Se 13 interruzioni in 12 anni in Italia sarebbe utopia, in Giappone sono un bel problema. Ma oltre a garantire la sicurezza dei treni e un servizio impeccabile, le ferrovie giapponesi hanno anche un’altra missione: l’incolumità delle testuggini. A dimostrazione dell’attenzione della compagnia per la fauna selvatica basti pensare che nel nord del Kansai sono stati installati sensori termici, in grado di rilevare la presenza di grossi animali e avvisare in cabina il conducente del treno o azionare dissuasori acustici. Nei boschi vicini alla ferrovia, poi, vengono lasciati gli yukuru, blocchetti di sale contenente ferro. Così i cervi, che hanno bisogno del metallo per integrare la propria dieta, leccano questi blocchetti invece delle polveri ferrose che trovano sulle rotaie, dove rischierebbero di essere travolti. Per trovare un modo efficace per salvare i cheloni era però necessario innanzitutto capire perché finissero ad incastrarsi proprio lì. Così le West Japan Railways chiesero aiuto agli erpetologi dell’acquario di Kobe, il Suma Aqualife.
I punti della linea dove si verificavano gli incidenti si trovavano vicino agli stagni, all’interno quindi di aree normalmente frequentate dalle testuggini. In fondo, la ferrovia attraversa il loro habitat e, durante la propria routine quotidiana, queste possono accidentalmente finire sul binario. Una volta lì si trovano davanti alla scelta: seguire una strada ampia, dritta e libera o scavalcare di nuovo le rotaie che dal loro punto di vista devono sembrare però invalicabili muri di ferro che si estendono a perdita d’occhio. Ovviamente proseguono nella direzione più comoda, lungo la ferrovia.
Finché stanno tra le due rotaie non corrono grossi pericoli, perché sono troppo piccole per essere investite dal treno. Il problema è che prima o poi incontrano un deviatoio a sbarrare loro la strada e, cercando una via d’uscita, si vanno ad infilare quindi nell’unico pertugio che può sembrare un passaggio: lo spazio tra la rotaia e l’ago della deviata – che altro non è se non un pezzo di rotaia mobile, che viene accostato o aperto a seconda della direzione che si vuole far prendere al treno. Qui però rischiano di restare incastrate nel meccanismo, come in un incubo chapliniano da Tempi Moderni.
Posto che era impossibile impedire ai cheloni di invadere la sede ferroviaria, l’idea fu di intercettarle prima del deviatoio e obbligarle a prendere l’uscita di emergenza. Installando una canalina a forma di “U” sotto le rotaie, le testuggini pendolari vi sarebbero cadute inevitabilmente dentro. Una volta lì, sarebbero state obbligate a seguire il tunnel ed uscire lateralmente alla ferrovia, verso la libertà. Forse indolenzite per la caduta, forse spaventate, ma sane e salve.
Una trappola inoffensiva per salvarle da una trappola mortale. Il sistema dimostrò di funzionare, gli incidenti furono drasticamente ridotti e dal 2015 l’uso della canalina è stato esteso in altri punti della rete, ovunque ci siano delle testuggini in pericolo. Recentemente anche vicino alla stazione di Nuonara, su una tratta montagnosa della Hakubi Line: in questa occasione le JR-West ne hanno spiegato il funzionamento su Facebook con delle immagini adorabili, un po’ naïf e un po’ kawaii.
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