Altamont: la “anti-Woodstock” del West

In Cultura popolare, Luoghi di scontro, Musica di Alessio Lisi


Altamont 1969, poster

1 – Locandina dell’evento.

Tre giorni di pace e musica, era questo il motto del festival di Woodstock tenutosi dal 15 al 18 agosto del 1969 nei pressi di Bethel, nello stato di New York. Un concerto-evento entrato nella storia e nella memoria collettiva sia per gli artisti che vi presero parte sia per essere considerato il momento più alto della cultura hippie. L’evento ebbe un tale impatto che l’attivista politico Abbie Hoffman parlò addirittura di una Woodstock Nation da fondare su tre parole: pace, amore e musica. Paradossalmente però a fare di Woodstock un’icona positiva e un mito, nonostante durante il festival vi furono due morti di cui uno per overdose e l’altro investito accidentalmente da un trattore, contribuì non poco quanto accadde ad Altamont pochi mesi dopo. I Rolling Stones infatti, dopo aver ricevuto non poche critiche per i prezzi giudicati esorbitanti del loro tour del 1969, decisero di organizzare un concerto gratuito e dar vita ad una “Woodstock West”.[1] Dopo diverse difficoltà nel trovare una location alla fine si optò per l’autodromo di Altamont[2] a quaranta miglia circa da San Francisco. Il 6 dicembre del 1969 avrebbero dovuto suonare Santana, Jefferson Airplanes, Flying Burrito Brothers, Crosby, Stills, Nash & Young, Grateful Dead e dulcis in fundo i Rolling Stones.

Altamont 1969

2 – Altamont, 1969: fan dei Rolling Stones.

Trecentomila persone circa accorsero all’evento, e a garantire la sicurezza e l’ordine furono designati gli Hell’s Angels locali. La leggenda metropolitana vuole che gli Hell’s Angels furono retribuiti in totale per 500 dollari sotto forma di casse di birra[3]; vera o meno che sia la leggenda, fatto sta che gli Hell’s Angels si aggirarono per l’autodromo ubriachi e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti picchiando la gente a caso (in alcuni casi gli Angels utilizzarono le stecche da biliardo come arma). Il palco inoltre era molto basso e vicino al pubblico il che favoriva i tentativi di salirci sopra. Ed è proprio sotto il palco che si concentrarono le violenze, tant’è che le persone più lontane nemmeno si resero conto di quanto stava accadendo. I vari musicisti tentarono diverse volte di invitare alla calma, interrompendo le loro esibizioni e chiedendo il cessare della violenza, ma fu tutto inutile e nemmeno loro vennero risparmiati: Marty Balin, dei Jefferson Airplane, scese dal palco per frenare una rissa e fu pestato da uno degli Hell’s Angels; Mick Jagger fu aggredito al suo arrivo ad Altamont da un fan che sosteneva di odiarlo.[4] I Grateful Dead alla fine rinunciarono a suonare mentre i Rolling Stones tentarono inutilmente di calmare il pubblico; Jagger parlò di unità, «se siamo davvero una cosa sola, allora dobbiamo esserlo davvero», ma la situazione continuò a degenerare, infine giocò l’ultima carta: «Ragazzi, se quei tipi non la smettono di pestare chiunque ce ne andiamo. Li voglio fuori di qui. Calmatevi, calmatevi».

hells-angel-altamont

3 – Il “servizio d’ordine” degli Hell’s Angels.

Ma fu proprio durante l’esibizione degli Stones che avvenne la tragedia: Jagger e i suoi avevano appena finito di cantare Sympathy For The Devil e avevano attaccato con Under My Thumb mentre sotto al palco Meredith Hunter, un ragazzo afroamericano di 18 anni che aveva estratto una pistola, fu ucciso da Alan Passaro, degli Hell’s Angels, con cinque coltellate nella schiena. Gli altri Hell’s Angels si avvicinarono e presero a calci il corpo di Hunter impedendo a chiunque di avvicinarsi, soccorsi compresi. Alcuni testimoni successivamente dichiararono che Hunter ebbe una discussione con gli Hell’s Angels prima dell’accoltellamento. Quando poi Hunter estrasse la pistola Passaro gli corse alle spalle e gli afferrò il polso con la mano sinistra, per impedirgli di usare la pistola, e con la mano destra lo accoltellò alla base del collo per poi infierire altre volte. L’autopsia rilevò che Hunter aveva fatto uso di meta-anfetamine mentre Passaro fu poi assolto dal Tribunale in quanto gli fu riconosciuta la legittima difesa. Le immagini dell’omicidio di Hunter furano riprese in diretta dalle telecamere dei fratelli Maysles, presenti al concerto di Altamont per la produzione del documentario The Rolling Stones – Gimme Shelter.[5] Sulle violenze perpetrate dagli Hell’s Angels, il chitarista Keith Richards ebbe a dichiarare anni dopo: «La violenza sotto al palco era incredibile. A vederla oggi, probabilmente non è stata una buona idea assoldare gli Hell’s Angels. La maggior parte ha fatto ciò che doveva, ma dieci o venti di loro erano totalmente fuori di testa». Per molti anni dopo quel tragico 6 dicembre i Rolling Stones non suonarono più dal vivo Sympathy For The Devil. Hunter non fu l’unica persona che perse la vita ad Altamont: due persone furono investite ed uccise da un’auto mentre erano accampate in attesa del concerto; una terza vagando sotto l’effetto di allucinogeni morì annegando in un canale.

