Breve storia di Mike, il pollo senza testa che visse per 18 mesi

In Dal mondo di Andrea Panigada

Countryside

Paesaggio rurale nei dintorni di Fruita, Colorado.
Depositphotos)

Il 10 settembre 1945, a Fruita, nel Colorado, un bifolco locale di nome Lloyd Olsen tentò maldestramente di decapitare un galletto per mangiarselo a cena. Il colpo d’accetta, però, andò a segno solo parzialmente, lasciando l’animale senza testa, ma indubitabilmente vivo. Incuriosito dal fatto quantomeno insolito, Olsen rinunciò a mangiarselo, convinto, del resto, che l’avrebbe trovato stecchito la mattina seguente. Con suo grande stupore, invece, il giorno dopo vide il gallo gironzolare per il pollaio come se nulla fosse accaduto. Il colpo d’accetta aveva infatti lasciato miracolosamente intatto gran parte del tronco encefalico, salvaguardando così le funzioni vitali principali, mentre un provvidenziale grumo di sangue aveva ostruito velocemente la giugulare, impedendo il dissanguamento. Data per scontata la volontà della povera bestia di continuare a vivere, Olsen decise di prendersene cura, iniziando a nutrirla con una mistura di acqua e grano versata direttamente nell’esofago tramite un contagocce. Mike ovviamente non poteva vedere, né beccare, né cantare; riusciva però ad emettere curiosi gorgoglii, dovuti ad accumuli di muco che dovevano essergli periodicamente rimossi con una siringa, per impedirne il soffocamento: il fatto di essere stato decapitato, insomma, non lo impensieriva più di tanto. Pare che Mike sia anche stato studiato da scienziati dell’Università dello Utah, anche se l’istituto, interrogato in merito, ha dichiarato di non avere documenti in proposito.[1] Ci resta quindi il dubbio che si tratti di una bufala, ma la vicenda è comunque accreditata dal Guinnes Book of World Records,[2] ed è indubbiamente interessante, anche perché non finisce qui.

Mike_headless_chicken

“Mike” in una foto pubblicata dalla stampa dell’epoca (GFDL/Commons).

Come è facile prevedere, infatti, Mike attirò l’attenzione di molti curiosi: non era certo roba da tutti i giorni vedere un gallo decapitato (o che tale realisticamente sembrava) stare perfettamente in piedi e svolgere tutte le attività di un suo simile ancora “intero”, anche se doveva essere buffo vederlo cercare di allisciarsi le penne con una testa inesistente. Oltretutto era pure decisamente in salute, tanto da continuare a crescere (3 kg nei suoi 18 mesi da “zombie”). Si fece così ben presto avanti un impresario che creò un perfetto fenomeno da baraccone. Gli Olsen e il gallo partirono quindi per una turnèe negli USA: vedere “Miracle Mike” costava 25 centesimi di dollaro e si poteva ammirare anche una testa di pollo rinsecchita anche se, a dispetto di quanto sempre sostenuto dal suo proprietario, non era davvero quella di Mike, prontamente divorata dal gatto di casa. Nel momento di maggior fama il gallo ha guadagnato 4.500 $ al mese ed è arrivato a valere 10.000 $, cifre decisamente ragguardevoli per i tempi: la scarsa abilità di macellaio del suo proprietario aveva trasformato un comune polletto in un’autentica gallina dalle uova d’oro! La sua fama crebbe a tal punto che molti altri agricoltori tentarono di replicare il fenomeno, ma senza successo: nessuno degli sfortunati emuli di Mike pare essere sopravvissuto per più di due giorni.

La peculiare esistenza di Mike “il pollo senza testa” si concluse 550 giorni dopo l’incidente, mentre era alloggiato, come una rockstar, in un albergo di Phoenix, in Arizona. Durante la notte i coniugi Olsen lo udirono soffocare, ma si resero conto di aver lasciato la siringa nella loro precedente sosta e non poterono fare nulla per salvarlo. Purtroppo – o per fortuna! – questa volta il povero Mike morì sul serio. Il gallo è rimasto un cult, specialmente a Fruita, dove ogni anno dal 1999 viene ricordato con il “Mike the Headless Chicken Festival” che si tiene il terzo fine settimana di maggio.


Note

  1. [1]Mah, (op. cit.)
  2. [2]Guinnes World Records (op.cit.)

Fonti: