell’amico. Quest’ultimo, la cui identità si rivela solo a fine partita, ha il compito di ingannare i tre avversari del “giaguaro” conquistandone la fiducia (un po’ come il “rinnegato” in Bang!): proprio come chi vuole apparire amico, ma non lo è affatto.

L’espressione è nota anche in francese: L’amie du jaguar è il titolo di un romanzo del 1983 di Emmanuel Carrère (l’autore di Limonov).

In alto: caccia al giaguaro, incisione di Thomas Betl dal frontespizio del libro The Naturalist in Nicaragua, 1874 (Commons).