Mick Jagger (left) and Keith Richards (right) in June 1972

3 – Mick Jagger e Keith Richards nel giugno del 1972.

In molti hanno ipotizzato che più che una forma di “redenzione”, da parte degli Stones, l’idea di Altamont celava l’intenzione di cavalcare l’effetto Woodstock al fine di vendere di più ma questo, ammesso e non concesso che sia vero, poco ha a che vedere con quanto successe durante il concerto. Altamont divenne quindi per molti il simbolo della fine del sogno hippie, della fine degli anni ‘60, della fine di un’epoca: divenne molto banalmente l’alter ego di Woodstock. Se Altamont si era trasformato in un inferno allora, per forza di cose Woodstock era il paradiso, l’Eden perduto. In realtà questa contrapposizione tra Woodstock e Altamont è stata definita da Rob Kirkpatrick “un’enorme ipersemplificazione”[6]. Anche lo storico Mike Frisch ha messo in discussione il dualismo Woodstock-Altamont, sottolineando come le interpretazioni simboliche dei due concerti avevano poco a che fare con la storia e molto con la mitopoiesi[6]. A conferma delle tesi di Kirkpatric e Frisch ci fu un altro concerto poco conosciuto e in cui tutto andò liscio: il “Summer Jam” si tenne all’autodromo di Watkins Glen, nello stato di New York, il 28 luglio 1973; vi accorsero 600.000 persone e nessuno perse la vita; sul palco salirono Allman Brothers Band, The Band, e i Grateful Dead. Molto altro si potrebbe scrivere sulla cultura degli anni ’60 in cui la musica fu grande protagonista, sugli ideali hippie e su cosa sia davvero stata Woodstock ma questa, come si dice in questi casi, è un’altra storia. Di Altamont resta inevitabilmente il ricordo di un grande evento finito in tragedia per via di pecche organizzative che hanno fatto “scuola”, anche se di fatto a ben vedere non si può parlare di fallimento totale. Quattro decenni dopo tuttavia, sopratutto nella cultura americana, Woodstock continua ad essere il simbolo di un sogno e Altamont della sua fine.

E in Italia? Potete provare con familiari e amici: chiedete cosa viene loro in mente se dite la parola “Woodstock” e dopo cosa viene loro in mente se dite la parola “Altamont”. Eppure Altamont, nonostante tutto, è pur sempre la Woodstock della West Coast.


Sympathy For The Devil – Rolling Stones (Beggars Banquet, 1968)

Note

  1. [1]Bezis, Jason. (PDF) “Altamont Rock Festival: ’60s Abruptly End.” Livermore Heritage Guild, Mar. – Apr. 2010: Vol XLII n°3, pag. 4. www.livermorehistory.com. Web. 26 Nov. 2013.
  2. [2]All’epoca “Altamont Speedway”, oggi “Altamont Raceway Park”
  3. [3]questa voce è stata smentita sia dagli Hell’s Angels sia dai portavoce degli Stones
  4. [4]Wyman, Bill. Rolling With the Stones. Mondadori, 2002, pag. 352
  5. [5]La sequenza estratta dal documentario The Rolling Stones – Gimme Shelter, si sconsiglia la visione delle immagini ad un pubblico impressionabile: video.
  6. [6]Citato in Cartosio, B (in bibliografia)

3530390Bibliografia e fonti

Immagini

  1. Locandina dell’evento, 1969. Fair use.
  2. Owens Archive Milano/Claudia Zanfi [CC-BY-NC-SA-2.0] via: Il Fatto Quotidiano (Flickr).
  3. 1969, Altamont (CA). Autore sconosciuto, fair use.
  4. foto: Larry Roger. Giugno 1972: Winterland Arena, San Francisco (CA) [CC-BY-SA-2.0] Commons
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Alessio Lisi

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